Alfabeto Open: C come Consapevolezza

“Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai.
Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio.
Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.”
[dal film “Matrix” (1999), Morpheus porge le due pillole a Neo]

matrix_cc-by_Sudhee
CC-BY Sudhee on Flickr

A parte le facili battute ironiche sulla pillola azzurra, chi ha visto il film ricorderà molto bene la scena in questione ed a quale scelta cruciale sia stato chiamato Neo, il protagonista: consapevolezza SI o consapevolezza NO?

Il livello della nostra consapevolezza lo scegliamo ogni giorno in base ai nostri comportamenti, al nostro livello di attenzione che poniamo alle cose, al senso critico che ci mettiamo, al livello della nostra conoscenza o della nostra semplice curiosità…

Se prendiamo in esame la tecnologia e l’informatica, la considerazione fatta sopra rimane la medesima.

Da più parti, indistintamente, tutti (medici, psicologi, sociologi, etc.) ci consigliano di migliorare il nostro livello di consapevolezza sull’uso delle tecnologie, soprattutto quello dei nostri figli, ma non siamo sempre disposti a farlo.

Si preferisce, purtroppo, adeguarsi subito a quello che fanno o scelgono gli altri.

Come il software libero conceda libertà all’utente dovrebbe essere ormai noto, ne abbiamo parlato a più riprese citando la licenza copyleft con cui ogni programma viene rilasciato e che garantisce appunto le 4 libertà fondamentali: 0 usa, 1 analizza, 2 modifica, 3 condividi.

Ciò che forse è meno noto, ma non per questo meno importante, è come il software libero contribuisca ad aumentare la consapevolezza dell’utente finale, una specie di quinta libertà che possiamo considerare un positivo effetto collaterale: la libertà di scelta.

Sappiate che per ogni programma software “famoso” esiste sicuramente almeno un’alternativa libera (e molto spesso quasi altrettanto diffusa). Questa è la premessa più utile ed importante che si dovrebbe considerare, nel proprio ruolo utente, di docente, di genitore, di studente…  appena un attimo prima di scegliere ed installare un software.

Non seguite necessariamente “la massa”, soprattutto quando vi spinge inutilmente verso la pirateria del software (cioè l’uso non legale di copie di un prodotto) o verso un acquisto non strettamente necessario.

Non siate pigri, non è affatto difficile.
Provate a fare una semplice ricerca in rete e trovate quale o quali soluzioni libere rappresentano un’alternativa valida rispetto al vostro riferimento iniziale: sappiate che vale sempre la pena di cercare, di scaricare e di toccare con mano. E’ software libero, si può fare liberamente!

Imparate a porvi questa fatidica domanda: “…ma sono davvero l’unico ad avere questo problema? Come avranno risolto gli altri?”.  Trovare soluzioni non è una prerogativa solo per tecnici esperti.

Capita molto più spesso di quanto voi pensiate che qualcuno abbia già mosso dei passi in avanti prima di voi ed abbia aggregato in rete una community di persone che, guarda caso, condividono soluzioni alle vostre stesse necessità, in maniera organizzata e fruibile.

Esistono anche molte associazioni e gruppi di persone che si aggregano proprio con lo scopo di promuovere e supportare il software libero. Oltre che in rete, ovvero nei luoghi virtuali come i forum, i blog, le mailing-list (che vi possono apparire dispersivi o pieni di contenuti eccessivamente tecnici), sappiate che esiste sicuramente un gruppo di appassionati in carne ed ossa anche nella vostra città o nelle immediate vicinanze: tipicamente, sono i Linux User Group locali. Contattateli!

“Consapevolezza” con il software libero significa quindi tutto questo:

  • sapere che stiamo usando un software nella totale legalità, che possiamo copiare e distribuire a chi vogliamo
  • sapere che non stiamo usando un prodotto di classe B, una specie di surrogato gratis (libero non vuol dire gratis), ma un prodotto assolutamente adeguato alle nostre necessità
  • sapere che è una soluzione meno costosa per un’azienda, per la scuola, per la Pubblica Amministrazione…
  • sapere che stiamo usando un software intrinsecamente più sicuro di un analogo software chiuso, anche qualora quest’ultimo sia più diffuso
  • sapere che stiamo usando un software che non ci incatena (lock-in) ad una unica soluzione o ad uno specifico fornitore
  • sapere di non essere soli, per risolvere un dubbio o un problema c’è sempre una community, in rete o addirittura locale, ed uno spazio dove trovare soluzioni (e per i nostri figli questo significa migliorare il problem solving, una capacità che molto probabilmente sarà loro richiesta nel futuro lavoro).

In estrema sintesi, significa non essere più meri spettatori passivi della tecnologia, ma avere l’opportunità di interagire, a diverso titolo ed al livello che noi scegliamo, con un progetto e con le persone che lo rendono vivo. Possiamo ad esempio conoscere le attuali capacità del software e quali sono previste nel rilascio della prossima versione, sapere quando uscirà la nuova versione, chiedere espressamente dei miglioramenti o delle nuove funzioni, se vogliamo possiamo partecipare  alla stesura di documentazione, alle traduzioni, oppure partecipare al miglioramento del software segnalando un bug (un problema che puntualmente, a seconda dell’importanza, viene risolto quasi seduta stante o nella successiva versione)…

Significa avere l’opportunità di lasciarsi coinvolgere in una realtà che pone l’utente (te stesso) al centro del prodotto software, come scopo finale di tutto. Ognuno con il proprio piccolo o grande contributo di collaborazione.

…e vi assicuro che tutto ciò diventa con il tempo qualcosa di cui non potrete più rinunciare.

Ma allora, non vale la pena di provare?

Quindi, per voi… pillola azzurra o pillola rossa?

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