Legambiente: per accelerare la mobilità sostenibile nelle città occorre una riforma del Ministero dei Trasporti

È ciò che propone Legambiente all'interno del suo Rapporto annuale 'Pendolaria 2021': la politica dei trasporti a livello nazionale deve guidare e sostenere i programmi e progetti nelle città e nelle realtà locali. Con un ruolo decisivo da parte delle tecnologie e piattaforme digitali

Con le possibilità che si aprono – attraverso le innovazioni in corso nell’elettrificazione delle infrastrutture di trasporto e nella digitalizzazione dei dati –, da qui al futuro le città potranno essere protagoniste di un cambiamento radicale della mobilità.

Quello che le esperienze recenti di città europee e italiane dimostrano è che, dove si investe sul trasporto pubblico su ferro (treni, metropolitane, tram con corsie riservate) diventa possibile costruire un modello di mobilità in cui il valore aggiunto è l’integrazione con spostamenti in bici e a piedi lungo percorsi sicuri, con un sistema di trasporto pubblico locale ridisegnato proprio per ottimizzare gli scambi e ridurre i tempi di attesa, con le nuove forme della Sharing mobility di auto, motorini, biciclette, monopattini elettrici.

Ma, secondo Legambiente, per cogliere appieno queste opportunità occorre accompagnare questi processi – innovativi e tecnologici – con una politica nazionale dei trasporti e della mobilità che aiuti i Comuni e le realtà locali ad accelerare in questa direzione.

In questo scenario, “il Ministero dei Trasporti in questi anni ha spostato una quota crescente di investimenti verso le aree urbane, ma ora deve essere riformato, per diventare il motore dell’innovazione nella mobilità sostenibile”, si sbilancia e propone Legambiente, all’interno del suo Rapporto annuale ‘Pendolaria 2021’,

Un piano nazionale per la mobilità sostenibile urbana

Per accelerare in questa direzione il Ministero dei Trasporti (Mit) “deve presentare un piano nazionale degli interventi per la mobilità sostenibile urbana”, rimarca l’associazione ambientalista, “con il quadro delle priorità finanziate nelle città italiane per le infrastrutture su ferro, per quelle ciclabili e per la revisione del codice della strada, in modo da favorire gli spostamenti in bici e a piedi. E a questi interventi deve andare la quota prevalente delle risorse stanziate dal Mit, come avviene negli altri Paesi europei”.

Negli anni scorsi il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha già realizzato una riforma rilevante per gli investimenti nella mobilità sostenibile urbana: si è infatti stabilito un accesso prioritario alle risorse statali previste per i Comuni che elaborano Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (Pums). In questo modo diventa possibile per le città programmare interventi di ridisegno della mobilità e di riqualificazione urbana. Sono stati poi approvati interventi per l’acquisto di materiale rotabile per metro, tram, filobus (a Torino, Milano, Roma, Napoli), e per la realizzazione di nuove linee di tram, metro, filobus e funivie (a Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Roma, Firenze, Palermo, Catania, Cagliari, Sassari).

Secondo Legambiente “questa prospettiva deve continuare con Pums che devono contenere obiettivi ambiziosi di riequilibrio modale, e progetti capaci di realizzare il salto di qualità, e che devono entrare a far parte del piano nazionale in modo da dare continuità agli investimenti e rilevanza al cambiamento in corso”.

L’eredità del Covid nei bilanci delle imprese di trasporti

Si tratta in sostanza di procedere con programmi e progetti per la mobilità sostenibile nelle città che colleghino e mettano insieme risorse e visioni di livello nazionale con le applicazioni concrete a livello locale e cittadino, in modo che possano svilupparsi in parallelo, e convergendo in sinergie, e di pari passo.

L’eredità del Covid sul sistema dei trasporti sarà rilevante, con un buco nei bilanci delle imprese che gestiscono il servizio, per la riduzione delle entrate, solo in parte coperto attraverso le misure economiche di emergenza al Coronavirus”, fa notare Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, ma questo scenario “ha anche confermato i problemi che esistono sulla rete e la necessità di controlli rispetto a situazioni di disagio che devono terminare, perché durano da troppo tempo, e costringono decine di migliaia di persone a utilizzare l’auto. Il problema del sovraffollamento delle corse era già prima un tema importante; la pandemia l’ha reso evidente date le mutate condizioni di sicurezza sanitaria”.

Il ruolo decisivo delle reti e tecnologie digitali

Oltre a immaginare, progettare, finanziare e quindi realizzare sistemi integrati e moderni per trasporti sostenibili, efficienti e Green, un campo di innovazione specifico che ha bisogno di un ruolo innovativo da parte dello Stato riguarda poi, secondo Legambiente, la transizione digitale nella mobilità: con le nuove tecnologie, si aprono infatti possibilità senza precedenti di monitoraggio e pianificazione dei trasporti attraverso l’accesso a quell’enorme numero di dati provenienti dagli smartphone dei viaggiatori e cittadini, e dai sistemi di mobilità. Tutto ciò consente di rendere più efficaci le politiche e le azioni concrete sui trasporti, e ogni giorno di informare e aiutare le persone a scegliere la modalità più veloce per spostarsi.

“Occorre costruire piattaforme digitali per la gestione dei dati e accordi con le diverse aziende, con l’obiettivo di difendere la sovranità digitale dei cittadini, il valore pubblico dei dati, il loro ruolo a servizio dell’interesse collettivo”, propone Zanchini. In questo modo si possono valorizzare al meglio le innovazioni nella mobilità pubblica – con dati in tempo reale sul servizio e sugli aggiornamenti – e per l’accesso all’articolata Sharing mobility di auto, moto, biciclette e monopattini che possiamo trovare anche nelle città italiane, ma anche potendo contare su informazioni sempre più accurate sulle reti ciclabili e i percorsi più sicuri e piacevoli, a piedi e in bicicletta.

É il sistema dei cosiddetti ‘trasporti a rete’, o multimodali, che per svilupparsi e affermarsi ulteriormente devono diventare sempre più pratici, veloci e convenienti per viaggiatori e cittadini. E una mobilità più tecnologica e digitale è anche più pratica, veloce e conveniente.

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