Economia circolare e IT per la neutralità climatica 2050: abbiamo un piano

Abbiamo un solo pianeta Terra ma, se non si cambiano stili di vita e modelli economici, entro il 2050 le persone consumeranno come se avessero tre pianeti a disposizione, visto che il consumo globale di combustibili fossili, metalli e minerali dovrebbe raddoppiare, e la produzione annuale di rifiuti aumentare del 70%. Il piano d’azione per l’economia circolare in UE, pubblicato in questi giorni, parte da questa constatazione per presentare le misure che l’Unione Europea intende adottare per ridurre i consumi e raddoppiare il tasso di riuso dei materiali al fine di raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

Qual è il potenziale contributo dell’economia circolare?

Dato per scontato il fatto che la transizione verso nuovi modelli economici più sostenibili sia indispensabile, il piano d’azione cita uno studio che stima un aumento del PIL pari a un ulteriore 0,5% entro il 2030 con 700mila nuovi posti di lavoro nel caso si adottassero modelli di economia circolare in Europa. Costruire, pertanto, un mercato basato su economia condivisa e collaborativa, dove le tecnologie digitali avranno un ruolo di primaria importanza, sembra essere la soluzione da sposare fin da questo momento.

Attraverso il piano si vuole garantire un quadro normativo più snello, adatto a cogliere le opportunità della transizione verso nuovi modelli economici, riducendo al mino gli oneri per le persone e le imprese.

Quali i possibili interventi a supporto della circular economy?

I dati sulla situazione attuale non sono certo confortanti, se si tiene conto del fatto che solo il 12% delle materie prime trova una seconda vita e che sono ancora in numero troppo elevato i prodotti che, nel momento in cui smettono di funzionare, non possono essere riusati, riparati o riciclati. Per questo la Commissione proporrà una revisione del diritto dei consumatori dell’UE per garantire non solo che questi ricevano informazioni affidabili e pertinenti sul ciclo di vita dei prodotti che stanno per acquistare, ma che siano pure tutelati rispetto alla obsolescenza programmata e al diffuso greenwashing, ovvero, a quelle strategie comunicative che permettono a un’azienda di costruirsi una brand identity “green”, indipendentemente dalla reale propensione di quella stessa azienda alla sostenibilità ambientale delle proprie attività.

Oltre a questo, lato consumatori, il piano prevede l’introduzione, entro il 2021, di un nuovo “diritto alla riparazione”, in particolare per i prodotti di elettronica e TIC, tra quelli che si “consumano” più velocemente. Stando ai dati riportati dal piano, infatti, le apparecchiature elettriche ed elettroniche continuano a essere uno dei tipi di rifiuti con la crescita più rapida in Europa (con tassi annui del +2%), e una stima di riciclo che vede solo un 40% di prodotti rinascere a nuova vita. A fronte di questo, però, circa 2 europei su 3 vorrebbero continuare a utilizzare i loro attuali device digitali più a lungo, a condizione che le prestazioni non ne risentano in modo significativo. Per questo la Commissione presenterà la “Circular Electronics Initiative che non solo promuoverà un ciclo di vita più lungo dei prodotti elettronici, ma darà indicazioni sulla progettazione ecocompatibile dei dispositivi in termini di efficienza energetica e durata, riparabilità, aggiornabilità, manutenzione, riutilizzo e riciclaggio.

Altro ambito di intervento quello riferibile alle batterie, dove c’è l’esigenza di migliorare la sostenibilità della catena del valore delle batterie per la mobilità elettrica. Per questo la Commissione proporrà un nuovo quadro normativo teso a migliorare la velocità di raccolta e riciclaggio di tutte le batterie, garantire il recupero dei materiali e fornire assistenza ai consumatori, eliminare progressivamente le batterie non ricaricabili. Sul fronte delle batterie di smartphone e altri device, misure saranno previste per introdurre caricabatterie standard oltre che per migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), anche valutando la possibilità di restituzione di vecchi telefoni cellulari, tablet e caricabatterie.

Altra interessante iniziativa contenuta nel piano la possibilità di attivare un dataspace sull’economia circolare UE, utile a condividere e digitalizzare le informazioni sui prodotti, con possibilità di rilasciare veri e propri eco-passaporti digitali” per i beni.

Senza circolarità nessuna neutralità

Per raggiungere la neutralità climatica – si legge nel piano – è necessario rafforzare le sinergie tra circolarità e riduzione delle emissioni di gas serra; per questo la Commissione analizzerà l’impatto della circolarità sul cambiamento climatico e promuoverà il rafforzamento del ruolo della circolarità nelle future revisioni dei piani nazionali per l’energia e il clima.

La transizione verso la circular economy sarà guidata da ricerca, innovazione e digitalizzazione, anche attraverso la messa a disposizione di risorse tramite LIFE e Horizon Europe. Si verificherà, inoltre, la possibilità di intercettare il potere di acquisto delle autorità pubbliche (attualmente pari al 14% del PIL) introducendo criteri e obiettivi minimi obbligatori in materia di appalti pubblici verdi (GPP) nella legislazione settoriale.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here