#IoE e viabilità urbana: il “modello Stoccolma” fa bene alle persone e all’ambiente

Il traffico è come l’acqua, trova sempre una strada dove passare se non si sa precisamente cosa si sta pianificando e quale sia il suo impatto“: sono le parole di Daniel Firth, chief strategy officer dell’amministrazione per il traffico urbano della Città di Stoccolma. Un’immagine suggestiva che rende bene l’idea delle difficoltà in cui si è spesso trovata la città di Stoccolma nell’amministrare la congestione stradale: dopo l’installazione di un sistema per l’acquisizione di dati legato all’internet delle cose, i miglioramenti sono stati notevoli e di grande impatto, vediamo come.

Stoccolma ha una conformazione geografica e morfologica molto particolare: si tratta di un complesso urbano costruito su una serie di isole collegate tra loro attraverso dei ponti. Come spiega Firth, “questo significa che in quasi ogni viaggio i veicoli devono attraversare un ponte ed essendocene un numero limitato c’è spesso un problema molto grave di congestione” agli imbocchi e alle uscite. La città è divisa in due dal sistema di corsi d’acqua che collega il Mar Baltico con il lago Mälaren ad est e non ci sono molti modi per andare dai quartieri a nord a quelli al sud della città.

Il modello tra coinvolgimento dei cittadini, tecnologie e dati

A seguito di una sperimentazione  e di un referendum, nel 2007  Stoccolma ha adottato una tassa ad hoc proprio per tentare di abbattere la congestione del traffico nelle zone nevralgiche. Per arrivare a questa decisione la città ha posto l’ascolto della cittadinanza come passo fondamentale della sua strategia: sono state condotte indagini per stabilire quale fosse l’attegiamento dei cittadini verso la proposta di tassa, e nelle fasi iniziali della sperimentazione i contrari erano molto più che i sostenitori ovvero il 70% contro il 30%. Ma a poche settimane dall’inizio della sperimentazione, “ci siamo rivolti di nuovo ai cittadini e le cose erano già cambiate” spiega Firth con “il 60-70% a favore e il 30% contrario.” Il test si è concluso nell’estate del 2006 e, insieme alle elezioni nazionali, si è tenuto anche un referendum che ha chiesto alle persone se volessero mantenere la tassa. “Il 52% ha detto si.” Il modello funzionava.

Dal punto di vista più prettamente tecnologico Stoccolma ha adottato una serie di telecamere distribuite in diversi “gate” che circondano il centro urbano; i veicoli che passano attraverso i gate non sono tenuti ne a fermarsi ne a rallentare e le telecamere vengono attivate dal movimento stesso delle auto; semplificando il meccanismo, un veicolo che viaggia attraverso un gate “rompe” un raggio laser che innesca una macchina fotografica che riprende la targa anteriore  e posteriore del veicolo.

Sulla base della lettura automatica delle foto scattate e le informazioni presenti nel database della PA, la tassa viene addebitata: le spese variano in termini di costi durante i diversi momenti della giornata (maggiore è il livello di congestione, maggiore è la tariffa). Se il proprietario ha impostato un conto online può decidere anche di effettuare il pagamento automatico ogni volta che si varcano i gate, oppure può semplicemente scegliere di ricevere una comune bolletta che dovrà essere pagata di volta in volta.

“La maggioranza assoluta delle persone pagare tramite addebito automatico“, ha spiegato Firth. “Praticamente tutti qui dispongono di conto online e per la maggior parte dei pagamenti, è possibile impostare la fatturazione automatica. È molto raro che gli utenti ricevano la bolletta tramite la posta“. Ma non è tutto: grazie ai dati che vengono raccolti dalle telecamere dislocate, è possibile ottenere anche altre informazioni importanti sulla viabilità e sul traffico urbano, come ad esempio i tratti più congestionati o anche i parcheggi liberi.

Motivo di orgoglio, giusto, da parte di Firth è la disponibilità dei dati su traffico e situazione complessiva messa a disposizione di tutti quanti vogliano beneficiarne: ” il risultato è che molte persone usano, ad esempio, i dati sul parcheggio per erogare servizi utili per gli automobilisti che cercano posteggio in città.” E, ancora, i dati sul traffico sono pubblicati su una specifica pagina web: www.trafiken.nu. “Rendiamo disponibili i dati a chiunque voglia usarli. Al moemnto moltissimi sono a disposizione di ricercatori e ci piacerebbe che venissero usati anche chi può aiutare a sua volta a realizzare applicazioni software o per mobile per pianificare viaggi, ad esempio. Le nostre policy stabiliscono che tutti i dati non privati e non commercialmente sensibili possano essere usati per sviluppare ciò che si desidera.” 

Stoccolma e il modello IoE

Per quanto detto Stoccolma ben rappresenta un modello di smart city che guarda all’IoE:

  • Persone: la soluzione per Stoccolma è stata pensata proprio mettendo al centro le necessità dei pendolari e dei residenti, per rispondere ai bisogni di una viabilità meno congestionata e che aiutasse le persone a muoversi nelle ore più calde, come ad esempio le ore di inizio e fine lavoro.
  • Dati: I dati vengono trasmessi attraverso una rete WiFi cittadina predisposta appositamente per l’operazione; i flussi confluiscono in un terminale di controllo del traffico centralizzato e vengono usati per prendere decisioni per il traffico sia di lungo periodo, sia immediate.
  • Processi: i servizi e le applicazioni per il traffico e per la viabilità urbana funzionano grazie all’impiego automatico dei dati prodotti dall’ecosistema.
  • Cose: le telecamere interagiscono con l’ambiente circostante, inviando le foto delle targhe e permettendo così di distribuire le notifiche di addebito della tassa di circolazione ai cittadini; inoltre, mettendo insieme i dati raccolti, contribuiscono a creare sistemi per la pianificazione dei tragitti (per gli utenti in movimento) meno congestionati.

 

IOE

I risultati

Secondo Firth, adesso l’amministrazione di Stoccolma riesce ad estrarre una significativa quantità di dati e sta cercando il modo di utilizzarli per fornire servizi migliori e più efficienti. Attraverso il suo sistema di monitoraggio, la PA utilizza le telecamere per rintracciare i veicoli che passano attraverso il sistema per capire quali “gate” vengono utilizzati di più, a che ora e con quali tipologie di veicoli.

I dati permettono anche alla città di ottimizzare la dislocazione dei cartelli stradali e di fornire indicazioni puntuali e immediate in modo più efficace per i flussi di traffico: un esempio è quello della regolazione immediata dei semafori in zone dove potrebbe essersi verificato un incidente, in modo da offrire percorsi più veloci e meno trafficati per i veicoli preposti alla gestione dell’emergenza (ambulanze, camion dei pompieri e altro).

Con l’utilizzo delle telecamere e dei “gate”, Stoccolma ha anche beneficiato di un maggior utilizzo del trasporto pubblico da parte delle persone che ha portato ad una riduzione del 20% del traffico nelle aree soggette al pagamento della tassa. Infine, anche l’ambiente ha beneficiato del sistema: secondo Firth, infatti, “le emissioni di anidride carbonica sono diminuite del 2-3%” che “sembra un piccolo numero, ma in realtà per le emissioni è abbastanza consistente.”

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