2021, tra certezze acquisite e tech trend

Il 2020 e l’inizio del 2021 con la loro inattesa pandemia e le diverse ondate vissute hanno lasciato segni, certezze, insegnamenti e possibilità di fare previsioni. Tralasciando i segni, evidenti a tutti, tra gli insegnamenti c’è quello del cambiamento possibile, anche grazie alle forzature che non sempre lo hanno reso indolore: secondo McKinsey le trasformazioni per le quali si era previsto un tempo necessario di 5 anni si sono realizzate in alcuni casi in 8 settimane appena.

La capacità di riadattarsi e trasformarsi in modo rapido ha giocato un ruolo fondamentale lo scorso anno e si prevede possa fare altrettanto in questo, con le aziende che, secondo CompTIA 2021 che ha analizzato le aspettative dei dirigenti delle società tecnologiche e IT, prevedono di modificare i propri modelli di business offrendo più servizi, testando tecnologie emergenti ed esplorando nuove opportunità di mercato.

Quali le “certezze” acquisite nel 2020 che influenzeranno il 2021?

Lavorare in modo smart è possibile

Secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano nella fase più acuta dell’emergenza circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani è passato al lavoro agile, portando il numero dei lavoratori “agili” a oltre 6 milioni e mezzo, ovvero dieci volte più dei 570mila del 2019. “Niente sarà più come prima” l’altra certezza evidenziata dallo stesso osservatorio con i dati presentati a novembre 2020, ovvero solo una parte minore degli smart worker attuali tornerà a lavorare nel modo “tradizionale”. Questo sta a significare, in termini previsionali, che le aziende dovranno investire in trasformazione digitale. Trasformazione digitale che, secondo quanto si legge nel Digital Transformation Journey di Canonè un percorso, non un punto di arrivo. Per gestire il lavoro da remoto è meglio concentrarsi sulla comunicazione di base, la collaborazione e l’accesso ai documenti. Bisogna dedicarsi ai processi più critici per l’azienda, come la gestione finanziaria, l’ufficio legale e il reparto HR”. Ci si concentrerà pertanto nei mesi a venire su tutto ciò che è necessario fare per mettere “l’ufficio in cloud”.

Formarsi e relazionarsi a distanza non è solo possibile ma è vantaggioso

Per avere un termine di paragone in merito alla crescita di “formazione a distanza” erogata nel 2020, si può dare uno sguardo ai dati del XIX Rapporto sulla formazione continua di ANPAL riferito ai fondi interprofessionali, che rappresentano oltre 900 mila aziende per circa 10 milioni di lavoratori. Questi mettono in evidenza un +32% di corsi online del 2020 rispetto al 2019 e una previsione da parte dei 14 direttori dei principali fondi, per una media pari al 27% dei corsi da erogare da remoto anche a pandemia finita. Se si va a guardare al grado di soddisfazione, un’analisi di mercato condotta a novembre 2020 dalla BVA DOXA per Skilla su un campione di 400 aziende sopra i 250 dipendenti, parla di un 90% di aziende che hanno sperimentato la modalità elearning per la prima volta e che la ritiene una opportunità da utilizzare per il futuro. Tra i vantaggi evidenziati dall’eLearning la possibilità di formare un maggior numero di dipendenti in modo veloce a un costo minore rispetto alla formazione in presenza, nonché l’attenzione al Work-life balance dei partecipanti.

In un perimetro digitale sempre più vasto occorre difendersi

Nel 2020 gli attacchi informatici sono aumentati per il 40% delle grandi imprese, anche a seguito della diffusione dello smart working e all’introduzione di dispositivi personali e reti domestiche nel perimetro aziendale. Secondo i dati dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, le aziende lamentano ancora scarsa consapevolezza delle minacce da parte del top management (74%) e una difficoltà evidente da parte delle PMI ad adeguarsi ai nuovi modelli di organizzazione del lavoro imposti dall’emergenza. Secondo il 59% delle piccole imprese intervistate l’uso di device personali e reti domestiche ha esposto le aziende a maggiori rischi di sicurezza, e per il 49% sono aumentati gli attacchi informatici. Ma a fronte di questa nuova consapevolezza, soltanto il 22% ha previsto investimenti in sicurezza per il 2021.

Cosa succederà nei prossimi mesi?

Come ogni anno tantissimi sono i “trend” evidenziati da diversi analisti. Tra questi, ce ne sono alcuni che ricorrono in diverse previsioni.

Il cloud first è una realtà. Anche guardando alle certezze acquisite, le imprese si sono rese conto dell’importanza di avere servizi disponibili per dipendenti e clienti in modo semplice e affidabile. Dopo anni di stallo nell’adozione del cloud da parte delle PMI, infatti, l’Osservatorio Cloud Transformation PoliMI ha registrato un +42%, destinato a salire ancora in questo 2021.

Il ricorso all’AI è un valore aggiunto. Le previsioni per la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, in passato associata soltanto ad alcune attività, abbraccia ora tutti i settori, visto che ovunque c’è necessità non solo di “controllo a distanza” ma anche di automatizzazione di alcune decisioni sulla base dei dati raccolti. Pensiamo per esempio al settore sanità e a quanto l’AI potrà aiutare non solo a monitorare i pazienti senza che questi raggiungano strutture sanitarie, ma anche a prevedere eventuali problemi di salute: i medici umani, solo per fare un esempio, rilevano la fibrillazione atriale con una precisione del 70-80%, mentre i modelli di IA lo fanno con una precisione del 99%.

Diversità, Equità e Inclusione sono priorità per un ambiente di lavoro equo e inclusivo. Secondo Deloitte questa è da ritenersi una priorità strategica aziendale per il 96% dei CEO. Gli strumenti, anche digitali, necessari per supportare questo tipo di iniziative lungo l’intero percorso professionale dei lavoratori ci sono. E il 2021 è l’anno giusto per testarli e sperimentarli.

Se il 2020 è stato l’anno del cambiamento obbligato e repentino, il 2021 si preannuncia come il momento di radicare e consolidare l’evoluzione dello spazio di lavoro. Non si parla più solo di una trasformazione tecnologica, bensì di un vero e proprio cambio di paradigma dell’ambiente di lavoro. Affinché questo sia possibile l’individuo torna ad essere al centro dei processi: collaborazione, sicurezza e automazione intelligente sono le chiavi per comprendere e disegnare lo sviluppo di quello che in Canon definiamo Hybrid Workspace.” Afferma Giuseppe D’Amelio, Marketing Director Document Solution di Canon Italia.E’ infatti ciascuno di noi che si assume l’impegno di mettere in pratica nuove forme di collaborazione e di produttività, in piena sicurezza indipendentemente dal luogo in cui si trova. Inoltre, si comincia a parlare sempre di più di Industria 5.0, che vedrà nel 2021 l’emergere di un nuovo modello di impresa che guarda a una cooperazione sempre più significativa tra macchine ed esseri umani”.

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