Foreste sostenibili e competitive, una spinta anche dalla tecnologia e dal digitale

La digitalizzazione può dare una spinta fondamentale ad una agricoltura ed una gestione delle foreste sostenibile e competitiva, e in questo senso, alcune storie interessanti arrivano anche dall’Italia

Le foreste rappresentano un patrimonio inestimabile per l’Unione Europea, occupando il 43% del suo territorio e risultando una delle fonti di approvvigionamento rinnovabili più importanti. I 182 milioni di ettari di foreste europee racchiudono una vasta biodiversità, caratteristiche peculiari e numerose opportunità economiche, ma sono anche diversi i benefici che la società può ricevere da una corretta e sostenibile gestione di queste aree, primo tra tutti la possibilità di posti di lavoro. Sul ruolo chiave delle foreste è impegnato da quasi un decennio il European Innovation Partnership for Agricultural productivity and Sustainability (EIP-AGRI), uno dei cinque network nato da “Innovation Union” all’interno della Strategia Europa 2020. Nell’ultimo mese del 2020, EIP-AGRI ha focalizzato la sua attenzione sul tema foreste e ha tirato le somme sul lavoro svolto nei suoi 7 anni di vita: l’innovazione digitale risulta ormai uno dei più importanti driver dei progetti finanziati dal network, sia nel settore agricolo che in quello forestale. In tutta Europa, numerosi Operational Groups del EIP-AGRI hanno sviluppato strumenti digitali a supporto delle attività promosse per affrontare le innumerevoli sfide che il cambiamento climatico e le attività antropiche hanno lanciato al benessere delle foreste europee. La Partnership e la Commissione europea sono in accordo sul fatto che la digitalizzazione possa dare una spinta fondamentale a un’agricoltura e una gestione delle foreste sostenibile e competitiva, obiettivo primario del EIP-AGRI. Ad oggi, droni, satelliti e piattaforme digitali integrate, queste ultime volte a favorire la raccolta e l’analisi dei dati in tempo reale, sono ampiamente utilizzati dagli agricoltori con l’obiettivo di tenere sotto controllo le condizioni dei suoli, gestire nel migliore dei modi le risorse idriche e monitorare il bestiame e le colture, utilizzando proprio i dati raccolti come fonte per una pianificazione più sostenibile e efficiente. Scegliere i migliori strumenti da utilizzare richiede ovviamente del tempo e un’analisi approfondita del contesto in cui ci si trova, ma i benefici che la digitalizzazione può portare a questi settori sono numerosi, da una maggiore redditività dei suoli, a un miglioramento delle condizioni di lavoro, fino a una maggiore armonia con l’ecosistema in cui si svolgono le attività umane, quindi minori impatti.

L’Europa crede nel cambiamento con il Next Generation Eu

La spinta al digitale, raccontata anche da EIP-AGRI attraverso i progetti finanziati, è qualcosa su cui l’Unione Europea non vuole più rimandare. Con il Next Generation EU oltre il 50% dei fondi sarà destinato alla modernizzazione, tra attività di ricerca e sviluppo portate avanti tramite il programma europeo Horizon e progetti incentrati sulla transizione digitale. Sotto i riflettori anche il sostegno alla politica agricola comune (PAC) e alla lotta ai cambiamenti climatici, quest’ultima che riguarderà il 30% dei fondi europei. Il Next Generation EU prevede 5 miliardi di euro per il programma Horizon e 7,5 miliardi di euro per il Fondo per lo sviluppo rurale, voci di finanziamento che sono una gran bella garanzia per EIP-AGRI che fa affidamento principalmente su queste due fonti per portare avanti i progetti in tutta l’Unione. Ad oggi, gli Operational Groups del sistema EIP-AGRI supportati dai Programmi di sviluppo rurali (PSR, finanziati dal Fondo per lo sviluppo rurale) superano quota 1600, e si occupano di sviluppare nuovi processi, tecnologie e pratiche per il settore agricolo, forestale e alimentare. Gli altri progetti di EIP-AGRI sono promossi dal programma Horizon, che per i progetti denominati ‘multi-actor’ ha stanziato circa un miliardo di euro per il periodo 2014-2020. Sempre tramite Horizon, EPI-AGRI ha creato opportunità per i ‘thematic network’ che hanno il compito di rendere le conoscenze e le migliori pratiche esistenti più accessibili a chi ne dovrà beneficiare, quindi agricoltori, selvicoltori, consulenti e altri attori del settore agricolo e forestale. Di questa categoria si contano oltre 30 network in giro per l’Europa. Per tornare sul tema delle foreste, è stato già annunciato per il nuovo anno un programma di finanziamenti per progetti di ricerca da parte di ForestValue, consorzio che promuove l’innovazione e la competitività nel settore forestale. C’è in ballo un totale di oltre 11 milioni di euro di fondi pubblici a supporto di progetti di ricerca (da far partire a fine 2021) che si focalizzino su come utilizzare nel migliore dei modi le foreste e le sue risorse per poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Parliamo quindi di progetti che, tramite la creazione di conoscenza e il coinvolgimento dell’intera catena del valore legata alle foreste, dovranno facilitare la transizione verso un’Europa a emissioni zero (obiettivo del Green Deal entro il 2050), un’economia circolare e una società sostenibile.

Digitale e foreste: in Italia si è all’opera

EIP-AGRI fa da ponte tra il mondo della ricerca e gli attori che lavorano direttamente la terra, mettendosi in gioco per favorire l’innovazione nel comparto agricolo e forestale europeo seguendo il motto di produrre ‘di più con meno’. Alla base la necessità di rendere i settori più resilienti, sostenibili e competitivi. L’EIP-AGRI non ha certo evitato di scommettere sulla tecnologia e sulla digitalizzazione, e su questo fronte ci sono alcune storie interessanti che arrivano dall’Italia. Nel complesso sono circa 25 gli Operational Groups che si occupano di foreste sul territorio italiano, e c’è chi oltre alla valorizzazione di residui da attività forestali (quindi economia circolare) o a progetti di carbon-sequestration, si occupa di sviluppare software o utilizzare strumenti digitali per capire come poter gestire al meglio il patrimonio forestale di propria competenza. A Ferrata, per esempio, un gruppo operativo fa uso di droni per monitorare il territorio forestale e effettuare rilevamenti tramite la tecnica fotogrammetrica delle particelle forestali: in questo modo è possibile raccogliere informazioni per capire come poter proteggere le aree forestali dai danni della fauna selvatica e portare benefici in termini di sostanze organiche e carbonio nel suolo. Sotto lo schema dei PSR, sono stati stanziati 135 mila euro per questo progetto che terminerà nel 2022. In provincia di Parma invece si è scelto di analizzare i dati raccolti sul territorio utilizzando SIMAPRO, uno dei software di Life-cycle assessment (LCA) più diffuso al mondo, per misurare l’impronta ambientale delle Comunalie di Borgo Val di Taro e delle filiere produttive collegate. Tra le idee progettuali più interessanti del suo network, l’EPI-AGRI riporta il progetto AGREEGREEN che in Umbria sviluppa strumenti e modelli per ottimizzare la catena di fornitura del legno mettendo all’azione software specifici per la redazione automatica di contratti con gli altri attori coinvolti e per analizzare le migliori soluzioni per il compostaggio della biomassa di bassa qualità, con un budget messo a disposizione di quasi 200 mila euro. Dalla provincia di Belluno arriva un’altra storia italiana dove si sta mettendo in piedi una piattaforma digitale integrata che consenta alle imprese forestali di avere una panoramica sull’offerta e la vendita di legame e che giocherà un ruolo fondamentale nella raccolta di quei dati utili a tenere sotto controllo la tracciabilità del legname, ma anche la sicurezza sul lavoro degli operatori nel settore.

Una spinta per le nuove generazioni

Aprire alla tecnologia e alla digitalizzazione è anche per l’EIP-AGRI un modo per riavvicinare i giovani alla terra: “Dobbiamo creare una visione dell’agricoltura che sia sufficientemente attraente per la nuova generazione – spiega Anikó Juhász, co-presidente Standing Committee on Agricultural Research (SCAR) – e l’innovazione, in particolare l’innovazione digitale rispettosa del clima, può aiutarci a farlo”. Le opportunità ci sono, l’Europa crede nella digitalizzazione e nella necessità di gestire in maniera sostenibile le aree rurali: è quindi ora di mettersi in gioco e cogliere questa occasione.

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