Quali tecnologie sostengono la Carbon Neutrality?

La nostra strategia mostra come sia realistico rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, senza lasciare indietro nessuna regione e nessun cittadino”. Così il vice presidente per l’Unione Energetica, Maroš Šefčovič, presentò il percorso della Commissione Europea verso la carbon neutrality, ovvero la possibilità di azzerare le emissioni di gas serra tramite la quantificazione, riduzione e compensazione delle emissioni di anidride carbonica. Un percorso che dovrebbe portare alla completa decarbonizzazione nei prossimi trent’anni, con un investimento annuale nel sistema energetico e nelle relative infrastrutture che dovrebbe salire da un 2% del PIL attuale a un 2,8%. Oltre l’80% dell’elettricità comunitaria dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili e le industrie dovranno ridurre le emissioni grazie a eolico, fotovoltaico, biomassa sostenibile o combustibili sintetici. Un ruolo importante, secondo la Commissione europea, lo avrà l’innovazione di processo e, pertanto, l’adozione di tecnologie che possano contribuire a raggiungere la zero carbon.

Perché investire in sostenibilità?

Le società che rispettano i principi Esg (acronimo che sta per Environmental, Social, Governance ed indica quelle attività legate all’investimento responsabile e che tengono in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance) sembrano registrare performance migliori e più stabili nel tempo, beneficiano di un costo del capitale inferiore e di rating creditizi più elevati. Secondo lo studio “The Impact of Corporate Sustainability on Organizational Processes and Performance” della Business School di Harvard, ogni dollaro investito in società altamente sostenibili nel 1993, nel 2010 valeva 22,6 dollari, contro i 15,4 dollari delle concorrenti meno attente ai criteri Esg.

Quali le tecnologie amiche della carbon neutrality?

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha calcolato che l’industria potrebbe ridurre le emissioni derivanti dal consumo di carbonio, petrolio e gas del 75% utilizzando le tecnologie già esistenti. Ma in quale modo le tecnologie possono supportare lo zero carbon?

Big Data

La raccolta e l’analisi di dati utili a guidare le scelte di aziende e organizzazioni consente l’ottimizzazione dei processi e quindi delle risorse impiegate. Se si guarda al settore della logistica, basti pensare a quanto semplice può essere oggi, attraverso l’analisi dei dati, minimizzare i percorsi e quindi i consumi dei mezzi di trasporto. Quando parliamo di Smart City, senza eccessivi sforzi di fantasia, si può vedere già oggi quanto l’installazione di sensoristica e l’analisi dei Big Data permetta non solo di migliorare la vita dei cittadini ma anche di orientarne le scelte a favore della sostenibilità. Ne sono esempi i servizi che indicano percorsi utili a evitare il traffico e risparmiare carburante, o quelli che favoriscono l’utilizzo di trasporti pubblici o il car sharing.

La raccolta e analisi dati in generale può consentire la mappatura delle emissioni generate dall’uomo a livello globale, contribuendo a individuare misure utili a ridurre l’inquinamento. Nel 2021 è programmata una missione satellitare, MethaneSAT, che consentirà di mappare e misurare in tempo reale le emissioni di metano con precisione esatta ovunque nel pianeta. I dati saranno disponibili gratuitamente per aiutare i Paesi ad avere una visione realistica e sempre aggiornata della situazione e stimolare così nuove politiche finalizzate a ridurre le emissioni.

IoT

L’applicazione di sensoristica consente la raccolta, e a seguire, l’analisi dei dati, finalizzata non solo a migliorare i processi, ma anche a fare analisi predittiva. Se pensiamo all’agricoltura, la smart agricolture, con l’applicazione di sensoristica e droni, si può comprendere quanto questa possa ottimizzare i trattamenti fitosanitari, la fertilizzazione e la concimazione, oltre che evitare gli sprechi di acqua a favore della sostenibilità ambientale.

Si stanno implementando già oggi sensori che contribuiscano a creare un ambiente più sano: è il caso delle auto Google che mappano l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti sulla salute o i braccialetti indossabili che monitorano l’esposizione chimica giornaliera delle persone.

Cloud

Tra le industrie manifatturiere statunitensi, l’industria della carta è il 4° più grande emettitore di gas serra. Il contrasto alla deforestazione a partire dai consumi di carta sono tra gli obiettivi da raggiungere nel medio periodo. La digitalizzazione dei documenti e la possibilità di utilizzare il cloud computing per poterli mettere a disposizione delle persone, senza la necessità di stamparli, può contribuire concretamente a ridurre i consumi di carta.

Altro possibile “effetto collaterale” del cloud lo smart working, ovvero la possibilità di lavorare a distanza, senza la necessità di raggiungere in macchina o con trasporti pubblici la propria sede di lavoro.

Intelligenza Artificiale

Il rapporto “Sfruttare l’intelligenza artificiale per la Terra”, elaborato dal World Economic Forum, mostra come l’intelligenza artificiale possa aiutare l’uomo ad affrontare le grandi sfide ambientali. Esempi di applicazioni dell’AI sono riferibili ai veicoli a guida autonoma che consentiranno l’ottimizzazione del traffico o la realizzazione di una rete distribuita in grado di migliorare lo stoccaggio dell’energia, l’efficienza e la gestione del carico per integrare al meglio le energie rinnovabili.

Blockchain

La tecnologia BlockChain può essere impiegata, come avviene in Cina con il progetto di IBM e Energy BlockChain, per migliorare il sistema delle transazioni di beni di carbonio. Registrare le risorse di carbonio su una Blockchain pubblica, infatti, garantirebbe la validità e la trasparenza delle transazioni. Oltre a questo, impiegando BlockChain, si potrebbero sviluppare piattaforme tra utenti per il commercio di energia rinnovabile o per la raccolta fondi per azioni a sostegno dello Zero Carbon, i cui flussi potrebbero essere gestiti in modo tracciato e, pertanto, trasparente. Insomma, blockchain potrebbe rappresentare quella tecnologia che, spostando in sé il fattore fiducia, potrebbe diventare elemento articolatore di tutta la filiera del valore della zero carbon economy.

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