Meno contante più #mobilepayment con No Cash Day

euro

Si chiama No Cash Day e si pronuncia 24 ore senza contante. La giornata di ieri, ideata da Geronimo Emili nel 2011, punta a sostenere la riduzione del contante in circolazione sottolineando gli aspetti positivi che tale pratica potrebbe avere in termini di lotta all’evasione e alla criminalità organizzata ma anche alla inclusione finanziaria e sociale.

Geronimo Emili, ideatore No Cash Day
Geronimo Emili, ideatore No Cash Day

“Dobbiamo far sì che le persone – afferma Emili, presidente dell’Associazione Italiana CashlessWay – un po’ come succede per lo spreco d’acqua siano consapevoli degli effetti negativi del contante non solo sull’economia”. L’invito del No Cash Day è infatti passare una giornata senza contante, un giorno in cui usare solo pagamenti elettronici.

Quali gli effetti negativi del contante?

“Partiamo da quello più scontato – afferma Emili – ovvero l’evasione fiscale che è un problema enorme in tutto il mondo ma che in Italia sembra essere quasi fuori controllo. E se pensiamo che il 42% degli italiani è a busta paga e non ha la possibilità di evadere sembra una questione di giustizia sociale fare in modo che tutti paghino quello che devono allo Stato.  C’è poi la questione dei costi del contante: il nostro Paese è quello che spende di più in Europa per produrre, trasportare, immagazzinare, distruggere banconote e monete. Il costo a testa di produzione del cash ammonta a 200 euro. E da questo si capisce che la moneta tradizionale costa molto più di quella digitale.
Altro elemento su cui riflettere il costo sociale: furti, rapine, frodi hanno tutte come obiettivo di avere soldi cash. Il nostro Paese ha la più alta percentuale di rapine d’Europa e sono ovviamente legate alla circolazione di banconote. Meno contante significa meno criminalità.
Non ultima l’inclusione finanziaria. Ci sono 4,5 milioni di persone non bancabili, ovvero che non hanno codice fiscale o residenza e non possono essere titolari di conto corrente bancario come per esempio gli immigrati. Persone che lavorano, spesso in nero, e che inviano denaro contante a casa spendendo cifre molto alte in commissioni. Un interessante progetto GreenBank 2.0 ha fatto una ricerca per capire quanto spendono in diverse città d’Europa queste persone e ne è venuto fuori un quadro preoccupante. Se avessero la possibilità di trasferire denaro in forma digitale risparmierebbero soldi in commissioni e vivrebbero meglio. Inclusione finanziaria è inclusione sociale”.

Cosa servirebbe per limitare l’uso dei contanti nel nostro Paese?

“Sarebbe stato preferibile – continua Emili – lasciare la soglia dei pagamenti a 1.000 euro piuttosto che elevarla a 3.000. Questo limite c’è in Francia per esempio e se non c’è in Germania è solo perché la normativa punisce con il penale chi evade anche solo pochi euro, non certo come da noi insomma. Ieri abbiamo presentato un manifesto rivolto ai Governi europei per chiedere una cashless economy seria e concreta”.

I punti cardine del Manifesto for Cashlessness

Costi. I governi europei dovrebbero impegnarsi a ridurre i costi sociali totali dei sistemi di pagamento della metà nei prossimi dieci anni.
Attività criminale. Per ridurre i costi sociali del contante della metà e per contrastare l’attività criminale, i governi europei dovrebbero rimuovere le banconote di alto valore (€ 100 , € 200 e € 500) dalla circolazione entro cinque anni.
Politica sociale. I governi europei dovranno istruire le autorità di regolamentazione per creare sostituti al contante, come account per pagamenti elettronici on-demand fino a a € 1.000, entro tre anni.
Controllo e regolamentazione. I governi europei dovranno incaricare il settore dei pagamenti di sviluppare un sistema in grado di tutelare la privacy dei trasferimenti e delle persone che li utilizzano entro due anni.

“Dopo sei anni – conclude Emili – per la prima volta siamo riusciti a organizzare la nostra No Cash Day in Europa, dove si spende ogni anno lo 0,46% del PIL per la gestione del contante”. E se servisse un metro di paragone, basta ricordare che per coniare le inutili monete da 1 e 2 centesimi si spendono rispettivamente 4,5 e 5,2 centesimi.

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