L’economia digitale deve fare i conti con la logistica urbana per renderla più sostenibile

La logistica urbana e le consegne di merci nelle città provocano molto traffico e inquinamento da CO2 e polveri sottili: per ridurli, economia digitale, e-commerce, piattaforme tecnologiche devono sviluppare nuove soluzioni e sistemi più sostenibili, ad esempio per percorrere il cosiddetto ‘ultimo miglio’

Immagine di Tech in Asia (https://www.techinasia.com)

Nelle città gli effetti negativi della logistica urbana, secondo i dati della Commissione europea, costano 100 miliardi di euro l’anno, producendo il 30% delle emissioni di CO2 e il 20% del traffico totale. In questo quadro, il ‘peso’ dei veicoli commerciali rispetto al traffico stradale e all’inquinamento atmosferico è sproporzionatamente alto rispetto ad altri veicoli.

Ecco altri numeri e impatti del traffico commerciale e della logistica urbana: produce da 300 a 400 viaggi di veicoli merci ogni mille persone al giorno; da 30 a 50 tonnellate di merci per ogni persona all’anno. Si stima, inoltre, che il 20 – 25% dei chilometri percorsi dai veicoli merci in ambito urbano riguardi merci in uscita, e il 40 – 50% sia merce in entrata, mentre la parte restante sia relativa a merce con origine e destinazione all’interno dello stesso perimetro urbano.

In pratica, la logistica urbana intasa le strade di traffico e inquina parecchio. Ed è un mondo variegato, composto da varie filiere: merci al dettaglio (incluso e-commerce); corrieri e poste; merci e consegne per alberghi, ristoranti e bar; edilizia e costruzioni. Ma anche: gestione dei rifiuti; logistica di ritorno; settore farmaceutico.

Il boom dell’e-commerce e della congestione del traffico


Si tratta di una massa enorme di merci in circolazione nelle città ogni giorno, collegate ad ambiti economici rilevanti, e visto che la popolazione delle città è prevista in crescita ancora nei prossimi trent’anni, ne deriva anche un ulteriore aumento in futuro della logistica urbana, con gli effetti negativi su traffico, congestione urbana e inquinamento di CO2 e polveri sottili che rischiano di avere un impatto ancora maggiore.

Gli ultimi studi legati al boom dell’e-commerce, per esempio, indicano che aumenterà anche il traffico cittadino derivante dalle vendite online e consegne a domicilio: una stima di Word Bank e Mckinsey, basata su una crescita dell’e-commerce del 50% per anno entro il 2030, mostra come ciò comporterebbe un aumento del 70% di veicoli e Km percorsi rispetto a oggi.

Lo sviluppo dell’e-commerce ha contribuito alla crescita dei fornitori di servizi logistici dell’ultimo miglio, come per esempio Ups, Dhl, Brt, per citare i maggiori. Il loro lavoro, definito come “la battaglia contro il tempo e lo spazio” (Moriset, 2018), impatta fortemente su aspetti ambientali ed economici legati all’ultimo miglio.

Le consegne delle merci stanno diventando sempre più complesse

“Considerando la logistica urbana come un sistema completo”, rimarcano Word Bank e Mckinsey, “emerge come le consegne delle merci stiano diventando sempre più complesse mentre l’efficienza della rete logistica sia in realtà in declino”. Con la crescita dell’e-commerce, “l’intensità logistica delle transazioni è destinata, quindi, ad aumentare, e a cambiare l’assetto delle città”.

Per risolvere, almeno in parte, la sfida dell’ultimo miglio nelle città si stanno sviluppando soluzioni tecnologiche specifiche per migliorare la consegna dei pacchi, facendo leva innanzitutto su: sistemi informativi e intelligenza artificiale, per l’organizzazione e l’ottimizzazione dei viaggi; organizzazione in hub, per gestire le merci con un approccio a stock; diverse forme di mobilità adatte alla consegna in città, per esempio mini-furgoni elettrici e anche ciclo-logistica; la formazione delle risorse umane a queste nuove organizzazioni e tecnologie.

“Un altro concetto, con più fortuna a livello accademico che nella realtà, è quello della Crowd logistic, che dovrebbe trasformare i comuni cittadini in corrieri, ingaggiando coloro che viaggiano a prendere un pacco con loro, facendo tappe in corso per lasciarlo, associando innovazioni algoritmiche nell’organizzazione dei
percorsi e nella gestione delle risorse umane”, rimarca l’analisi del settore intitolata ‘Città e comunità sostenibili’ e ‘City logistic’, realizzata dall’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.

Contrastare traffico ed emissioni di CO2

Il Position paper dell’ASviS sottolinea: “le iniziative di Crowd logistic sono molto varie: se l’idea iniziale, cioè l’ottimizzazione dei singoli viaggi, non ha avuto molto successo, sono aumentate, invece, le forme più imprenditoriali: UberEats, Deliveroo e Amazon Flex ne sono degli esempi. Interamente focalizzati sull’economia digitale, questi attori basano il loro funzionamento su piattaforme tecnologiche che rispondono alla domanda di servizi logistici nelle città e per le consegne a domicilio”.

Tutti questi cambiamenti vanno e andranno governati in maniera adeguata e sostenibile, puntando alla riduzione o almeno al contenimento del traffico e delle emissioni di CO2. Alcune misure efficaci in questa direzione possono essere, ad esempio, “incoraggiare nelle aree urbane l’adozione di modalità di consegna e raccolta merci efficienti in termini di costi interni”, sottolinea il rapporto dell’ASviS, e poi “lo sviluppo di veicoli a basse emissioni per le consegne dell’ultimo miglio; la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) per aumentare l’efficienza del trasporto urbano delle merci e la creazione di strutture per il trasferimento intermodale, in modo da favorire il trasferimento delle merci da sistemi di trasporto sostenibili utilizzati per le medie e lunghe distanze anche alle consegne dell’ultimo miglio”.

Piani urbani per la logistica sostenibile

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel gennaio 2021 ha pubblicato un altro Position paper su ‘La logistica urbana in una visione integrata’, in collaborazione con ANCI e Freight leaders Council. Tra i possibili interventi per migliorare la logistica urbana ci possono essere: investimenti per la creazione di nuove infrastrutture, il potenziamento e la riconversione di infrastrutture esistenti e meno evolute, l’implementazione di sistemi ITS, che fanno uso di tecnologie e collegamenti digitali tra i mezzi di trasporto e i loro centri di gestione.

Si potrebbe anche pensare all’istituzione di un Road pricing (come già avviene in alcune città) da applicare ai veicoli merci pesanti circolanti in area urbana, i cui introiti dovrebbero essere impiegati per investimenti per la mobilità urbana e a forme di incentivazione delle consegne notturne. E poi si può pensare ad un sistema di incentivi per la maggior diffusione di veicoli a nuove modalità di trazione, in particolare elettrici e Low carbon, per consentire soprattutto alle piccole e medie imprese (l’80% delle aziende di trasporto logistico in Italia è composto dai cosiddetti ‘padroncini’) di sostituire il loro parco mezzi con veicoli a basse o zero emissioni.

Sotto il profilo infrastrutturale le città devono promuovere la costituzione di centri urbani per la consegna della merce in modo tale da consentire una redistribuzione più efficiente dei carichi e dei flussi, corsie speciali per i veicoli merci e progetti multimodali all’interno di ‘Piani urbani per la logistica sostenibile’, con un’attenzione alla riorganizzazione della logistica di quartiere, alle infrastrutture ciclabili e la promozione di modelli di consumo basati sull’economia locale.

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