Capitali ed ecosistemi innovativi sono fondamentali per fare impresa: l’Intervista a Dan Wagner

Dan Wagner 21.03.14
Dan Wagner, CEO di PowaTechnologie

In Europa nell’ultimo anno ne sono nati solo tredici: sono gli Unicorni, startup innovative che hanno raggiunto un valore di mercato di più di un miliardo di dollari. Solo tredici, dicevamo, rispetto a un panorama, quello statunitense, che nello stesso periodo ne ha viste svilupparsi ben ventidue. Lo dicono i dati di GP Bullhound che ha recentemente stilato una classifica proprio degli unicorni d’Europa nel loro incontro/scontro con i rivali d’oltreoceano.

La domanda, in questi casi, è sempre la stessa: c’è una ricetta che possa assicurare alle startup innovative d’Europa il successo, apparentemente inarrivabile, di quelle Usa? La risposta è no: una ricetta univoca non c’è, ammesso che non si voglia puntare su una condizione che, quella si, è fondamentale per tutte: fare la startup non basta, servono ecosistemi favorevoli a supporto. E’ quanto ci ha confermato Dan Wagner CEO di PowaTechnologies, secondo unicorno d’Europa dopo Spotify, valutata 2,7 miliardi. L’azienda ha puntato sulla creazione di Powa Tag, un sistema per il commercio elettronico in mobilità, in cui gli investitori hanno creduto per una ragione fondamentale: rispondeva a necessità reali di utenti e marketer.

A dispetto dell’ampio numero di startup che nascono in Europa, solo una manciata di esse ha successo e diventa unicorno: quali sono I fattori che permettono a una promettente startup di evolvere in un’azienda di successo?

La discriminante fondamentale tra successo e fallimento è se un imprenditore riesce a trovare sufficienti opportunità di crescita e indirizzare  le risorse della startup ad acquisire quote di mercato sufficienti a raggiungere 100 milioni dollari di revenue. Il tutto senza perdere il controllo della società.
Prima di tutto, per aumentare le probabilità di successo, la startup dovrebbe offrire servizi o prodotti che rispondano a un problema reale che colpisce il mercato. Il passo successivo è quello di costruirne un prototipo completo delle caratteristiche che si ritengono siano le più necessarie. A questo punto, si ha in mano un prodotto, vero, che il mercato vuole.
A quel punto vanno costruite adeguate strategie di vendita, di marketing e anche di pubbliche relazioni per aumentare il livello di consapevolezza e di utilità percepita sull’idea/azienda e ottenere investimenti per supportarne la crescita. Devo ammettere che questa è la fase più delicata del processo, perché vanno trovati investitori che comprendano il valore del prodotto e che, allo stesso tempo, credano nelle vostre capacità imprenditoriali, ma senza prendere il controllo dell’azienda. Questo è ciò che è successo con i nostri investitori che hanno puntato 150 milioni di dollari  in Powa Technologies dandoci la libertà di operare.

Perché fondare una startup in Europa? Il modello americano è davvero così lontano?

Il crescente livello di attenzione per la scena tecnologica europea negli ultimi anni rivela che la comunità internazionale degli investitori ha iniziato a riconoscere il nostro potenziale di innovare e costruire compagnie che possono diventare leader di mercato globali. Le tech europee stanno esplodendo. Negli ultimi anni 13 startup sono diventate unicorni e l’Europa dovrebbe confidare nella sua capacità di saper creare una classe di innovatori tecnologici di razza. Ci sono molte aziende con il giusto potenziale: quello che conta davvero è creare un ambiente che possa nutrire e alimentarne la crescita. Se ci saranno queste condizioni, personalmente credo che l’Europa avrà tutte le carte in regola per avere aziende campioni del digitale che garantiranno una pervasività simile a quella di Microsoft o Google, nei prossimi 5 anni. Io sono felice di aver fondato la mia azienda in Europa, dove sono le mie radici e dove farò del mio meglio per contribuire a creare un ambiente di lavoro sostenibile per gli imprenditori del web in Ue.

Powa Technologies  è uno degli unicorni d’Europa: come è nata l’idea di PowaTag e cosa prevede per il futuro?

PowaTag è stato concepito per risolvere il problema dell’alto tasso di abbandono del carrello dello shopping online in fase di acquisto. Si stima che ben il 67% dei carrelli venga abbandonato prima di aver finalizzato l’acquisto, percentuale che sale al 97%  quando si naviga da mobile. La nostra innovativa app per il mobile commerce semplifica radicalmente il processo di acquisto, consentendo ai consumatori di acquistare in qualsiasi momento e da qualunque luogo on un semplice tocco dello smartphone. Con PowaTag, abbiamo incontrato il forte desiderio dei consumatori di avere maggiore libertà e più controllo nella loro esperienza nel settore retail. Allo stesso modo, i rivenditori hanno cercato a lungo nuovi modi per stimolare il commercio elettronico. Questa è la ragione per cui gli investitori istituzionali hanno sostenuto  Powa: ne hanno visto il potenziale come leader del mercato globale.

E il futuro è egualmente promettente: stiamo continuando a firmare nuovi contratti con grandi marchi a un ritmo rapido, e ci stiamo anche preparando per la distribuzione diffusa con diversi rivenditori. Siamo già operativi in Italia con Motivi, Best Western, Copagri e Sixty Distribution. Così come abbiamo firmato partnership strategica con Setefi e Rai Pubblicità. Nel corso dell’anno prossimo, vedremo PowaTag avere un impatto importante sia online che sui tradizionali canali del commercio, ma anche in pubblicità, marketing, e altro ancora.

Cosa suggerirebbe a coloro che vorrebbero fondare una startup legata all’innovazione? Cosa fare e cosa non fare?

Agli imprenditori dico di seguire la loro visione: non bisogna essere troppo testardi nell’accettare aiuto e guida da chi è venuto prima, è essenziale che siate capitani della vostra nave. Niente è predeterminato, che sia successo o fallimento, ma quando è chiaro nella propria mente dove si vuole che il proprio business arrivi, seguite quella visione, fidatevi dell’istinto e lavorate molto duramente per arrivare dove volete arrivare.

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