Il digitale per l’energia da fonte eolica: intervista al presidente di ANEV Simone Togni

Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 il goal 13, quello riguardante la lotta contro il cambiamento climatico, è senz’altro prioritario per la nostra associazione”. Simone Togni riassume in questo modo l’impegno in termini di sostenibilità di ANEV, associazione di protezione ambientale, nata nel luglio 2002, che vede riunite circa 90 aziende che operano nel settore eolico e oltre 5.000 soggetti, tra cui produttori e operatori di energia elettrica e di tecnologia, impiantisti, progettisti, studi ingegneristici e ambientali, trader elettrici e sviluppatori che operano nel rispetto delle norme e dei regolamenti associativi.

La promozione dell’energia pulita da fonte eolica rappresenta uno degli strumenti principali per la lotta al cambiamento climatico. Si pensi che nel 2019 l’installato eolico ha raggiunto i 10 GW che hanno consentito di produrre un quantitativo di energia pulita pari a 17,32TWh, con un risparmio di circa 20 milioni di barili di petrolio e oltre 10 milioni di tonnellate di emissioni risparmiate di CO2”.

Quali sono le attività svolte da ANEV?

Le attività dall’ANEV mirate alla sensibilizzazione sul tema delle fonti rinnovabili e sui cambiamenti climatici sono molte. Qualche parola va spesa sicuramente per la formazione, che è tra gli scopi dell’associazione. I corsi di formazione che organizziamo nascono proprio dalla richiesta di formare addetti e professionisti consapevoli e specializzati, grazie alle docenze di operatori del settore che lavorano sul campo ogni giorno. Una formazione adeguata è la base per tutte le professioni e ancora di più lo è in settori innovativi e sempre in evoluzione, come quello eolico, per questo dal 2020 iniziamo a erogare formazione anche tramite l’applicazione della realtà virtuale sui temi della sicurezza e della manutenzione.

In generale, pensa che la tecnologia possa essere strumento di sostenibilità? Quale il ruolo delle tecnologie digitali nel raggiungimento degli obiettivi?

Nel settore eolico la tecnologia ha un ruolo centrale e contribuisce a migliorare le performance con ricadute positive anche in termini ambientali. Si pensi alle tecnologie digitali che consentono di controllare da remoto certi processi. Non soltanto, ma tornando al tema della formazione e dell’aggiornamento degli addetti, come anticipato prima, proprio l’ANEV ha appena lanciato il primo corso che consente di sfruttare la realtà virtuale per simulare un parco eolico e l’interno di una turbina, al fine di sperimentare le operazioni di manutenzione della macchina. Questo è stato possibile grazie alla tecnologia SimulWind che l’ANEV ha realizzato all’interno di un progetto europeo. È il classico esempio di percorso virtuoso nel quale la tecnologia è presente sin dalla formazione.

Pensa che ci sia consapevolezza diffusa sul suo ruolo o viene vista ancora come nemica?

I tempi sono ormai maturi per considerare la tecnologia come un ausilio su tutti i fronti. L’eolico è una tecnologia pulita per la produzione di energia elettrica e ogni sua applicazione deve essere sempre riferita alla tutela dell’ambiente e al rispetto del territorio e del paesaggio.

Quali gli strumenti digitali utilizzati per fare advocacy, con quali risultati?

L’esempio della formazione è lampante e la tecnologia può senz’altro essere utilizzata per sensibilizzare ad altri livelli l’opinione pubblica. Inoltre l’esperienza ci insegna che la conoscenza di questa tecnologia è sempre vincente, infatti l’accettabilità di questa fonte, già tra le più alte in termini assoluti, aumenta nelle popolazioni che vivono nelle prossimità dei parchi eolici.

Ottimismo o pessimismo in merito al raggiungimento dei goal? La tecnologia potrà aiutare?

Gli obiettivi sono molto importanti e purtroppo ad oggi gli strumenti posti in essere per raggiungerli sono pochi. Un esempio è quello del Pniec, Piano nazionale integrato energia e clima, che pone per l’eolico degli obiettivi alti, ma dal lato pratico per le aziende del settore eolico ricevere le autorizzazioni per la realizzazione di un impianto non è semplice e sempre scontato. Talvolta a più livelli vengono opposte resistenze, come nel caso delle soprintendenze del Ministero dei beni culturali che spesso rendono pareri negativi. Sarebbe necessario creare una Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che si occupi di paesaggio e rinnovabili e che attui un’analisi comparativa degli impatti. Diverso infatti è un impatto visivo in un’area non vincolata, come nel caso di un parco eolico ben progettato, da un impatto ambientale che incide sulla salute e sul clima, come nel caso di un impianto alimentato da fonti fossili. Il goal sul cambiamento climatico è quello che ci riguarda più da vicino ed è raggiungibile se si consente agli operatori di esprimere tutto il potenziale delle rinnovabili e dell’eolico.

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