Nuove strategie e più cultura d’innovazione: ecco cosa serve all’#IoT secondo Tata Group

In molte aziende l’internet delle cose sta già riscuotendo un grande impatto sulle entrate: le società che l’hanno implementata hanno dichiarato un incremento medio dei ricavi del 16% (solo nel 2014) proprio in quelle aree di business in cui sono state sviluppate iniziative legate all’Internet of Things. Sono i dati di Tata Group, grossa società di consulenza indiana, che ha svolto un sondaggio sull’Internet Of Things, interrogando aziende di grandi e medie dimensioni diffuse in tutto il mondo.

I numeri e i dati che sono emersi dal report di Tata mostrano una Internet of Things in crescita presso aziende che cominciano ad essere realmente consapevoli del potenziale di questa tecnologia (in particolare nel Nord America e in Europa), ma  purtroppo lasciano intravedere anche l’esistenza di qualche problema dal punto di vista delle strategie e della cultura aziendale.

Stato attuale e tasso di adozione: bene UE e Nord America

Da quanto emerge dal sondaggio di Tata, risulta che l’Internet of Thing è già importantissima per una larga parte delle grandi aziende globali. Il 79% degli intervistati ha dichiarato di star già utilizzando le tecnologie IoT per tenere traccia delle abitudini di acquisto e delle preferenze dei loro clienti, per monitorare lo stato dei prodotti, per comprendere l’efficienza degli store fisici e per monitorare la propria catena di approvvigionamento e distribuzione: entro la fine del 2015 le grandi società investiranno, in media, 86 milioni di dollari a testa per sviluppare i progetti legati all’IoT e si aspettano anche  che il loro budget  destinato a queste attività salga del 20% entro il 2018.

 Inoltre, il tasso di adozione dell’IoT è nettamente maggiore nelle società nordamericane ed europee, attestandosi in una posizione di vantaggio rispetto ai paesi dell’Asia-Pacifico e delle società latino-americane: le imprese statunitensi e canadesi, infatti, spenderanno entro la fine del 2015 circa lo 0,45% delle entrate totali di quest’anno in progetti dedicati all’Internet of Things, mentre le aziende europee ne spenderanno lo 0,40%; le imprese dell’Asia-Pacifico, invece, ne investiranno “solo” lo 0,34% e quelle latino-americane circa lo 0,23%.

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Investimenti e utilizzi: crescono i budget e i progetti

Le aziende che vendono servizi e prodotti di alta fascia spenderanno molto di più sull’IoT entro la fine del 2015 rispetto a quelli con un portafoglio offerte dal prezzo più basso. In altre parole, gli investimenti che le aziende faranno nell’internet degli oggetti avranno forti ricadute sul prezzo dei loro prodotti e dei loro servizi. Per fare un esempio, le aziende che offrono prodotti e servizi in una fascia di prezzo che tocca i 10 milioni di dollari (come i produttori di motori aeronautici) spenderanno circa 335 milioni entro il 2015 per le tecnologie IoT; una cifra in netto contrasto con chi offre prodotti e servizi più comuni e a prezzo più basso, i quali spenderanno in media 39 milioni di dollari.

A fronte di questi budget, quali sono gli utilizzi e i progetti in via di sviluppo? L’approccio più comune per l’utilizzo di tecnologie dell’internet degli oggetti è quello di monitorare i dati dei clienti attraverso le applicazioni mobile, cosa che già avviene per il 50% delle aziende intervistate; il secondo approccio più comune è tracciare lo stato dei prodotti durante i processi di produzione e distribuzione. Circa un quarto delle aziende intervistate, infatti, utilizza quest’ultimo sistema di tracking e quasi la stessa percentuale monitora il comportamento dei clienti all’interno degli store fisici. Infine, gli effetti maggiori riguardano i miglioramenti dal punto di vista del marketing: l’IoT ha contribuito e contribuisce a creare offerte più personalizzate e campagne di marketing estremamente profilate; non sono secondarie, però, anche le conseguenze positive sulla creazione dei prodotti e sul customer care.

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Conclusione: quali sono i problemi da risolvere? Strategia e cultura

I problemi più importanti da risolvere per una corretta capitalizzazione delle tecnologie IoT sono di carattere strategico e culturale. Quando nel sondaggio è stato chiesto di classificare l’importanza dei fattori di successo di un’azienda, i dirigenti hanno indicato nei primi risultati due questioni strategiche: individuare e perseguire nuove opportunità di guadagno che la tecnologia IoT rende possibile; identificare le tipologie di dati che ha senso raccogliere per il business.

In secondo luogo, gli stessi rispondenti hanno indicato due sfide importanti per la cultura aziendale: è necessario cambiare il modo in cui i manager e i dipendenti pensano ai clienti, ai prodotti e ai processi; inoltre, avendo alti dirigenti che credono nella IoT, le azinede saranno estremamente disposte ad investire su di essa, aiutando la diffusione e la creazione di un ecosistema sempre più sviluppato.

Infine, i dirigenti hanno anche segnalato quattro questioni legate alla dimensione tecnologica: arrivare al corretto utilizzo dei Big Data; decidere quali tecnologie dell’internet delle cose bisogna sviluppare internamente e quali affidandosi a terze parti; l’integrazione dei dati dell’IoT con i sistemi aziendali; rendere queste tecnologie affidabili e sicure.

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