+8%: questo il dato che attesta l’aumento, negli ultimi cinque anni, delle aziende guidate dai giovani in campo agricolo. Un risultato decisamente importante, soprattutto se si considerano da una parte le difficoltà del periodo pandemico, e dall’altra la controtendenza di questo dato rispetto all’andamento generale: negli altri settori economici, infatti, nello stesso periodo di riferimento, il numero di giovani a capo di aziende è diminuito dell’11%.
Solo alcune delle evidenze emerse dal primo rapporto sui giovani in agricoltura, realizzato dal Centro Studi Divulga in collaborazione con Coldiretti Giovani Impresa. Un rapporto che traccia un quadro chiaro: per i giovani – non soltanto imprenditori – il settore agricolo rappresenta ancora un importante punto di riferimento, tanto in Italia, quanto in Europa.
Aumentano (e crescono in fatturato) le aziende agricole under 35
Nel 2020 sono nate complessivamente 86mila aziende guidate da under 35 e, tra queste, ben 6mila si riferiscono al settore agricolo
“Le criticità generate dalla pandemia non hanno fermato lo spirito imprenditoriale dei giovani”, evidenzia il rapporto. Nel 2020, infatti, sono nate complessivamente 86mila aziende guidate da under 35 – 236 aziende al giorno – e, tra queste, ben 6mila si riferiscono al settore agricolo: un risultato che colloca il settore nelle prime posizioni, dietro soltanto ai lavori di costruzioni specializzate (8.500) e al commercio al dettaglio (10mila).
Ma se la pandemia non ha frenato l’intraprendenza dei giovani imprenditori in questo settore, allo stesso modo, non ha causato rallentamenti alla crescita economica delle loro aziende. Un risultato interessante, in particolare se confrontato con le performance economiche delle aziende over 35: infatti, se queste ultime hanno perso, nel 2020, l’1,3% del fatturato, per le aziende dei giovani l’incremento del fatturato medio registrato è stato invece del +5,9% rispetto all’anno precedente.
L’importanza dell’agricoltura per l’occupazione giovanile in Italia
Insomma, il settore agricolo sembra essere un’importante opportunità per la nuova generazione di imprenditori. Ma non solo: i dati del rapporto restituiscono l’immagine di un settore che ricopre un peso rilevante anche dal punto di vista dell’occupazione giovanile.
Dei 2,6 milioni di giovani sotto i 40 anni occupati nel settore agricolo in Europa, oltre il 10% (275mila) si trova in Italia
Dei 2,6 milioni di giovani sotto i 40 anni occupati nel settore agricolo in Europa, infatti, oltre il 10% (275mila) si trova proprio in Italia: un dato, questo, che posiziona l’Italia al terzo posto per giovani occupati dopo Romania e Polonia. Inoltre, si legge ancora nel rapporto, “nell’ultimo decennio, in Italia, il trend dei giovani in agricoltura si mostra in controtendenza rispetto all’andamento europeo. Mentre, infatti, quest’ultimo registra un calo del 20% (- 690mila posti di lavoro), in Italia si rileva un andamento inverso con un +4% (11,5 mila nuovi posti di lavoro per giovani in agricoltura)”. Una crescita che, peraltro, rappresenta una “eccezione” in un quadro nel complesso negativo: nello stesso periodo, infatti, l’occupazione giovanile è calata del -14% nella ristorazione, del -5,5% nell’arte e intrattenimento e del -4,2% nella manifattura.
Innovare in agricoltura: qual è il punto di vista dei giovani?
Agricoltura e giovani è quindi un binomio che funziona nel nostro Paese, e questi dati lasciano ben sperare anche per il futuro di questo settore di rilevanza strategica. Ma, guardando al futuro, una visione è ormai chiara: il settore agricolo dovrà affrontare un percorso di trasformazione che lo porti a ricoprire un ruolo decisivo nel percorso di sviluppo sostenibile. Un percorso che, per essere realizzato, potrà contare sul fondamentale apporto dell’innovazione.
Per il 51% degli under 40 l’innovazione rappresenta un elemento decisivo per lo sviluppo sia delle proprie imprese, che del settore in generale
In un contesto nel quale la quota di giovani impegnati in questo settore è in aumento, occorre quindi chiedersi quale sia la loro percezione e consapevolezza rispetto all’importanza delle tecnologie, ed in generale dell’innovazione, per lo sviluppo – anche – sostenibile dell’agricoltura nel suo complesso. In questo senso, dai dati del rapporto emerge come per il 51% degli under 40 l’innovazione rappresenti un elemento decisivo per lo sviluppo sia delle proprie imprese, che del settore in generale, contro uno 0,8% che la considera invece come ininfluente. Una generale consapevolezza dell’importanza dell’innovazione che, tuttavia, non si è tradotta a pieno in investimenti concreti a causa delle difficoltà causate dalla pandemia, che ha inciso negativamente per il 43% dei giovani: solo il 17% ritiene invece, al contrario, che l’emergenza abbia inciso in modo positivo.
Un campo di grande interesse relativo all’applicazione dell’innovazione tecnologica in funzione della sostenibilità – in tutte le sue dimensioni – di questo settore è sicuramente quello dell’agricoltura di precisione. Anche in quest’ambito, evidenzia il rapporto, i giovani si dimostrano al passo con il cambiamento, almeno dal punto di vista della conoscenza: il 44% di essi dichiara infatti di essere molto o abbastanza informato, contro un 32% tra gli over 40. Tuttavia, nonostante la consapevolezza, una concreta applicazione delle tecniche dell’agricoltura di precisione non trova ancora un grande spazio, con il 69% dei giovani che dichiara di non utilizzarne nessuna contro l’80% degli over 40.
Aumento produttivo (16%), diminuzione delle ore di lavoro per operazioni colturali o di gestione della mandria nel caso della zootecnia, con un miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori (13%), e abbassamento dei costi nel lungo periodo (12%) sono invece i principali motivi che inducono gli under 40 all’applicazione di tali tecniche: è forse per questi – ed altri – vantaggi che l’agricoltura di precisione può offrire che, come emerge ancora dal rapporto, sono oltre un terzo gli under 40 intervistati (37%) a prevedere di effettuare investimenti in tal senso nei prossimi 5 anni.
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