Mobilità elettrica: la rete pubblica di ricarica per i veicoli accelera

In Italia negli ultimi due anni è aumentato il numero dei punti di ricarica per i veicoli elettrici, ma per favorire la loro diffusione è necessario agevolarne le procedure di installazione

Lo sviluppo della rete pubblica dei punti di ricarica per i veicoli è essenziale per la diffusione della mobilità elettrica, e nell’ultimo anno accelera con una crescita del 40%. Nel Paese ci sono attualmente circa 19.300 punti di ricarica sparsi in 9.700 infrastrutture di ricarica pubbliche, che si differenziano da quelle private in Box, garage e condomini. Nel corso del 2020 queste installazioni per l’e-Mobility sono cresciute mediamente del 40%: le infrastrutture di ricarica sono passate da 7.200 a 9.700 (+2.500), mentre i punti di ricarica da 13.720 a 19.320 (+5.600).

La loro ripartizione è dell’80% su suolo pubblico e del 20% su suolo privato a uso pubblico, per esempio supermercati e centri commerciali, con un mix tra punti di ricarica che è del 96% in corrente alternata e del 4% in corrente continua.

Sono i risultati raccolti nella seconda edizione del report dal titolo ‘Le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia’, realizzato da Motus-E, associazione che punta a favorire la transizione verso la mobilità elettrica.

Ancora pochi punti di ricarica Fast e Ultrafast

Rispetto alla prima rilevazione effettuata da Motus-E nel settembre 2019, la crescita dei punti di ricarica in circa due anni è stata dell’81% (da 10.600, +8.700), mentre prendendo in considerazione solo l’ultimo trimestre 2020 i nuovi punti di ricarica sono aumentati del 16%, mentre per le infrastrutture si registra un +15%. Resta debole la crescita delle ricariche ad alta potenza in corrente continua (fast e ultra-fast) che passano da un 3% a un 4% del totale esistente.

In attesa che venga istituita una Piattaforma Unica Nazionale (Pun), che convogli all’interno di un unico Database ufficiale e consultabile tutte le informazioni relative alle infrastrutture pubbliche presenti a livello nazionale, nel report si precisa anche che “permane una difficoltà di mappatura accurata dei dati, per ricostruire un quadro affidabile e preciso di collocazione delle infrastrutture di ricarica nell’intero Paese”.

Il mercato dei veicoli elettrici è ancora lo 0,2% del totale circolante

L’analisi di scenario realizzata da Motus-E evidenzia che nonostante i rallentamenti generali per effetto del Covid-19 e del lockdown da marzo ai primi di maggio, quella del 2020 è stata comunque un’ottima annata per la mobilità elettrica in Italia. Sebbene la quota di mercato dei veicoli elettrici, in particolare delle auto, sia ancora modesta se comparata al totale del parco circolante (circa lo 0,2% del totale) e al totale delle immatricolazioni (circa il 4% nel 2020) e fa posizionare l’Italia indietro di parecchie posizioni rispetto ai principali Paesi europei, il trend è però in rapida e costante crescita, spinto anche da incentivi nazionali e regionali.

Tornando ad analizzare la situazione della rete pubblica e dei punti di ricarica elettrica, è in sostanza analogo alla precedente rilevazione del 2019 il mix tra punti in corrente alternata e punti in corrente continua (rispettivamente 96% e 4%, contro il precedente 97% e 3%). Cambia però di molto il mix della potenza erogata dai punti di ricarica, che vede un sensibile calo percentuale delle ricariche Slow (dal 28% del totale di settembre 2019 al 19% di adesso), insieme a un’impennata della porzione delle Quick e Fast in corrente alternata, che sono le categorie più diffuse (da 69% a 77%).

Sostenere la crescita delle auto elettriche con piani infrastrutturali adeguati

Un punto di ricarica può essere di potenza standard, che consente cioè il trasferimento di elettricità a un veicolo elettrico a una potenza pari o inferiore a 22 kW, o di potenza elevata, se superiore a 22 kW. Il punto di ricarica di potenza standard è classificato come a ricarica ‘lenta o slow’ fino a 7 kW; a ricarica ‘accelerata o quick’ se superiore a 7 kW e fino a 22 kW. Il punto di ricarica di potenza elevata si divide invece in ‘veloce o fast’ quando è superiore a 22 kW e fino a 50 kW; e ‘ultraveloce o ultra-fast’ se superiore a 50 kW.

L’analisi di scenario rimarca anche che “è ancora percepita come un disagio per l’utente la sostanziale assenza di stazioni di ricarica nelle aree di servizio e lungo le arterie autostradali, che invece avrebbero bisogno di una più capillare diffusione di punti di ricarica ad alta potenza o High Power Chargers”. Con una rete autostradale complessiva di 7 mila Km, i punti di ricarica fast presenti risultano 15 ogni 100 Km. Ma, quasi sempre, per accedere a queste stazioni di ricarica “occorre uscire dall’autostrada per ricaricare fuori delle competenze autostradali e solo su strade Anas, e accedere, ad esempio, alla rete di ricarica Eva+”.

E il segretario generale di Motus-E, Dino Marcozzi, rileva: “il trend di crescita è positivo, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, ma è sempre più vitale fornire agli automobilisti una adeguata rete di infrastrutture di ricarica pubblica. Dobbiamo contribuire a sostenere la crescita delle auto elettriche con piani infrastrutturali adeguati alle ambizioni, agevolandone le procedure di installazione”.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here