Meno tocchi per la ripartenza: il potenziale delle tecnologie touchless

Le mani contribuiscono a trasmettere indirettamente il virus, e questo porta a restrizioni negli spostamenti, chiusure e conseguenti perdite economiche. Ridurre le necessità di contatto con gli oggetti può aiutare a rallentare il contagio: una soluzione, in tal senso, può arrivare dal digitale, in particolare dalle tecnologie touchless

Le restrizioni, la paura del contagio, la chiusura di negozi, uffici ed attività sta caratterizzando la nostra vita da ormai più di un anno. Tra un’ondata e l’altra della pandemia si assiste agli allentamenti delle limitazioni e dunque alla possibilità di uscire ed incontrarsi, aumentando di conseguenza i contatti con altre persone.

A tal proposito, è forse utile ricordare una cosa banale ma non del tutto scontata, e cioè che le occasioni di contatto non sono solo quelle dirette tra una persona e un’altra persona, ma includono anche quei modi indiretti attraverso i quali una persona viene a contatto con qualcosa precedentemente utilizzato da qualcun altro: mezzi pubblici, prodotti nei supermercati, tasti dell’ascensore, banconi dei bar, giostre e così via. Più persone escono, quindi, maggiori sono anche le possibilità che questi – se infetti – tocchino oggetti, diffondendo il virus in modo indiretto.

Le mani sono il principale veicolo di trasmissione indiretta del virus, e le particelle infettanti possono restare attive sulle superfici anche per più giorni. Questa è una delle principali ragioni che ha spinto i governi a chiudere i negozi, strutture di interi settori commerciali, portandoli a perdite cospicue e dalle quali non si riprenderanno subito.

Con l’arrivo della pandemia, il numero di passeggeri del traffico aereo, per esempio, è calato globalmente del 60% rispetto al 2019, un dato che secondo l’ultimo report dell’International Air Transport Association (IATA) genera una riduzione del 66% nei ricavi, ossia 118 miliardi di dollari netti. Il sostentamento di oltre 46 milioni di persone che lavorano in questo settore è messo seriamente a rischio dalla pandemia, e le stesse compagnie aeree non riescono sempre a sostenere i propri dipendenti.

Nel settore dell’hotellerie, invece, l’occupazione degli alberghi durante il 2020 è stata del 13%, il che vuol dire che è calata dell’83% rispetto all’anno precedente, generando incredibili perdite e ripercussioni tanto sui lavoratori stagionali – che sono la maggior parte – quanto sui non stagionali. Si pensi al fatto che d’estate molti alberghi e strutture di accomodation non hanno nemmeno avuto la possibilità di riaprire.

Stesso discorso per il cinema, le cui perdite per i biglietti venduti nel 2020 ammontano a 2.3 miliardi di dollari solo in Nord America, e cali di forti entità sono stati rilevati anche in Europa e in Italia, causando la chiusura di tante realtà storicamente rilevanti per la cultura del nostro paese.

Disinfettare correttamente oggetti e superfici può portare ad una riduzione del 71% delle probabilità di trasmissione del virus, ed è quindi facile pensare che possa essere altrettanto efficace ridurre il numero di occasioni in cui più persone toccano uno stesso oggetto. Questo dato non può, tuttavia, rappresentare una giustificazione per continuare a tenere in stallo interi settori economici come quelli citati poco fa; urge, piuttosto, un ripensamento di alcuni meccanismi e processi per favorirne la ripartenza, garantendo livelli di sicurezza tali da ridurre al minimo le possibilità di contagio.

In tal senso, le tecnologie digitali possono dare un importante supporto, rendendo non più necessari alcuni contatti tra persone così come quelli con oggetti e superfici, aiutando così a ridurre le occasioni di contatto – e potenzialmente di contagio – e a far sì che le attività possano riaprire in totale sicurezza.

Il digitale per diminuire i “contatti”

Su TechEconomy2030 abbiamo già avuto l’occasione di accennare a come le tecnologie digitali possano essere utilizzate per ridurre i tocchi indispensabili ad oggetti e superfici: ne abbiamo parlato analizzando il modo in cui il digitale può supportare la ripartenza della musica dal vivo, e lo abbiamo ritrovato nelle parole di Fabio Degli Esposti in merito all’innovazione del trasporto aereo.

Ma volendo ulteriormente sviscerare il tema ed esplorarlo un po’ più a fondo, spostiamo ora l’attenzione alle tecnologie touchless, cioè quelle tecnologie che permettono l’utilizzo di dispositivi senza aver bisogno di toccarli.

Il digitale è, da una parte, un fattore abilitante delle tecnologie touchless, perché è alla base del funzionamento dei sistemi informatici che elaborano ed interpretano i segnali ed i movimenti delle persone e rispondono con una determinata azione. D’altra parte, abbinare le tecnologie touchless a quelle digitali apre un mondo di opportunità e di possibili impieghi su più processi.

La blockchain può essere impiegata nella gestione dei biglietti digitali e SecuTix, azienda specializzata in questo settore, la utilizza proprio per ridurre le possibilità di contatto e il passamano dei biglietti. Questa tecnologia permette la creazione, su una rete decentralizzata ed accessibile a tutti, di un ticket univoco e crittografato al quale viene collegata un’autodichiarazione sullo stato di salute e di vaccinazione individuale con scadenza temporale. Il biglietto elettronico è già di per sé touchless, ma la soluzione di SecuTix permette di effettuare controlli più precisi sui possessori, di monitorarne lo stato di vaccinazione e di organizzare al meglio l’evento sulla base delle nuove disposizioni dei governi sui flussi di persone e capacità consentite per gli eventi.

Le intelligenze artificiali degli assistenti vocali possono essere utilizzate in molti modi per non far toccare oggetti o pulsanti. La startup Picovoice, ad esempio, ha sviluppato un’interfaccia touchless per gli ascensori completamente gestibile con la voce: la persona può direascensore, piano 3”, oppure “ascensore, portami al secondo piano”, e di fatto non ha alcun bisogno di toccare i tasti. È stato dimostrato, a tal proposito, che sui tasti degli ascensori si possono depositare circa 313 colonie di batteri, ed è quindi ragionevole pensare che sia necessario – oggi più che mai – che soluzioni di questo tipo vengano applicate, per facilitare le riaperture degli uffici e per renderle più sicure.

Amazon ha sviluppato una tecnologia touchless per scansionare il palmo della mano ed abilitare i pagamenti all’interno degli Amazon Go Stores. Il progetto si chiama One, per ora disponibile solo nello store di Seattle, ed è in grado di riconoscere la conformazione unica delle vene sottopelle al pari di un riconoscimento facciale. Ma le potenzialità di questa tecnologia si espandono ulteriormente se viene unita al digitale: infatti, l’idea di Amazon è quella di conservare i dati sul palmo della mano con il cloud, e in futuro utilizzare la tecnologia in sostituzione dei biglietti di aerei, musei ed eventi, così come anche delle tessere dell’ufficio e di tutto ciò che possa richiedere un pass.

I menù digitali consultabili tramite QR code sono stati una delle caratteristiche delle prime riaperture estive, a dimostrazione di come una tecnologia già da tempo diffusa, possa essere efficacemente riutilizzata in un contesto del genere. Infatti, le tecnologie touchless sono già oggi utilizzate da molte persone – si pensi ai pagamenti con lo smartwatch, piuttosto che alle scansioni facciali negli aeroporti – ma affiancarle al digitale fa sì che possano essere applicate in più occasioni e con maggiore sicurezza.

Svolgere attività con meno tocchi possibili dovrà essere, almeno nel breve periodo, una condizione (quasi) necessaria per permettere la ripartenza di quei settori maggiormente in difficoltà: il digitale, in questo senso, può rendere il tutto più semplice e aumentare la portata e l’efficacia di quelle soluzioni innovative ora più che mai indispensabili.

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