#IoT: Tracker, droni e sensori cambiano anche il mondo delle assicurazioni

Secondo BI Intelligence nei prossimi cinque anni la possibilità di connettere alla rete ogni oggetto avrà enormi implicazioni per il settore delle assicurazioni. Gli istituti assicurativi che cercano di ridurre i costi e di migliorare i propri modelli di business, infatti, investiranno sempre di più in soluzioni legate all’Internet of Things, in particolare per quanto riguarda l’analisi e il monitoraggio del livello di affidabilità dei clienti.

Alcuni player nel mercato delle assicurazioni, soprattutto per quanto riguarda i veicoli e la salute, stanno già offrendo un nuovo tipo di contratto chiamato “Usage-based insurance”(UBI), il quale si basa sull’utilizzo dei dispositivi dell’internet of things per monitorare l’attività dei clienti, offrendo sconti e altri incentivi a quelli che seguono comportamenti virtuosi: le stime di BI per la fine del 2015 quantificano che almeno 17 milioni di persone sottoscriveranno un contratto UBI, una cifra importante e destinata a crescere.

Inoltre, sempre secondo BI, entro il 2020 più di 50 milioni di automobilisti statunitensi sottoscriveranno un contratto assicurativo UBI; per quanto riguarda il settore sanitario, gli assicuratori stanno dotando i propri clienti di tracker gratuiti per il fitness, offrendo premi e vantaggi se si raggiungono obbiettivi di allenamento prestabiliti ogni giorno.

Non è tutto qui però, l’IoT potrà ridurre i rischi e mitigare i costi per gli assicuratori anche in altri modi: basti pensare alle analisi predittive per gli eventi metereologici (avvertendo i clienti di possibili rischi) oppure all’utilizzo dei droni per la verifica dei danni in real time a seguito di un incidente. Secondo le stime della società di consulenza Cognizant, proprio l’utilizzo dei droni porterà ad un incremento dell’efficacia delle rilevazioni dei periti assicurativi del 40-50%.

Cosa ne penseranno i clienti, quella sarà tutta un’altra storia…

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