G20, agricoltura digitale: in Italia oggi vale 400 milioni di euro

L’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano rileva un incremento del 270% rispetto al 2020 e dal G20 di Firenze arriva la “Carta della sostenibilità” con tre obiettivi: fame zero, trasferimento tecnologico e transizione ecologica

Immagine di Drazen Nesic distribuita da Pixnio con licenza CC0

Agricoltura digitale: ormai non è più futuro prossimo, ma concretissimo presente, tra gli argomenti focali del recente G20 ospitato a Firenze e conclusosi sulle dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole alimentari Stefano Patuanelli: «Abbiamo approvato un comunicato finale, la Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze. Ora la palla è nel nostro campo. L’appuntamento successivo è in Indonesia tra un anno: se noi non facciamo niente nel mezzo, il pianeta non ci aspetta».

Dall’incontro internazionale è uscita la “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari”, con tre enormi obiettivi: fame zero, trasferimento tecnologico e transizione ecologica. La realizzazione perfetta prevederebbe percorso congiunto tra essi, essendo temi intersecantisi. Partendo dallo spunto del G20, la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ha espresso l’esigenza di strumentazioni evolute hardware e software, per favorire un approccio più agile e controllabile agli agricoltori nei confronti delle loro strategie imprenditoriali.

L’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano ha rilevato in Italia un incremento del 270% rispetto all’anno precedente, portando il valore dell’agricoltura digitale a quasi 400 milioni di euro, a fronte di un mercato mondiale di 9 miliardi

CIA stima, infatti, che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con le nuove tecnologie, sebbene l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano abbia rilevato in Italia un incremento del 270% rispetto all’anno precedente, portando il valore dell’agricoltura digitale a quasi 400 milioni di euro, a fronte di un mercato mondiale di 9 miliardi. Vale a dire che si tratta «non più di una soluzione di nicchia – sottolinea il presidente CIA Dino Scanavino – ma di una garanzia di sicurezza alimentare, tracciando tutto il processo produttivo dell’agricoltore e così garantendo la necessaria trasparenza al consumatore finale».

Il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali rimanda al sito Innovarurale gli approfondimenti sull’evoluzione e le innovazioni nel sistema agroalimentare, nel raggio delle politiche europee, nazionali e regionali; tra le varie iniziative internazionali, ERA-NET ICT-AGRI raccoglie dati sui progetti in corso nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e la comunicazione (TIC) e dell’automazione per un’agricoltura competitiva, sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il fine è supportare la ricerca europea sulla digitalizzazione nel sistema agroalimentare e organizzare inviti internazionali alla ricerca, per mettere in comune risorse umane e finanziarie e migliorare sia l’efficienza che l’efficacia degli sforzi di ricerca europei nei sistemi alimentari.

Il cammino verso un trasferimento tecnologico diffuso è dunque condiviso dall’UE e l’Italia ha un ruolo da protagonista; l’Osservatorio Smart Agrifood si propone proprio di seguire i passi su questa strada, proponendosi come punto di riferimento nel nostro Paese per comprendere le innovazioni digitali (di processo, infrastrutturali, applicative, HW e SW) che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare, unificando le principali competenze necessarie: economico-gestionali; tecnologiche agronomiche. Negli intenti, i risultati di tali osservazioni sono poi da veicolare ai decision maker, creando occasioni di incontro e di confronto tra gli stakeholder, per ampliare l’informazione sul tema e l’applicazione nella pratica.

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