SPID un anno dopo: intervista a Luigi Grasso

SPID, il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese, ha compiuto un anno di vita qualche settimana fa. Oltre 1 milione 250 mila le identità rilasciate (per una media di 8.500 al giorno), 3.700 amministrazioni attive per circa 4.200 servizi che richiedono SPID per essere utilizzati.

Numeri sicuramente non in linea con le aspettative, nonostante la forte crescita rilevata negli ultimi mesi e legata ad azioni di Governo, come per esempio il bonus 18App e Carta del Docente, per le quali era necessario dotarsi di identità digitale SPID.

Nonostante entro il 2017 tutte le PA dovranno attivarsi per usare SPID come unica modalità di identificazione on line dei cittadini, alcuni parlano già di fallimento dell’iniziativa suggerendo strade alternative. Se è vero, infatti, che importanti enti pubblici, come INPS, e grandi Amministrazioni hanno aderito al sistema, offrendo così la possibilità ai cittadini di usufruire dei servizi online, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza di PA minori non si sono ancora integrate, rendendo di fatto monco il sistema.

Molti gli ostacoli ancora presenti sulla strada verso l’identificazione unica dei cittadini a mezzo SPID. “Nonostante AgID abbia previsto una pagina che guidi le Pubbliche Amministrazioni – sottolinea Luigi Grasso, componente del consiglio di amministrazione del consorzio EtnaTech – il carico di lavoro che ricade sulle loro spalle non è indifferente: è necessario adempiere infatti a procedure non soltanto amministrative, ma anche tecniche. In sintesi occorre interfacciare i sistemi di autenticazione dei propri servizi al paradigma SPID, che si basa sui messaggi in formato XML del protocollo SAML2. Non proprio una banalità per enti di piccola e media dimensione che si devono adeguare”.

Cosa pensa possa aiutare la diffusione di SPID?

Sicuramente la maggiore disponibilità di servizi da parte dei Service Provider, Pubbliche Amministrazioni su tutti; più i cittadini avranno la possibilità di fruire di servizi online accessibili tramite SPID, più saranno spinti a richiedere le proprie credenziali.

Quali i limiti per i quali ancora non si è avuta la diffusione attesa?

I limiti principali sono sostanzialmente due: la lentezza e le difficoltà nell’adeguamento dei propri servizi da parte delle Pubbliche Amministrazioni, causate da adempimenti tecnici che prevedono competenze specialistiche e l’assenza del 3° livello di sicurezza che per il momento scoraggia le grandi realtà private (istituti di credito in primis) ad aderire al sistema.

Come EtnaTech avete presentato SPIDSTART, una soluzione che dovrebbe aiutare le PA ad adeguarsi. In cosa consiste e quali sono i vantaggi?

SPIDSTART è un software che permette a Pubbliche Amministrazioni e imprese di fornire velocemente i propri servizi tramite SPID. La soluzione viene installata e configurata presso i sistemi della PA, e gestisce anche le procedure amministrative di adesione. Essendo basata su software open source è facilmente integrabile a tutti i protocolli già presenti, proprietari e non, che demanderanno ad essa la gestione dell’autenticazione dei cittadini. Questo aiuta appunto a superare il limite “tecnico” lasciando alla PA solo gli adempimenti burocratici. Abbiamo in corso diversi progetti sia verso ASP (accesso e download di referti digitali), che verso i Comuni (comunicazione scuola –genitori, segnalazioni disservizi).

3 progetti che usano SPID e che possono essere portati come buon esempio?

Diverse sono le esperienze interessanti. In ordine di dimensioni citerei:

  1. l’accesso ai servizi online del portale INPS, con la possibilità di consultare, modificare e validare il 730 precompilato, le dichiarazioni sostitutive e, a breve, l’anticipo pensionistico.
  2. La Cancelleria Telematica della Regione Toscana, nella quale Giudici e legali possono accedere tramite le proprie credenziali SPID agli atti processuali e caricarne di nuovi, ricevendo inoltre l’attestazione di avvenuto deposito.
  3. Tutti i servizi della scuola, a partire dall’iscrizione al nido comunale per arrivare al servizio mensa, passando per il trasporto scolastico o per la compilazione di domande per concorsi; e quelli socio-sanitari, troppo spesso separati, a causa di competenze e responsabilità incrociate e irrisolte tra Comune e Aziende Sanitarie che obbligano il cittadino a districarsi tra uffici e siti web poco usabili e trasparenti.

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