La Scuola digitale per Telecom Italia: l’intervista a Marcella Logli

Partire dalla scuola per creare un futuro fatto di cittadini che nel digitale vedano lo strumento per affrontare e capire il mondo. E’ questo il principio alla base dell’impegno di Telecom Italia sul fronte della scuola digitale così come ribadito recentemente in occasione della presentazione di EducaTI, l’ultima iniziativa in ordine di tempo dedicata dall’azienda al futuro della scuola italiana.

Marcella Logli
Marcella Logli è Direttore CSR Gruppo Telecom Italia e Direttore Generale Fondazione TI

Un progetto parso subito ambizioso, quello di EducaTi, che nasce nella cornice dell’accordo istituzionale tra MIUR e Telecom Italia, e allo stesso tempo entusiasmante perchè dà l’opportunità di partecipare concretamente alla costruzione della cultura digitale del Paese. “L’istruzione e la scuola digitale hanno una importanza particolare per l’azienda” ci ha spiegato Marcella Logli, Direttore CSR Gruppo Telecom Italia e Direttore Generale Fondazione TI “perché fa parte di quel processo di costrizione della cultura digitale che permette ai giovani di diventare cittadini del mondo e all’Italia di diventare più competitiva.”

Il progetto EducaTI si inserisce proprio all’interno di questo impegno: un programma integrato di attività a supporto della scuola per: “aiutare i nostri ragazzi a diventare cittadini digitali” analizza Logli. “Quello delle competenze digitali per le giovani generazioni è una condizio sine qua non per il futuro di tutti: ecco perché abbiamo inserito il programma EducaTI all’interno delle attività di Corporate Social Responsibility di Telecom Italia. E’ un’altra risposta alla nostra attitudine a cercare le pratiche che possano aumentare la competitività dell’azienda con, allo stesso tempo, un’attenzione forte a come migliorare le condizioni economiche e sociali del Paese.”

L’accordo di Telecom con il MIUR, infatti, non si traduce da parte dell’azienda solo in un impegno economico ma soprattutto in organizzazione e comunicazione, sfruttando tutti i momenti di incontro e di confronto sul tema della scuola digitale ma anche e soprattutto andando in rete. “E’ con questo obiettivo che abbiamo pensato le singole iniziative previste in EducaTi. Ecco perché abbiamo dato vita a WeDo, piattaforma di crowdfunding  che permetterà alla community on line di finanziare progetti didattici innovativi nel settore dell’istruzione e della cultura digitale; e poi il contest You Teach, per stimolare la creatività degli studenti delle Scuole Secondarie Superiori di tutto il territorio a realizzare un video capace di veicolare modelli sani e consapevoli dell’utilizzo di Internet e dei social network; e ancora i corsi di coding  per i ragazzi delle elementari e, infine, i tutor digitali un tour formativo dedicato a 15.000 insegnanti delle Scuole Primarie con l’obiettivo di far acquisire loro le competenze necessarie per diventare dei veri e propri mentor dei nuovi strumenti formativi digitali”.

E’ chiaro che l’estrema varietà delle iniziative e degli attori in gioco chiama a un impegno importante da parte di tutti: “realizzare la scuola digitale non è cosa che si fa da sé – precisa– avviare la rivoluzione digitale vuol dire lavorare in sinergia con tutto l’ecosistema e gli attori del mondo scuola, docenti, studenti e istituzioni come il MIUR, attivo sul tema con La Buona Scuola.” La nota positiva, sottolinea Marcella Logli, è che, con l’impegno di tutti, in relativo poco tempo “si è passati dalle parole ai fatti”. “Le direttive de La Buona scuola sono importanti e come Telecom Italia le stiamo seguendo da vicino per aiutare il governo ad attuarle rapidamente. E’ questo il nostro impegno aziendale nella misura in cui l’impegno nello sviluppare cultura e coscienza digitale va verso un beneficio economico dell’azienda che non può esistere senza un beneficio culturale del Paese.”

Paese che tra qualche anno potrà aver davvero cambiato volto se il digitale entrerà a far parte della visione quotidiana del presente e del futuro dei ragazzi: “va sempre ricordato che gli strumenti, quelli digitali in questo caso, sono solo strumenti. Non rappresentano la panacea a tutti i mali della scuola italiana e da soli, possono fare ben poco per trasformare la percezione delle giovani generazioni del futuro. Quello che conta sarà come il metodo didattico integrerà il digitale e come lo utilizzerà per favorire la modernizzazione che serve al nostro sistema.”

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