Il digitale per l’agricoltura sostenibile: parla Massimo Vincenzini presidente dell’Accademia dei Georgofili

Far continue e ben regolate sperienze, ed osservazioni, per condurre a perfezione l’Arte tanto giovevole della toscana coltivazione”. L’antico obiettivo dell’Accademia dei Georgofili, fondata a Firenze nel 1753 per iniziativa del canonico lateranense Ubaldo Montelatici, era questo e ancora oggi l’accademia contribuisce, nello spirito illuministico che l’ha originata, non solo a far circolare nuove idee, ma a mantenere vivo il confronto sul mondo dell’agricoltura, in un quadro di sostenibilità che punta a Zero Carbon.

Storicamente, l’Accademia dei Georgofili finalizza la propria articolata attività al progresso dell’agricoltura, intesa in senso lato, e proprio sull’agricoltura, seppure non esplicitamente dichiarato, fa affidamento l’Agenda 2030 per il raggiungimento degli obiettivi prefissati per uno sviluppo sostenibile” – spiega il presidente dell’Accademia Massimo Vincenzini. “Logico, quindi, che vi sia armonia tra le attività dell’Accademia e quelle auspicate dall’Agenda 2030. Non solo: le attività dell’Accademia sono anche in linea con il recente programma Europeo Green Deal, il cui scopo principale è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, senza emissioni nette di gas ad effetto serra. Siamo di fronte a sfide di interesse globale e l’agricoltura è chiamata a fare la sua parte, svolgendo, come tradizione, un ruolo strategico sotto il profilo economico-sociale-ambientale. D’altra parte, la strategicità dell’agricoltura è chiaramente (e aggiungerei finalmente) balzata all’attenzione dell’opinione pubblica con la pandemia da COVID-19. Come sempre accaduto, le sfide avranno maggiori probabilità di essere vinte se saranno disponibili specifiche innovazioni messe a punto dalla ricerca e se troveranno attuazione i trasferimenti tecnologici suggeriti da puntuali sperimentazioni”.

Tema complesso quello della sostenibilità in agricoltura, che l’Accademia affronta con rigore scientifico e soprattutto cucendo insieme diversi saperi, compreso quello legato all’impiego delle tecnologie digitali che possono contribuire in modo importante. “Occorre definire nuovi modelli di crescita, capaci di coniugare sostenibilità e crescita” – si legge negli atti di un convegno sul tema organizzato dai Georgofili. “Modelli basati sulla maggiore conoscenza dei processi produttivi, consentita dalle nuove tecnologie in materia di analisi strumentale, di sensoristica, di visione satellitare, di nanotecnologie, ecc., ma anche da strumenti come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, la realtà aumentata. Strumenti in grado di creare utili supporti decisionali per migliorare la sostenibilità e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici dei diversi processi produttivi”.

Qual è l’approccio alla complessità dei temi trattati utilizzato dall’Accademia dei Gergofili?

Per quanto riguarda i Georgofili, utilizzando strumenti adeguati ai tempi, il metodo di lavoro è sostanzialmente lo stesso da 267 anni: le nuove acquisizioni scientifiche provenienti dal mondo della ricerca in agricoltura e le nuove idee concernenti il mondo agricolo vengono discusse ed approfondite in pubbliche adunanze da parte di Accademici, con il frequente contributo di ricercatori ed esperti di altri Enti ed Istituzioni pubbliche e private; successivamente, esaurienti sintesi e conclusioni vengono divulgate attraverso gli strumenti comunicativi dell’Accademia, a totale beneficio degli agricoltori, dei decisori politici e della intera società.

Qual è un progetto dei Gergofili al quale guardare con attenzione?

I Georgofili sono da alcuni mesi impegnati in un progetto volto a dare un concreto supporto alle imprese agricole in questo momento difficile sotto il profilo sia sanitario che economico. Infatti, a fronte dell’emergenza da COVID-19, l’Accademia ha tempestivamente avviato uno specifico programma di studio e ricerca per divulgare adeguati strumenti di conoscenza per la ripresa economica. Questa iniziativa ha assunto il nome di “L’Accademia per il post COVID-19” ed è suddivisa in due sezioni: “Antologia delle innovazioni per l’agricoltura” ed “Altri Contributi”, entrambe liberamente consultabili sul sito dell’Accademia. L’Antologia, cui tutti gli Accademici sono stati invitati a contribuire, raccoglie la descrizione, con linguaggio semplice, delle innovazioni mature per il trasferimento in agricoltura ed è diretta principalmente alle piccole e medie imprese agricole. I contributi vengono raggruppati in categorie che talora si identificano con consolidate filiere produttive (Cereali; Colture industriali; Frutticoltura; ecc.) ma, più frequentemente, rappresentano aree come sistemi colturali, meccanica e meccanizzazione, sistemi per la difesa dalle avversità, genetica e biotecnologie, tecnologie alimentari, economia e mercati, all’interno delle quali sono innovazioni di prodotto o di processo inviate dalla comunità scientifico-agraria italiana. Nel campo “Altri Contributi” trovano spazio documenti monotematici che, in qualche occasione, rappresentano veri e propri documenti di importante riflessione su comparti produttivi, o su risorse fondamentali per l’agricoltura, mentre altre volte, se pur in modo più sintetico, costituiscono indicazioni rilevanti su varie tecniche produttive. Anche in questo caso si procede alla catalogazione dei documenti secondo categorie specifiche. Tutto il materiale divulgato mediante questa iniziativa è stato sottoposto a referaggio interno. Il sito viene regolarmente aggiornato settimanalmente con l’inserimento di nuovi documenti.

In generale, pensa che la tecnologia possa essere strumento di sostenibilità?

Non vi è alcun dubbio che le tecnologie possano svolgere un ruolo fondamentale verso un uso razionale delle risorse disponibili, consentendo anche risparmi in termini economici ed energetici, ed avranno un impatto sociale sempre maggiore. Gli obiettivi previsti dalla Agenda 2030 mostrano in realtà un elevato grado di interconnessione tra di loro, rendendo difficile il raggiungimento di un obiettivo senza tener conto degli altri. L’enorme quantità di elementi e variabili in gioco richiede, direi più ragionevolmente impone, l’ausilio di tecnologie digitali che, quindi, saranno essenziali per il successo complessivo dell’Agenda. Agricoltura di precisione, smart farming e digital farming sono termini ormai usati sempre più frequentemente, anche se ho l’impressione che spesso vengano usati come sinonimi, nel maldestro tentativo di semplificare per rendere più facile e diffuso l’approccio alle nuove tecnologie, viste ancora con diffidenza da chi non dispone di adeguate conoscenze. D’altra parte, il tema della nuova tecnologia vista come nemica da contrastare non è nuovo: la storia ci insegna che l’uomo che non si aggiorna è fortemente conservatore nei confronti di ciò che sa e che fa. Tenendo conto dell’accelerazione impressa dal digitale in tutti i settori produttivi, incluso quello agroalimentare, e tenendo anche conto della velocità con cui le tecnologie digitali si affinano in virtù delle innovazioni che si susseguono con inedita rapidità, sarebbe importante investire in formazione ed aggiornamento professionale, ma questo spetta alla politica.

Quali gli strumenti digitali utilizzati per fare advocacy da parte della vostra associazione, con quali risultati?

Rispondo con un esempio banale: da alcuni anni i Georgofili si sono dotati del sito web, articolato in modo da rendere facile ed immediata la divulgazione e la ricerca di aggiornate informazioni scientifiche, con articoli sintetici e scritti in linguaggio semplice, dal taglio tipicamente divulgativo. Il sito è aggiornato con cadenza settimanale (ogni mercoledì), è collegato ad una newsletter e tra gli articoli che ultimamente compaiono con maggior frequenza figurano quelli inerenti l’applicazione delle nuove tecnologie digitali in agricoltura. Georgofili-INFO ha senza dubbio incontrato il favore del pubblico e, grazie al collegamento del notiziario con i social network, Facebook e Twitter, ha visto crescere in modo esponenziale il numero di utenti: oltre 33.000 visitatori distinti e circa 43.000 visualizzazioni di pagina ogni mese.

Ottimismo o pessimismo sul raggiungimento dei goal previsti da Agenda 2030?

Per formazione, ho una fiducia incrollabile nella scienza e nella sua capacità di risolvere problemi complessi e, nel suo insieme, gli obiettivi dell’Agenda 2030 costituiscono un concreto esempio di alta complessità. Sono quindi ottimista, ma, come ho già avuto modo di dire, la scienza da sola non basta: molto dipende dalle scelte della politica e, almeno in questo caso, dalle decisioni assunte a livello internazionale. In definitiva, sarà tutto difficile, molto difficile, ma non possiamo e non dobbiamo demordere!

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