Sostenibilità digitale, Utility, Best practice: i progetti e risultati del Gruppo Cap

Le Utility che si occupano di acqua, energia, gas, trasporti, possono essere protagoniste in molti modi della trasformazione digitale e della decarbonizzazione. Eccone un esempio di rilievo tutto italiano: Gruppo Cap

La trasformazione digitale non impatta solo su attività e processi, cambiando il modo in cui si fanno le cose, ma ridefinisce tutto: visione sul futuro, obiettivi Green e sostenibili, azioni e strumenti per arrivarci. Un cambiamento in atto che non a caso è fissato anche al primo punto del Manifesto per la Sostenibilità Digitale realizzato dal Digital Transformation Institute, e sottoscritto dalla Ministra dell’Innovazione Paola Pisano.

La sfida delle aziende è proprio questa, sapersi ridefinire adattandosi per essere sostenibili nel futuro. In funzione di questo obiettivo, la tecnologia è un alleato fondamentale. E si può immaginare come tutto questo impatti e impatterà nelle nostre città, più intelligenti ma anche più sostenibili. In questo quadro le Utility – che si occupano di acqua, energia, gas, trasporti – possono essere protagoniste in molti modi della trasformazione digitale. E della decarbonizzazione.

Come in tutti i settori di attività, dal mondo dell’energia alla manifattura, ci sono aziende e Utility più dinamiche e innovative in grado di guidare il cambiamento, mentre altre realtà stanno a guardare cosa succede, procedono a rilento, inseguono queste trasformazioni.

La trasformazione digitale, la decarbonizzazione, azioni e traguardi ‘sostenibili’, sono innanzitutto ispirati e guidati dalle imprese più innovative e dalle Best practice, a livello nazionale e internazionale: un esempio significativo – e tutto italiano – è quello del Gruppo Cap, che nel 2017 si è aggiudicato il premio Top Utility come migliore Utility italiana. Progetti, idee e risultati, nel racconto del suo direttore generale, Andrea Lanuzza.

In che modo la trasformazione digitale impatta su attività, processi e progetti di Utility come la vostra?

Andrea Lanuzza, Direttore Generale del Gruppo Cap

“Le tecnologie digitali stanno innovando, evolvendo in maniera molto forte le attività e le opportunità di un’azienda Utility. Gruppo Cap è il gestore del servizio idrico integrato della Città Metropolitana di Milano, e dal 2018 abbiamo anche avviato un programma di incubazione e scouting per supportare i progetti delle realtà imprenditoriali più innovative nel settore idrico. L’impegno di Gruppo Cap nei progetti di ricerca e innovazione copre un ampio raggio, che spazia dalle svariate applicazioni dei processi di conversione della Circular economy fino ai progetti più innovativi nel settore agricolo. E in ambito di tecnologie digitali, ad esempio, oggi mappiamo ogni cantiere, ogni tubo delle reti idriche, con sistemi digitali di modellazione 3D”.

Cosa permettono di fare, ad esempio, queste tecnologie?

“Per esempio tutti gli addetti ai lavori, i progettisti, le amministrazioni, le imprese, possono sapere il sistema infrastrutturale che c’è nel sottosuolo: in questo modo è più facile progettare i lavori, fare le riparazioni, programmare gli investimenti. Non solo, anche la progettazione adesso avviene con modalità digitali avanzate: il sistema Bim (Building Information Modelling) consente di progettare un’infrastruttura simulandone il funzionamento in tutte le sue parti. Una rivoluzione che accorcia i tempi e consente di gestire la programmazione delle infrastrutture in modo completamente diverso”.

Più nel dettaglio, che tecnologie state sviluppando e utilizzando, e per fare cosa?

“Molte opportunità arrivano dalle reti digitali, dall’Internet delle cose, sensori, sonde. Con questi strumenti è ad esempio possibile fare il monitoraggio della rete idrica, dei tubi e delle perdite per ridurre la dispersione d’acqua. È poi possibile fare il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua. Cosa significa? Significa massima garanzia di sicurezza e trasparenza per il cliente, immaginiamo di poter vedere in tempo reale le analisi dell’acqua del rubinetto sul nostro smartphone”.

E poi?

“Sempre con strumenti digitali realizziamo il monitoraggio in tempo reale della qualità degli scarichi e della qualità dell’acqua dei fiumi, canali o rogge: ciò significa anche fare prevenzione in tempo reale degli abusi e dei fenomeni inquinanti. Monitoraggio in logica early warning dei punti critici della rete fognaria. Droni che misurano quantità di nutrienti nei terreni per ottimizzare la fertilizzazione e altre applicazioni Green e di Sviluppo sostenibile. Gruppo Cap ha di recente avviato la prima sperimentazione in Italia per monitorare da remoto il contenuto di nutrienti del suolo agricolo, usando un drone con sensori intelligenti e dispositivi IoT. Il drone permette di analizzare a distanza i nutrienti del suolo agricolo, preservando la qualità dell’acqua della falda”.

Tutto ciò che impatto ha all’atto pratico?

“Se vogliamo innovare il settore idrico e renderlo sempre più sostenibile, dobbiamo pensare a sviluppare nuovi processi e tecnologie che stanno alla base dell’attività agricola, a cui vengono destinate il 51% delle risorse di acqua che preleviamo dall’ambiente e che ritornano in parte nelle nostre riserve acquifere. Queste tecnologie innovative permettono di analizzare grandi aree in tempi brevi, accelerando i tempi di monitoraggio dei componenti del suolo, che passano così da qualche settimana, come capita con le classiche analisi di laboratorio, a qualche ora. Non solo. Essendo operazioni ora possibili da remoto, in tempo reale, tutto ciò ha anche un impatto sulla decarbonizzazione. Non serve più spostarsi e andare sul posto per fare tutto ciò che si può fare a distanza, via reti digitali, smartphone e computer”.

Come funzionano e cosa permettono di fare i droni applicati all’attività agricola?

“È un processo tecnologicamente molto avanzato, che utilizza droni equipaggiati con una videocamera ‘iper-spettrale’, capace di scansionare il terreno sul quale stanno volando, sia nel campo visibile sia nell’infrarosso. In questo modo, si ottengono dati e indicazioni utili per aiutare gli agricoltori a dosare in maniera controllata le sostanze fertilizzanti, mettendo quindi in atto un approccio di coltivazione di precisione. Ma il progetto consentirà anche di preservare la qualità dell’acqua della falda, che potrebbe essere danneggiata a causa di un uso eccessivo o sbagliato di fertilizzanti chimici”.

A che punto è il progetto?

“La sperimentazione di questi droni, effettuata su una delle aree agricole del Comune di Cornaredo, vicino a Milano, ha permesso di raccogliere i primi dati che verranno analizzati e serviranno come base di studio per procedere nei prossimi mesi a nuovi test sul campo. Stiamo in pratica creando un Database, per quanto riguarda le sostanze chimiche presenti nei terreni, in modo che poi il sistema di analisi a distanza sia applicabile ovunque, su qualsiasi terreno sorvolato dai droni”.

Con chi lo state sviluppando?

“La tecnologia è messa a punto da Smart Urban Farming, la startup italo-tedesca incubata da Gruppo Cap. Un progetto realizzato in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer di Berlino, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali di UniMi e la Cascina sperimentale Baciocca”.

La trasformazione digitale ha un impatto molto forte anche sui clienti di una Utility: in che modo?

“Contatori intelligenti ci comunicano le letture, ci avvisano quando ci sono consumi anomali, perdite o altro, e sono la base per costruire un rapporto diverso di maggiore consapevolezza sui consumi. Pensa se uno Smart speaker domestico, come Alexa, ti dicesse periodicamente che stai consumando di più della media delle famiglie come la tua, e ti desse consigli utili per risparmiare. Non è fantascienza, è possibile già da ora. E lo sarà sempre di più”.

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