Economia circolare: come sviluppare modelli di business in armonia con la comunità? Intervista a Massimo Macarti: AD di Canon Italia

La filosofia Kyosei, vivere e lavorare insieme per il bene comune che governa l’operato di Canon, porta con sé intrinsecamente il legame tra modelli di business e armonia con gli stakeholder di riferimento, quali la comunità e l’ambiente che viviamo. Massimo Macarti, Amministratore Delegato di Canon Italia, parla di economia circolare e di come questa rappresenti un punto centrale dell’operare in un quadro di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Qual è il significato di economia circolare per Canon e come questa viene messa in atto nel concreto?

Nella nostra azienda mettiamo in pratica la circolarità dai primi anni Novanta e già 30 anni fa’ sviluppammo un sistema per il riuso di toner e cartucce per stampanti che oggi arrivano a superare le 400mila tonnellate su scala globale. Cartucce e toner vengono riciclati con la massima attenzione alla qualità e non differiscono certo da un prodotto nuovo. Oltre a ciò, in Canon il remanufactoring è una realtà grazie a diverse fabbriche nel mondo di cui una in Germania che si occupano della fabbricazione di nuovi dispositivi di stampa composti da parti riciclate. Una rinascita curata in ogni minimo dettaglio, che vede le fabbriche controllare, con precisione teutonica, ogni singolo pezzo per rimontarlo in una macchina che non ha nulla da invidiare, dal punto di vista della qualità di stampa, a una nuova. Una attività questa, come quella del riciclo di toner e cartucce, frutto degli investimenti in Ricerca e Sviluppo e dello sforzo aziendale finalizzato all’innovazione di prodotto e processo che metta al centro la necessità di riusare i materiali recuperati e rientrati in azienda. Oltre a questo, negli anni si è lavorato molto per rendere più sostenibili e meno impattanti anche altri aspetti dello sviluppo, come ad esempio prodotti con una carbon footprint minore, imballaggi sempre più minimal, scarti ridotti all’indispensabile e durata dei toner sempre maggiori.

Abbiamo parlato di apparecchiature interamente ricostruite a partire da materiali usati: c’è mercato per questi oggetti? Come vengono visti dai clienti?

I dispositivi ricostruiti tramite il riuso di parti di stampanti dismesse hanno una loro importante fetta di mercato. Essendo macchine per ufficio, e non per utenti finali, spesso sono preferite rispetto alle nuove poiché rispondono a caratteristiche specifiche del procurement pubblico che incentiva molto questo tipo di prodotto, in particolare in alcuni Paesi in cui i criteri ambientali minimi sono diversi da quelli italiani. Inoltre, il ricondizionamento porta a prodotti di grande qualità, visto anche che la maggior parte dei pezzi hardware riusati non presenta obsolescenza elevata, e pertanto può essere considerato come nuovo.

L’economia circolare si “respira”, dunque, in Canon?

Esattamente come la sostenibilità, anche il modello di circolarità ha bisogno di un coinvolgimento da parte di tutti i dipendenti. Per fare questo, proprio in questi giorni, si è svolto un hackaton di idee che ha visto la partecipazione di dipendenti provenienti dalle sedi di tutta Europa che ha lavorato per proporre idee innovative legate alla circular economy nella logistica, nel packaging e della B-stock, ovvero nel processo di recupero delle apparecchiature che rientrano in azienda. Le idee ora saranno analizzate e rielaborate per individuare quelle che potranno entrare a far parte della “nostra” economia circolare.

Il rapporto Symbola su economia circolare ci rimanda a un’idea molto positiva del nostro Paese. Davvero le imprese italiane sono brave nel riciclo? Cosa potrebbe stimolarle a far meglio?

Il nostro è un Paese che sicuramente è ben predisposto al modello di circolarità dell’economia, visto che per ragioni culturali possiamo definirci un popolo parsimonioso, abituato a non sprecare le risorse, specie se limitate. Oltre alla base culturale, devo dire che negli anni sono stati fatti interventi anche di tipo legislativo che hanno incentivato il riciclo. Se pensiamo, per esempio, ai rifiuti rispetto ad altri Paesi europei, da noi i Consorzi, con tutte le cautele del caso, spesso sono riusciti a gestire bene la raccolta differenziata, portandoci ad essere “campioni” a livello europeo. Chiaramente si può fare molto di più. Se guardiamo per esempio ai criteri minimi ambientali per gli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni, le stazioni appaltanti sono obbligate da qualche anno ad acquistare almeno un 30% di rigenerato nel caso di toner e cartucce. A fronte di quella che è una lodevole iniziativa concettuale, però, c’è la possibilità di considerare “rigenerati” anche toner e cartucce che presentano livello qualitativi discutibili.

Quali i vantaggi dell’economia circolare rispetto al business aziendale? Perché scegliere questo modello e perché è espressione di sostenibilità non solo ambientale?

Guardando al business model, dobbiamo lavorare sulla trasformazione di quest’ultimo verso il concetto di servizio e di pay per use invece che di ownership. Non stiamo parlando certo di un concetto nuovo, visto che il noleggio esiste da molti anni, ma possiamo contare adesso su alcune tecnologie digitali abilitanti quali l’IoT, il Cloud o l’AI, che ci aiutano ad apprezzare le opportunità di questo modello di business. Pensiamo per esempio al noleggio delle bici nelle città: avendo a disposizione app per il noleggio, sensori di controllo a distanza e geolocalizzazione del mezzo, possiamo vedere il servizio come una opportunità vera e molto più conveniente in termini economici rispetto al possesso del mezzo.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here