Il turismo? Sostenibile, grazie al digitale

Il turismo è uno dei settori più importanti per l’economia globale e contribuisce al 5% del PIL mondiale creando 235 milioni di posti di lavoro (1 su 12). Si stima che il numero dei turisti raggiungerà gli 1,8 miliardi entro il 2030. La portata del settore genera inevitabilmente degli effetti non solo a livello economico, ma anche ambientale e sociale andando a insediarsi in molti degli aspetti della vita delle comunità locali.

In quest’ambito – e soprattutto a valle dell’epocale cambiamento portato dalla crisi che stiamo vivendo – sempre più centrale diventa il turismo sostenibile che, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), può essere definito come quel tipo di turismo “che tiene pienamente conto degli impatti economici, sociali, ambientali attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità ospitanti”.

Potremmo altresì riferirci al “turismo consapevole” o “turismo responsabile”, entrambi sinonimi utili a identificare un modo di fare turismo volto a supportare il territorio ospitante dal punto di vista ambientale, economico e sociale, ossia un turismo in grado di aiutare – e non rallentare – i territori nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti in Agenda 2030.

Tipico del turismo sostenibile è, ad esempio, un modo di viaggiare che preferisce il treno all’aereo, la cucina locale alle grandi catene di ristorazione multinazionali, rispettare la raccolta differenziata locale, fare acquisti in botteghe artigiane e così via.

Non è solo un tema di volontà/predisposizione del turista ad adottare un comportamento sostenibile, ma anche (e soprattutto) fare in modo che possa effettivamente farlo: ci riferiamo allo sviluppo delle cosiddette smart destination ossia all’applicazione dei concetti di smart citiy alle destinazioni turistiche le quali possono essere definite come “destinazioni che adottano uno stile di gestione interattivo/partecipativo e che mirano a migliorare la qualità della vita dei residenti e dei turisti utilizzando le ICT ad altre tecnologie per la raccolta, l’archiviazione, lo scambio e l’elaborazione dei dati. Le smart destination si concentrano sull’uso efficace ed efficiente delle risorse, su un ambiente più pulito e, in definitiva, sulla sostenibilità.”

Il ruolo delle tecnologie digitali è, dunque, centrale per il tema come dimostrato anche da una serie di politiche ed iniziative messe in atto sia a livello internazionale che italiano.

Per questo motivo proveremo a delineare alcuni spunti per evidenziare il fatto che la digital transformation e il turismo sostenibile rappresentano due facce di una stessa medaglia.

Gestione dei Flussi

Il turismo, si sa, è un settore che risente fortemente della stagionalità e pertanto le località turistiche si ritrovano a dover fronteggiare flussi diversi in base alla stagione (siano essi economici, di popolazione e di risorse sia materiali che umane). Attraverso i big e gli open data si possono comprendere meglio i volumi del turismo nei diversi periodi dell’anno e per qualsiasi ambito come ad esempio i trasporti, la ristorazione, la sanità, l’hospitality, lo smaltimento rifiuti e la forza lavoro.

Le stesse attività commerciali che ruotano attorno al turismo, vedono nella stagionalità una sfida non da poco: prevedere in anticipo i flussi vuol dire efficientare tutta la macchina del turismo andando a ridurre sensibilmente gli sprechi su tutta la filiera.

Lavoro

La stagionalità pervade anche il lavoro e infatti la percentuale di lavoratori stagionali in Europa nel 2018 si attestava al 13,2% sul totale dei lavoratori e qui, come accennato poco fa, la previsione può aiutare a gestire al meglio il personale evitando di ritrovarsi sovra o “sottostaffati”. È pur vero, d’altra parte, che i posti di lavoro nel turismo non sono tutti stagionali soprattutto grazie all’avvento delle tecnologie digitali che hanno permesso la nascita di realtà come Airbnb, Booking.com, Home Away e i vari comparatori di offerte nel mondo dell’hotellerie che contano numerosi dipendenti.

Investire sul digitale può, dunque, rendere più sostenibile anche il lavoro, favorendo la formazione di nuove professioni e la diffusione della conoscenza così da supportare l’innovazione e la nascita di nuovi servizi per il turismo.

Valorizzazione della Cultura

Il turismo culturale è cresciuto significativamente durante l’ultimo decennio, non solo grazie a un generale aumento del livello di istruzione e del reddito medio, ma anche grazie al fatto che in molti hanno saputo valorizzare il proprio patrimonio storico, artistico e culturale. Si pensi, ad esempio, alla crescita del numero degli spot pubblicitari in TV che invitano gli ascoltatori a visitare le località mostrando paesaggi e reperti artistici di straordinaria bellezza; oppure tutte quelle iniziative come le domeniche gratis ai musei o gli spettacoli all’interno dei parchi archeologici che attraggono turisti da tutto il mondo.

Grazie al digitale è possibile valorizzare ancora di più il patrimonio culturale locale ad esempio attraverso i social media, il CRM e gli altri canali di digital marketing per comunicare gli eventi e le iniziative future o anche attraverso la realtà aumentata e i tour virtuali che aiutano i turisti nella scelta della destinazione. Attraverso gli open data, poi, è possibile far conoscere maggiormente la storia di musei, monumenti, cibo e tradizioni ridefinendone il senso e il valore che vi ruota attorno.

Mobilità e Trasporti

La mobilità è un tema centrale quando si parla di turismo e assume ancora più rilevanza quando si parla di turismo sostenibile. Il trasporto delle persone all’interno delle località turistiche ha risvolti ambientali in termini di emissioni e di affluenza, soprattutto in periodo di emergenza sanitaria come quella del COVID-19.

In questo scenario le tematiche dell’e-mobility e la sharing mobility rappresentano dei punti chiave di sviluppo a supporto del turismo sostenibile ed è attraverso la collaborazione con le aziende del settore che si possono introdurre sistemi di mobilità alternativa e sostenibile come i monopattini, gli scooter, le auto elettriche e le biciclette.

Una sintesi perfetta tra la mobilità sostenibile e quella digitale è, ad esempio, l’iniziativa di MiMoto – noto servizio di scooter sharing – che ha portato una flotta di scooter elettrici a Rapallo, Portofino e Santa Margherita Ligure in occasione della stagione estiva dando dunque la possibilità a migliaia di turisti di potersi muovere autonomamente in maniera green.

Diffusione della Rete

Uno dei presupposti per far sì che i turisti possano accedere alle soluzioni sostenibili è la diffusione della rete: tecnologie come il free Wi-Fi, il 4G e il 5G possono aiutare su più fronti. Ad esempio si possono utilizzare le mappe digitali piuttosto che quelle cartacee, noleggiare scooter e monopattini attraverso lo smartphone, trovare le regole per la raccolta differenziata del comune, prenotare una cena nelle trattorie e i ristoranti tipici del posto così come anche scoprire musei, attrazioni e nuovi posti da visitare.

La rete stessa è anche uno strumento di visibilità per tutte quelle realtà locali che vedono nel turismo una delle principali fonti di guadagno permettendo così di essere presenti sui principali siti di riferimento per i turisti.

Network per la condivisione di Best Practice e della Conoscenza

Promuovere i casi di successo, le best practice e la sinergia tra i vari stakeholder è uno degli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale del Turismo che ha creato il UNWTO Innovation Network, ossia una piattaforma per la condivisione della conoscenza nel settore del turismo.

Le occasioni di sostenibilità possono nascere proprio dalla strutturazione di un network grazie al quale scoprire nuovi partner commerciali, nuove opportunità di business e fare innovazione confrontandosi e guardando a quelli che sono stati i casi di successo all’interno del settore.

Anche l’ascolto delle opinioni e degli spunti provenienti dalle comunità locali può risultare strategico e quindi grazie alla creazione di un network è possibile promuovere la gestione interattiva/partecipativa propria delle smart destination, questo perché i cittadini sono i primi ricettori degli effetti del turismo sull’economia, sulla società e sull’ambiente locale.

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