Il trasporto aereo tra effetti della pandemia e spinta all’innovazione per la sostenibilità: intervista a Fabio Degli Esposti

In questo sesto appuntamento della rubrica Sustainability Talk, il nostro ospite è Fabio Degli Esposti, dal 2008 CIO di SEA Aeroporti di Milano, azienda che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa: la sostenibilità al centro delle strategie di sviluppo del settore. La tecnologia un abilitatore essenziale

L’aeroporto di Malpensa rappresenta, ormai da diversi anni, la più importante industria di tutto il territorio lombardo. Basta questo dato per capire l’impatto in termini economici e sociali di un aeroporto. Impatto che si traduce in occupazione, certo, ma anche in impatto ambientale che richiede attenzione e gestione manageriale consapevole.

Apre così la sua intervista Fabio Degli Esposti, CIO di SEA Aeroporti di Milano, evidenziando come chi opera nel settore del trasporto aereo, proprio per questo motivo, deve guardare alla sostenibilità come un elemento imprescindibile al quale riferirsi, ed al digitale come uno strumento fondamentale per supportarla e perseguirla. Soprattutto in un momento di grande cambiamento come quello che stiamo attraversando.

La sostenibilità come leva economica e di sviluppo sociale

L’impatto di un aeroporto sul territorio è sempre importante. Pensiamo a Malpensa: anche dal punto di vista meramente dimensionale la struttura aeroportuale ha un perimetro superiore a 28 chilometri. Inoltre – anche se negli ultimi anni le tecnologie avioniche hanno portato ad avere aeromobili più efficienti – gli aerei sono mezzi che indubbiamente inquinano. E non possiamo non considerare il disturbo alla normale vita sociale: esistono corridoi di decollo concordati con gli enti preposti proprio per minimizzare il fenomeno, ed un continuo interscambio di informazioni e azioni di monitoraggio tra l’aeroporto e la comunità per cercare di ridurre al minimo questo elemento di disturbo, ma non possiamo negare che esista. Per questo dobbiamo guardare alle tecnologie digitali come ad alleate che ci consentano di ridurre l’impatto sociale ed ambientale che ogni aeroporto potenzialmente genera, assieme al grande vantaggio economico per il territorio che lo ospita, sfruttando la leva della tecnologia per ripensarne il senso. Soprattutto in un momento di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo”. 

Per questo, sostiene Fabio Degli Esposti, nel settore aeroportuale la sostenibilità è percepita dal management in modo molto attento e consapevole, rappresentando un elemento strategico che pervade tutta l’azienda. Un livello di attenzione che deve anche tradursi in una leva di crescita e di sviluppo: “perché se oggi non guardi alla sostenibilità come elemento di rimodulazione del business, a punirti sono per primi gli utenti: i passeggeri premiano gli aeroporti anche in funzione di come essi sono integrati all’interno del tessuto territoriale che li ospita. Non è teoria. È una questione molto concreta, che impatta significativamente sui parametri economici aziendali. Per intenderci: se un aeroporto aumenta anche di poco percentualmente il proprio gradimento da parte dei passeggeri, l’EBITDA cresce in modo inaspettato. Effetto non sempre riscontrabile al solo crescere del traffico passeggeri. Ed oggi essere sostenibili è uno dei migliori strumenti che abbiamo a disposizione per aumentare il nostro livello di apprezzamento da parte degli utenti”.

L’effetto pandemico: una sfida da vincere grazie alla digitalizzazione

Per comprendere quale sia stato l’impatto della pandemia sul traffico aereo basta un dato: 80%.

È la percentuale che indica il calo, in Europa, del numero dei voli effettuati in un anno. Un cambiamento epocale che richiederà anni per essere riassorbito con numeri paragonabili al periodo pre-pandemia. Pandemia che comunque lascerà una traccia indelebile nelle abitudini delle persone e – di conseguenza – nel comportamento dei passeggeri rispetto al volo e nelle infrastrutture degli aeroporti. Si impone, quindi, un ripensamento profondo dei modelli del traffico aereo così com’erano conosciuti, facendo delle tecnologie digitali uno dei perni di questa trasformazione.

Una trasformazione che, per Fabio Degli Esposti, si traduce per i passeggeri nella necessità di sentirsi in un luogo sicuro, in primis ora dal punto di vista sanitario. Far sentire il viaggiatore sicuro rappresenta una sfida per la quale il contributo della digitalizzazione non è opzionale. “Le tecnologie touchless permettono di avere percorsi automatizzati, senza la necessità di incontrare face-to-face addetti o avere interazioni con il personale di servizio, evitando tutte quelle barriere che sono ostacolo ad un flusso semplificato, aumentando quindi la separazione fisica e abbassando di conseguenza il livello di rischio. Noi, ad esempio, stiamo puntando molto sul biometrico, che permetterà il riconoscimento certificato del volto dei passeggeri, permettendo di accedere ai servizi aeroportuali e di fare tutto il percorso senza l’obbligo di mostrare un documento, incontrare qualcuno in modo ravvicinato o toccare infrastrutture che abilitano l’accesso. Anche questo vuol dire sostenibilità, perché permette ai passeggeri di vivere l’aeroporto in maniera più rilassata, grazie alla velocità e alle facilitazioni offerte dalle tecnologie”.

Le potenzialità delle tecnologie, però, non si limitano solo all’aumento della sicurezza, ma accentuano anche la capacità del sistema aeroportuale di rapportarsi con il territorio, relazionandosi alla catchment areanaturale, ma anche in generale a tutti gli stakeholders; una esperienza facilitata attraverso l’integrazione globale dei servizi e delle comunicazioni stabilite con i clienti.

Ricordo che quando arrivai come consulente all’interno dell’aeroporto si guardava al concetto del gate-to-gate, cioè trasferire online il massimo delle informazioni necessarie al passeggero dal momento dell’imbarco al gate fino all’arrivo al gate dell’aeroporto di destinazione, come ad una sfida ciclopica. Ormai si parla invece, da qualche anno, di home-to-home: un flusso di informazioni che parte dal momento in cui il passeggero è ancora a casa, se non da quando concepisce il viaggio, consigliandogli il modo più rapido per arrivare all’aeroporto sulla base di dati elaborati in maniera intelligente, guidandolo all’interno dell’aeroporto stesso, indicandogli l’offerta commerciale che questo può offrire, e dando anche informazioni sulla destinazione d’arrivo”.

Un approccio, quindi, che in questa logica permette all’aeroporto di essere sempre più integrato con il contesto nel quale opera e che ha già portato, quasi paradossalmente, ad un rivoluzionario ripensamento dell’aeroporto così com’è tradizionalmente concepito: “I nuovi modelli di aeroporto portano a vedere il volare solo come l’ultimo miglio di una esperienza utente molto più articolata e complessa. Ci si può recare all’interno dell’infrastruttura perché è accogliente, e perché offre una serie di servizi e di facility che mette a disposizione in modo migliore anche rispetto al territorio che la ospita”.

Insomma: l’aeroporto è destinato – da “non luogo” per eccellenza – a trasformarsi non solo in un luogo, ma in luogo di riferimento per il suo territorio. Sta già succedendo ed il percorso è inarrestabile oltre che condivisibile.

Un cambiamento che ha un impatto enorme sulla sostenibilità sociale, perché questa integrazione con il territorio, favorita dalla digitalizzazione, fa comprendere alla popolazione che l’aeroporto non è più solo un riferimento per chi viaggia, ma diventa un elemento profondamente integrato con il contesto che lo ospita, e ad esso funzionale. Un catalizzatore di interscambi produttivi.

Ecosistemi e machine learning nella strada verso la sostenibilità

Ma le potenzialità della digitalizzazione per la sostenibilità di un’infrastruttura complessa come quella di un aeroporto non si esauriscono nella sola dimensione sociale e di rapporto con il territorio, seppur fondamentale.

Quello dell’impatto ambientale è un problema centrale per il trasporto aereo, per cui si rende necessario analizzare in maniera costante e sistematica l’impatto dell’infrastruttura sull’ambiente circostante. In questo senso, un fondamentale contributo arriva dall’implementazione del machine learing e l’utilizzo di algoritmi, per “collezionare informazioni e dati sugli impianti che insistono in aeroporto, facendo discovery sulla qualità di quegli stessi dati, con l’obiettivo di ottimizzare il loro funzionamento e di conseguenza di consumare ed inquinare meno”.

La digitalizzazione, quindi, non solo permette di ottimizzare i consumi sulla base dell’analisi intelligente dei dati, ma anche di efficientare processi che, nel settore aeroportuale, hanno delle ricadute importanti sulla sostenibilità ambientale. “Vi porto un esempio: quando nevica, prima del decollo viene effettuata un’attività chiamata de-icing, cioè lo sghiacciamento delle ali degli aeromobili tramite l’erogazione di un liquido speciale. Fino a pochi anni fa questa operazione era controllata manualmente, con l’operatore che trascriveva su un foglio la quantità di liquido erogato, per poi informare il pilota per l’approvazione finale. Ora invece è tutto digitalizzato, e al termine dell’operazione il comandante ha subito il dato della quantità di liquido erogato, raccolto da mezzi automatizzati e connessi digitalmente. Questo rende il tutto più veloce, sicuro ed efficiente, abbattendo anche le conseguenze per l’ambiente. Meno aerei che stazionano a terra nell’unità di tempo e logicamente maggiore è il beneficio. Allo stesso tempo, applicare l’intelligenza artificiale alla capacità aeroportuale consente praticamente di annullare il periodo nel quale gli aerei possono doversi trovare nella situazione di sorbvolare un aeroporto in attesa di avere le adeguate risorse disponibili. Impatti positivi di grande valore.

Per costruire modelli economici orientati alla sostenibilità è fondamentale puntare sulla creazione di ecosistemi digitali che mettano a fattor comune la massima quantità possibile di informazioni sulle quali costruire servizi e creare valore. A titolo di esempio, nella creazione del nostro ecosistema Cargo, “abbiamo consentito anche al più piccolo spedizioniere, grazie ad una app fruibile da smartphone, di avere informazioni sul proprio carico momento per momento:  ciò consente di ampliare il business anche per chi non ha la possibilità di fare investimenti ingenti in tecnologia, stabilendo nel contempo un flusso più sicuro di informazioni, ottimizzato e circolare, ed attivando anche meccanismi di sharing economy. A Malpensa abbiamo voluto mettere in pratica questo concetto con il progetto Smart City Cargo”.

Non bisogna avere paura di sperimentare

In un settore ad alto impatto territoriale come quello del trasporto aereo, quindi, è importante che venga compresa la “naturalità” dell’agire sostenibile, del pensare sostenibile. Perché questa visione diventi sempre più trasversale e pervasiva, per Fabio Degli Esposti è fondamentale che le aziende facciano “formazione a tutti i livelli, a tutti i dipendenti, di ogni ordine e grado: è solo in questo modo che si genera consapevolezza sul fatto che, in una realtà che ha un tale rapporto con il territorio, ogni azione che si mette in campo deve obbligatoriamente riguardare la sostenibilità”.

In questo senso le tecnologie digitali sono strumenti fondamentali in grado di abilitare la sostenibilità ma, come precisa Fabio Degli Esposti, la loro implementazione può avvenire solo dopo aver creato in azienda un ambiente “fertile”, nel quale la trasformazione digitale possa svilupparsi nel modo migliore. E un ambiente è fertile, per il CIO di SEA, quando non ha paura di sperimentare, e magari di sbagliare. Quando ha il coraggio di lanciare sfide per trovare soluzioni innovative e quando guarda alla trasformazione digitale come strumento di cambiamento al servizio della sostenibilità.

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