Le tecnologie abbatteranno il gap energetico tra nord e sud del mondo?

“C’è un urgente bisogno di ripensare i modelli di sviluppo adottati fino a oggi e di chiudere il gap tra nord e sud del mondo per garantire uno sviluppo equo e reale a tutti. Bisogna creare sviluppo e liberare le energie delle società per favorirne la crescita esponenziale in ogni settore. E il primo passo da fare è garantire energia accessibile a tutti”. Questa la sintesi dell’intervento di Dario Pagani, executive vice president e CIO Eni, e Marco Rotondi, managing director Eni Congo al Singularity University Italy Summit, un evento che ha chiamato a raccolta, nei giorni scorsi a Milano, una community di innovatori, leader ed esperti che, attraverso le tecnologie, intendono affrontare insieme le grandi sfide dell’umanità “per un futuro di abbondanza per tutti”.

“Le tecnologie esponenziali sono una opportunità” – ha affermato Pagani. “Basta avere la consapevolezza di come vanno utilizzate e di quali siano i fabbisogni primari. A volte portiamo stereotipi o modelli che possono essere validi in alcune aree geografiche, una per tutte l’Occidente, mentre in altre aree della Terra sono diverse le necessità. Lo vediamo nella piramide dei fabbisogni e di come essi cambiano: i nostri ragazzi, o noi stessi, cerchiamo in modo esasperato wifi, copertura, powerbank. In altre aree del mondo, invece, la tecnologia esponenziale può essere più utile all’aspetto della salute, dell’accesso all’istruzione, dell’informazione. Dunque tecnologia esponenziale sì, ma molto dipende dalla sua applicazione”.

Il Singularity University Summit è stato l’occasione per Eni per gettare uno sguardo d’insieme sulla trasformazione in corso, oltre che sviluppare un’attenzione e una cultura manageriale integrata su temi nuovi, da poter affrontare in una community di esperti.

Quale rapporto tra uomo e tecnologia?

“Il nostro supercomputer – ha detto Pagani – è la prova provata che si può fare qualcosa anche in Italia. Raggiunge una capacità di calcolo di 22,4 petaflop, ovvero riesce a fare 22 milioni di miliardi di calcoli in virgola mobile al secondo. Una capacità eccezionale, anche se poi il vero valore è dato dagli algoritmi che abbiamo sviluppato con le nostre persone e le nostre competenze.

Non parliamo pertanto solo di investimenti: altre energy company o altre organizzazioni possono avere accesso a investimenti molto più ampi dei nostri, ma la differenza la fa il connubio tra hardware e software, competenze e persone, ovvero l’uomo.

Prendiamo ad esempio il giacimento di Zohr: non lo abbiamo trovato per caso. Era lì da milioni di anni. Altri non lo hanno trovato. Noi sì. Avere una capacità di calcolo come quella garantita dal nostro supercomputer consente non solo di elaborare in modo più rapido i dati ma di restituire le immagini in modo molto definito. Questo ci consente di dare informazioni preziose ai nostri geologi e dunque migliorare la probabilità di successo nelle perforazioni o diminuire il rischio industriale, a supporto sia della integrità dei nostri asset che delle persone che lavorano con noi”.

Per lo sviluppo delle tecnologie servono infrastrutture abilitanti?

“La combinazione di tecnologie – ha spiegato Dario Pagani – ci consentirà di evolvere in modo esponenziale: capacità di calcolo in cloud, di edge computing e l’utilizzo di dati a minori costi ci permetteranno di lavorare in modo più rapido e sicuro. E il tema principale, che vale anche per l’Italia, è la presenza di infrastruttura abilitante, perché da essa non si può prescindere.

Pensiamo allo sviluppo del 5G: dove è disponibile riesce a fare la differenza.

Il gap che sconta l’Italia rispetto alle infrastrutture, un po’ a macchia di leopardo, condiziona lo sviluppo del Paese. Per questa ragione abbiamo deciso di fare un grande investimento nel green data center in Italia, perché amiamo questo Paese dove siamo nati e viviamo. Dobbiamo riuscire a impiegare la tecnologia per sviluppare la nostra società, l’industria e il terziario; non possiamo limitarci a essere solo dei consumatori”.

Come si abbatte il gap energetico tra Nord e Sud del mondo?

“Abbattere il gap energetico tra aree differenti del mondo sarebbe auspicabile. Come Eni ci stiamo lavorando molto come in Congo attraverso il gas e altri progetti di energia rinnovabile.

L’accesso all’energia è fondamentale: se manca questa, manca tutto. Per garantirlo a tutti però occorre uno sforzo congiunto, non solo delle multinazionali dell’energia, ma anche dei Paesi. Il gap non può essere colmato solo con l’energia immessa nel grid, nella rete, perché ci sono zone remote e rurali dove si deve pensare in maniera alternativa, con micro grid e sfruttando anche le energie rinnovabili”.

 

In collaborazione con Eni

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