Frequenze TV: Passera smentisce accordo di scambio con il PDL

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, replica alla accuse di PD e IDV riguardo un possibile collegamento tra l’assegnazione per 20 anni delle frequenze TV, definita “l’ennesimo regalo a Mediaset” (Vincenzo Vita, Pd), e la conferma a presidente Rai di Anna Maria Tarantola, su cui il Pdl aveva annunciato voto contrario perché riteneva l’incremento dei poteri del presidente della televisione pubblica una violazione della legge.

Passera liquida le insinuazioni come “sciocchezze“, spiegando: “è un lavoro che dura da mesi, stiamo rispettando norme esistenti. C’era una scadenza del 30 giugno e tutto è stato fatto come si doveva fare“. La scadenza era stata introdotta dalla Finanziaria 2010 di Tremonti che prevedeva “l’obbligo di trasformare i titoli provvisori (rilasciati a livello regionale dal 2008 al 2012) in definitivi entro il 30 giugno 2012, in coincidenza con il passaggio al digitale su tutto il territorio nazionale“. Nonostante ciò la tempistica, le modalità e la lunga durata del provvedimento indispettiscono molti.

La decisione del governo è stata criticata praticamente dalla stragrande maggioranza dei partiti, “stranamente” ad esclusione del Pdl. Le accuse sono ben sintetizzate dal Capogruppo dell’Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario. “Il Ministro Passera risponda alla nostra interrogazione parlamentare e chiarisca il rinnovo delle autorizzazioni per le frequenze televisive, addirittura ventennale, con cui ha sancito definitivamente il monopolio di Mediaset e Rai. E’ un macigno sul pluralismo e la concorrenza…  è un regalo con i fiocchi alle emittenti nazionali, Mediaset in testa, che potranno conservare la propria posizione dominante nel mercato televisivo. E’ forte il sospetto che si tratti di una contropartita per l’ammorbidimento del Pdl sulla nomina di Anna Maria Tarantola”.

Molti si sono detti preoccupati per l’influenza che la decisione avrà sull’asta per le rimanenti frequenze TV (6), che ha sostituito il “beauty contest”. Antonio Sassano, docente della Sapienza e esperto della tematica, ritiene, però che ciò potrebbe non accadere. “L’ex beauty contest potrebbe procedere su un binario separato e quindi forse, mi auguro, potrebbe non essere condizionato da quest’assegnazione ventennale”. Sassano è maggiormente preoccupato per i condizionamenti posti al cordinamento internazionale riguardo allo sfruttamento delle frequenze e per l’asta per la banda larga mobile. “Mi sembra che la proroga pregiudichi piuttosto il coordinamento internazionale e la futura asta della banda larga mobile… Come faremo infatti a trattare con i Paesi vicini su quali frequenze accendere e spegnere per evitare interferenze, quando ne abbiamo già bloccate 19 per vent’anni?.” Aggiungendo che per queste ragioni “sarebbe stato meglio aspettare un piano frequenze Agcom, coordinato internazionalmente, prima di assegnarle a titolo definitivo.” Il mancato coinvolgimento dell’Autorità di garanzia è sembrato strano, inappropriato ed inopportuno a moltissimi esponenti politici.

La questione della banda larga mobile è poi centrale e molto complessa, si rischiano seri problemi per i governi futuri. L’Itu, l’agenzia Onu per le Tlc, ha stabilito, infatti, che dal 2016 alcune frequenze attualmente utilizzate dalle televisioni dovranno essere rese disponibili per i servizi di banda larga mobile. E non a caso diverse delle frequenze da liberare sono attualmente detenute da Mediaset.

Paolo Gentiloni (Pd) ritiene l’assegnazione :“un danno alle casse dello Stato e alle future aste per il digitale terrestre e la banda larga mobile.” E spiega: “Almeno avrebbe dovuto limitarne al 2015 il diritto d’uso… Adesso invece lo Stato si troverà costretto a risarcimenti ingenti alle tivù, in cambio di quelle frequenze da dare all’asta”. In realtà il provvedimento del Ministero prevede la possibilità di sostituire le frequenze assegnate con altre con “capacità trasmissiva equivalente”. Fatto che potrebbe permettere di liberare quelle da assegnare agli operatori di telefonia, ma “purtroppo – secondo Sassano – non esistono frequenze libere alternative”.

Le polemiche maggiori si sono concentrate, però, sull’ulteriore certificazione del duopolio televisivo a detrimento della concorrenza e del diritto d’informazione. Alcuni esponenti politici hanno sottolineato, inoltre la scarsa qualità delle frequenze assegnate alla RAI. Il deputato dell’Udc Roberto Rao ha, ad esempio, dichiarato: “Da non sottovalutare anche il rischio di pregiudizio per la RAI, essendo noto che solo 3 delle frequenze ad essa assegnate o assegnabili sono di buona qualità e che le altre, viceversa, hanno maggiori problemi di interferenze e non sono coordinate“.

Resta poi l’interminabile vicenda di Europa7 e delle frequenze occupate da Rete 4, che rischia di aggravarsi ulteriormente con il provvedimento di assegnazione.

Passera sminuisce la questione e, dopo aver negato qualsiasi scambio politico, aggiunge che i venti anni previsti sono gli stessi concessi alle “Tlc e comunque lo Stato ha la possibilità di avere la flessibilità di cui ha bisogno: massimizzazione e miglioramenti tecnologici sono garantiti“.

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