PA agile e Stato Innovatore: Gianni Dominici racconta Forum PA 2016

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Gianni Dominici, Direttore Generale Forum PA

“Il PAese che cambia la PA, che cambia il PAese, che cambia la PA”. Questa la frase che, a ripetizione in un circolo virtuoso, contraddistingue l’edizione 2016 di Forum PA, a Palazzo dei Congressi a Roma dal 24 al 26 maggio, con ingresso libero e gratuito.

Temi portanti di questa edizione saranno: Digital first – costruire una vera cittadinanza digitale per cittadini e imprese; Cambia la PA, cambia il Paese – nuovi modelli di amministrazione per una società che cambia; Lo Stato Innovatore – una nuova politica economica ed industriale per l’innovazione, lo sviluppo, l’occupazione.

Ad inaugurare il vasto programma congressuale di quest’anno ci penserà Jeremy Rifkin che, in una lectio magistralis, riprenderà il tema guida del suo ultimo libro “La società a costo marginale zero” e illustrerà il nuovo paradigma economico del “Commons collaborativo” come chiave di sviluppo e il ruolo che in esso può e deve avere l’amministrazione pubblica come “partner” delle forze vitali di un Paese.

Abbiamo chiesto a Gianni Dominici, direttore generale di Forum PA, di raccontarci le novità di questa tre giorni.

Jeremy Rifkin aprirà Forum PA di quest’anno con un intervento sulla sharing economy. Cosa significa sharing economy in PA? Quale un esempio concreto che fa capire le opportunità anche per il settore pubblico?

Il nostro interesse su Rifkin nasce proprio dal capire come l’economia collaborativa e della condivisione possano essere d’aiuto nel ripensare a una PA capace di rispondere ai bisogni di imprese e famiglie. Noi immaginiamo una PA coinvolta da 3 prospettive diverse:

  • come soggetto regolatore. Ci riferiamo in questo caso alla proposta di legge sull’economia collaborativa elaborata dall’Intergruppo Parlamentare sull’Innovazione, che ha deciso di aprire la consultazione nella convinzione che possa rappresentare un passo importante di cambiamento anche culturale della società italiana e che sia necessario, come per tutti i temi di primaria importanza, che la legislazione sia frutto di un ampio dibattito pubblico. La consultazione pubblica sarà aperta dal 2 marzo al 31 maggio su Making Speeches Talk di Open Evidence e tutti i commenti scritti saranno considerati dai deputati nella stesura della versione finale della proposta di legge.
  • Nel ruolo abilitante di facilitatore per valorizzare e diffondere le buone pratiche nell’ambito dell’economia della condivisione al fine di abilitare processi sperimentali di condivisione di beni e servizi nella pubblica amministrazione.
  • Come utilizzatore finale.

Uno dei temi portanti di questa edizione sarà quello riferito allo “Stato Innovatore”. Quando a suo avviso lo Stato diventa innovatore?

Uno Stato è Innovatore quando si fa promotore di una rivoluzione copernicana nel rapporto con i cittadini. Lo stato innovatore per noi è uno Stato  partner che supera la logica bipolare di suddivisione rispetto a cittadini e imprese e invece ne diventa partner applicando compiutamente il principio di sussidiarietà orizzontale in cui i cittadini non sono portatori di bisogni ma anche di soluzioni e competenze. E’ fondamentale non ragionare più nella logica di innovazione incrementale semplicemente in termini di modernizzazione ma dobbiamo immaginarci un nuovo modo di essere Stato.

Da tempo si parla di cittadinanza digitale: quale lo stato dell’arte e cosa fare per migliorare la situazione italiana?

Il digitale favorisce nuove forme di cittadinanza basate su empowerment e partecipazione dei cittadini. Poiché le tecnologie sono strumenti straordinari per favorire il coinvolgimento non più in una logica di semplice prosumer o solo utente o consumatore ma dando ai cittadini la possibilità di co-disegnare e co-creare i servizi stessi. Quindi in realtà più che di cittadinanza digitale parlerei di digitale per la cittadinanza.

Cosa significa PA Agile?

Pa agile è un riferimento preso da uno studio OSCE in cui la PA deve introdurre elementi di flessibilità. C’è un bel libro di Stephen Goldsmith The Responsive City: Engaging Communities Through Data-Smart Governance da cui si evince come lo Stato debba essere resiliente, in grado di rispondere in maniera agile, veloce e  flessibile nel miglior modo possibile alle sfide in termini socio economici ma spesso anche ambientali. Fondamentale il data driven decision, ovvero la possibilità di prendere delle decisioni sulla base di informazioni e dati acquisiti: lo Stato deve essere perfettamente consapevole del perimetro e delle situazioni in cui opera e delle realtà che ha di fronte. Non si può più improvvisare. E questa nuova consapevolezza presuppone nuove competenze all’interno della classe politica ed amministrativa. Lo Stato, quindi, per diventare agile deve essere capace di trasformare i dati grezzi in informazione, producendo conoscenza, al fine di poter attuare le decisioni più adeguate.

(Foto Stefano Corso Flickr, CC-BY-SA 2.0)

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