Ma alla fine cosa è il turismo sostenibile? (e perché il digitale può rivoluzionarlo)

Chiariamo un concetto: il turismo sostenibile non è solo quel turismo con una predilezione particolare per la salvaguardia ambientale, non è solo il turismo Green, non è solo il turismo contro la cementificazione selvaggia o l’overtourism.

Il turismo sostenibile è un concetto complesso e multiforme, proviamo quindi a capire insieme cosa significhi al di là della percezione comune e degli stereotipi.
Il turismo è un processo economico complesso e articolato, che è definito da una serie di elementi in continua evoluzione e che purtroppo per questo è complicato incasellare in indicatori misurabili: problema che lo rende ottimo argomento di conversazione ma intricato elemento di valutazione economica e sociale oggettivo.
Lo stesso concetto di sostenibilità è cambiato negli anni anche se rimane sempre molto legato all’inquinamento e al consumo del territorio e dell’ambiente. Senza dubbio molto significativo e condivisibile, ma gli ultimi venti anni hanno visto alcune tematiche (soprattutto quelle della trasformazione digitale) innovare profondamente tutti i settori dell’economia, incidendo profondamente a livello economico e sociale su tutti i processi che ne determinano anche il senso stesso di sviluppo umano.

Il digitale non ha risparmiato neanche lo sfuggente turismo, che ha visto forse più d’altri un radicale cambiamento dei modelli economici, di accessibilità e di fruizione delle destinazioni e delle esperienze con un incremento esponenziale della domanda in termini di turisti in una modalità meno lenta, più breve, più frequente ma anche parecchio più affollata.

Tutti questi elementi in aggiunta a un elemento determinante, l’avvento della rivoluzione dei trasporti mondiali dovuto alle compagnie aeree low cost che hanno garantito l’accessibilità a costi ridotti.I trasporti sono sempre visti come un elemento accessorio del turismo quando invece sono forse ciò che determina e condiziona sempre più spesso l’ispirazione e la scelta della destinazione.

L’avvento dell’overtourism è stato visto come un elemento di consumo delle destinazioni soprattutto dal punto di vista ambientale e in parte anche sociale. L’effetto devastante della gentrificazione delle città d’arte le ha di fatto svuotate del significato sociale e dell’identità consolidati per diventare contenitori accoglienti di esperienze per collezionisti di luoghi ed emozioni.

Ed ecco quindi che tutto il mondo si interroga sul turismo sostenibile, su quanto appunto il consumo ambientale e sociale sia un elemento da limitare e la molla per riprogettare tutto un sistema che mostra evidenti elementi di criticità.

La sostenibilità del turismo non è però solo quella messa in crisi dai grandi numeri e dal consumo indiscriminato del territorio, soprattutto dall’edificazione di strutture o la loro conversione d’uso snaturandone il senso consolidato.

Una destinazione sostenibile nasce quindi dalla consapevolezza degli elementi che la identificano:

  1. Ambiente
  2. Identità
  3. Filiera
  4. Trasporti
  5. Digitale
  6. Uomo

1. Ambiente

La sostenibilità nel turismo non può che partire dall’elemento nel quale (e spesso per il quale) ci muoviamo nel mondo. La salvaguardia del luogo che abitiamo e che presentiamo al mondo è un punto strategico anche se non il solo. Elementi come l’accessibilità e il carico antropico sono indispensabili per creare le condizioni che l’elemento ambiente non diventi all’opposto un totem inaccessibile e destinato al degrado. La gestione intelligente dell’ambiente parte dalla valorizzazione, gestione, manutenzione, fruizione con un occhio attento alla sua naturale evoluzione. Soprattutto per i centri urbani e per i paesaggi osservo solo che senza alcune scelte drastiche negli ultimi duecento anni la gran parte della storia e dei paesaggi non esisterebbero. Interrogarsi senza pregiudizi sulla evoluzione del paesaggio credo sia un qualcosa che non può prescindere per la definizione stessa dei criteri di sostenibilità.

2. Identità

La sostenibilità del turismo è la gestione dell’identità della destinazione come elemento centrale nella proposizione di una esperienza onesta che non significa la banalizzazione di elementi folkloristici o peggio la cristallizzazione in modelli storicizzati. L’identità è un concetto dinamico che si evolve contaminandosi anche con i turisti. Codificare e evidenziare gli elementi che concordano nella definizione della identità collettiva porta alla possibilità di renderli fattori fondanti per la creazione di un modello economico e per la predisposizione di reti di prodotto oltre che chiavi di racconto sincere ed efficaci.

L’identità è ciò che rende una destinazione speciale e unica, il turismo è sostenibile se questa non viene annacquata o peggio svilita per andare incontro al mercato, dobbiamo fare in modo che il mercato arrivi perché l’apprezza.

3. Filiera

Sostenibilità del turismo è filiera organizzata che accompagna il potenziale turista nell’iter dei processi di ispirazione, acquisto, esperienza e ricordo e che ha necessità appunto di una filiera attenta, responsabile, efficiente. Spesso l’accoglienza si riduce a posti letto, ristorazione e spostamenti ma è soprattutto il come che fa la differenza. Quanto consumano a livello ambientale le strutture, quanto i processi di gestione, quanto la filiera agroalimentare determina la qualità e la sostenibilità della destinazione? Una vera svolta in termini di sostenibilità parte dall’organizzazione del sistema di accoglienza in termini complessivi per verificare e certificare ogni passaggio e congruenza generale. Altrimenti rischiamo di avere destinazioni che garantiscono il paesaggio e non l’ambiente, mettendo la polvere sotto il tappeto.

4. Trasporti

Si accennava prima di quanto i trasporti influiscano nel processo di ispirazione e scelta. Parliamo di trasporti di accessibilità alla destinazione ma anche di quelli necessari a vivere l’esperienza. L’accessibilità interna ed efficiente è ciò che influisce di più sulla sostenibilità stessa del turismo: la possibilità di usare sempre più mezzi lenti, individuali e a basso impatto impone scelte diverse anche come investimenti generali. Ragioniamo di quanto sia intelligente e utile immaginare viabilità progettate con idee e parametri per dei mezzi che probabilmente nel giro di massimo dieci anni non esisteranno più nella forma che conosciamo. La guida assistita e autonoma, i droni e la mobilità collettiva elettrica forse hanno necessità di un ripensamento importante prima di ritrovarsi con autostrade nel deserto come con gli investimenti industriali negli anni ’80.

5. Digitale

La trasformazione digitale è stato il fattore che ha forse portato il cambiamento più grande nel turismo e forse e soprattutto per questo diventa ciò che determina in maniera più determinante la sostenibilità di una destinazione.

Il processo di ispirazione e scelta di una destinazione nasce sul digitale ed è con le piattaforme di scelta e con quelle di conversazione che l’umanità decide come, quando, dove e a quale costo spostarsi. Vediamo quindi come gestire con attenzione questi processi digitali ci può aiutare a controllare e pianificare meglio il livello di sostenibilità turistica di una destinazione, livello che è determinato certamente dal numero di turisti ma anche dalla motivazione di viaggio, dall’articolarsi dell’esperienza, dalle ricadute non solo economiche con il quale il turista contamina la destinazione. Entrare in questo processo, misurare il turista nella propria esperienza per poterlo guidare nella migliore esperienza possibile, utilizzare i dati rilasciati nell’esperienza per progettare meglio, raffinare i processi, limitare gli impatti, aumentare la redditività. Il digitale è l’infrastruttura del processo che identifica e gestisce il turismo sostenibile e ne è attore determinante: pensare che invece sia solo uno strumento porterà inevitabilmente a non essere in grado di gestire i processi in maniera attiva ma di subirli come purtroppo abbiamo visto con l’overtourism. Vogliamo tutti un turista che viva la migliore esperienza possibile, per lui, per la destinazione. Un turista che porti un valore aggiunto e non invece un “inquinamento” che consuma la destinazione in maniera lentamente irreversibile.

6. Uomo

Il turismo nasce dalla esigenza dell’uomo di conoscere, di crescere, di aggiungere valore alla propria individualità e alla propria comunità. Un processo importante che è bidirezionale e cambia turista e comunità accogliente.

L’uomo è centrale in questo processo e soprattutto lo saranno le sue esigenze. Affrontiamo oggi una situazione che stravolge il nostro concetto di normalità obbligandoci a cambiare le nostre abitudini quotidiane. Immaginare di ritornare alla vecchia “normalità” è probabilmente un grave errore: ogni spinta di innovazione (scelta o subita, anche drammaticamente) trasforma profondamente i processi umani, economici e sociali e porta in avanti l’evoluzione collettiva. Oggi la nostra normalità non è quella delle fasce più giovani che già prima viveva e utilizzava l’ambiente, la tecnologia e l’interazione umana in maniera diversa da quella degli adulti. Ingenuo quindi pensare che la normalità sia un concetto fisso: pensiamo ad esempio a quanto la sharing economy potrà incidere sempre più in un contesto economico labile dove il possesso di beni mobili e immobili sarà probabilmente un concetto superato. O anche quanto potrà influire l’utilizzo massivo degli strumenti digitali che oggi vediamo come una privazione di una fruizione completa dell’esperienza di contatto. Sempre più la raffinatezza degli strumenti e della rappresentazione della realtà attiverà un altro livello di interazione che sono certo diventerà un nuovo livello di normalità di interazione: non peggio, non meglio ma un’opportunità di fare molte più cose in maniera più semplice e anche più sostenibile.

Comprendere quindi le dinamiche di questo processo insieme alla nuova identità umana è la chiave per una vera sostenibilità del turismo.

Una vera evoluzione del turismo in chiave sostenibile nasce dalla consapevolezza e coscienza dell’uomo nell’essere attore responsabile del processo di conoscenza e sviluppo del mondo, in una modalità rispettosa, utile ma anche gratificante, con la spinta ad innovare per aggiungere valore alla comunità umana senza consumare il luogo che ci ospita ma anzi dandogli nuove traiettorie di evoluzione anche e soprattutto grazie alla trasformazione digitale e quanto questa influisce e attivi tutti i processi tradizionali.

Aggiungere valore per poter dire un giorno ai nostri figli e nipoti, in un mondo che sarà diverso e ci auguriamo migliore, che un giorno abbiamo deciso che il nostro atteggiamento sarebbe stato meno egoista, meno vocato all’accumulo di ricchezze fine a sé stesso ma calibrato per conoscere, crescere, evolvere, vivere pienamente il tempo, lo spazio, gli altri essere viventi.

Per dire senza rimorsi che “Viaggiavamo sulla terra leggeri”.

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