La mobilità sostenibile e intelligente del futuro poggia le basi innanzitutto su tre pilastri.
Primo: rendere più sostenibili tutti i modi e i sistemi di trasporto, perché sono tutti importanti, e vanno quindi resi più Green, nessuno escluso.
Secondo: rendere le alternative sostenibili ampiamente disponibili a tutti, in un ampio e diffuso sistema di trasporto multimodale, perché l’innovazione sostenibile non può e non deve essere una soluzione di nicchia o limitata nella sua applicazione concreta.
Terzo: realizzare incentivi adeguati per guidare la transizione, perché a tutti piace un mondo più ‘verde’, ma poi spesso a fare la differenza sono anche gli aspetti di convenienza economica. Insomma, si guarda alla Terra e al cielo più puliti, ma prima ancora si guarda a cosa conviene fare al portafoglio.
Queste tre principali strade da seguire, per sviluppare una grande mobilità Green e Smart, sono quelle indicate e promosse dalla Commissione europea all’interno del suo piano intitolato ‘Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente: mettere i trasporti europei sulla buona strada per il futuro’.
La Commissione Ue rimarca poi anche il quarto pilastro di questo scenario, che permetterà di realizzare appieno gli altri tre: la digitalizzazione diventerà il motore indispensabile per la modernizzazione dell’intero sistema, rendendolo fluido e più efficiente. E c’è un’altra importante raccomandazione e visione da aggiungere: nel complesso, e in uno scenario su vasta scala come quello europeo, dobbiamo modificare l’attuale approccio e mentalità fatta di piccoli cambiamenti, in favore di una trasformazione radicale.
Secondo le analisi e le stime degli esperti della Commissione europea, la combinazione delle misure politiche ed economiche definite in questa strategia può portare a una riduzione del 90% delle emissioni inquinanti del settore dei trasporti entro il 2050. Sarebbe un taglio colossale, epocale.
Le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti sono un quarto del totale dell’Unione europea
Il piano strategico fa notare che, se da un lato la mobilità porta molti vantaggi ai suoi utenti, dall’altro non è priva di costi per la nostra società. Questi includono le emissioni di gas a effetto serra, l’inquinamento atmosferico, acustico e idrico, ma anche la congestione del traffico e la perdita di biodiversità; tutto ciò influisce sulla nostra salute e sul nostro benessere. Gli sforzi e le misure politiche del passato non hanno ancora affrontato in maniera sufficiente il problema di questi costi economici e sociali. Le emissioni di gas a effetto serra del settore dei trasporti sono aumentate nel tempo e rappresentano attualmente un quarto del totale dell’Unione europea.
Per questo, senza dubbio, la sfida più importante che il settore dei trasporti si trova ad affrontare è quella di ridurre in modo significativo le sue emissioni e diventare più sostenibile. Il programma della Commissione Ue rimarca che “data l’alta percentuale di emissioni totali di gas a effetto serra nell’Ue, l’obiettivo dell’Unione di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 sarà raggiunto solo introducendo senza indugio politiche più ambiziose volte a ridurre la dipendenza dei trasporti dai combustibili fossili e in sinergia con l’impegno di azzerare l’inquinamento. Il successo del Green Deal europeo dipende dalla nostra capacità di rendere sostenibile il sistema dei trasporti nel suo insieme”.
Un sistema di trasporto multimodale, efficiente e interconnesso
La mobilità in Europa dovrebbe basarsi su un sistema di trasporto multimodale efficiente e interconnesso, sia per i passeggeri che per le merci, potenziato da una rete ferroviaria ad alta velocità a prezzi accessibili, da un’ampia infrastruttura di ricarica e rifornimento per i veicoli a emissioni zero, “e dalla fornitura di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, nonché da una mobilità più pulita e più attiva in città più verdi che contribuiscano alla buona salute e al benessere dei cittadini”.
Ad esempio, i vari partenariati previsti per Orizzonte Europa, come ‘Batteries’, ‘2Zero’ e quello per l’idrogeno pulito, potrebbero contribuire all’offerta di tecnologie innovative per i veicoli. Allo stesso tempo, è necessaria “una politica globale per stimolare la domanda di veicoli a emissioni zero, senza barriere in tutto il nostro mercato unico, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali dell’Unione”.
I ‘numeri che contano’ nei prossimi anni e decenni
Ecco un po’ di dati e ‘numeri che contano’, per quanto riguarda lo scenario nei prossimi anni e decenni. Entro il 2030, almeno 30 milioni di veicoli a emissioni zero saranno in circolazione sulle strade europee. Cento città europee saranno a impatto climatico zero. Il traffico ferroviario ad alta velocità raddoppierà.
I viaggi collettivi programmati inferiori a 500 chilometri dovrebbero essere neutri in termini di emissioni di carbonio all’interno dell’Unione europea. La mobilità automatizzata sarà diffusa su larga scala. Saranno pronte per il mercato navi a emissioni zero. Entro il 2035 saranno pronti aerei e droni di grandi dimensioni a emissioni zero.
E guardando più in là, ai prossimi 30 anni: entro il 2050 quasi tutte le automobili, i furgoni, gli autobus e i veicoli pesanti nuovi saranno a emissioni zero. Il traffico merci su rotaia raddoppierà, quello ferroviario ad alta velocità triplicherà. La rete transeuropea dei trasporti (Ten-T) multimodale, attrezzata per trasporti sostenibili e intelligenti con connettività ad alta velocità, sarà operativa per la rete globale.
Tutto ciò se ovviamente si procederà sulla strada giusta – o meglio, sulle strade giuste –, come quelle tracciate dalla ‘Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente: mettere i trasporti europei sulla buona strada per il futuro’. E in questo quadro – come evidenzia in maniera chiara e forte la stessa Commissione Ue – le tecnologie digitali e di rete avranno un ruolo centrale, fondamentale, anch’esso strategico.
La digitalizzazione è il motore indispensabile per la mobilità Green
La Commissione europea sottolinea: “la digitalizzazione diventerà un motore indispensabile per la modernizzazione dell’intero sistema, rendendolo fluido e più efficiente. L’Europa deve inoltre utilizzare la digitalizzazione e l’automazione per incrementare ulteriormente i livelli di sicurezza, protezione, affidabilità e comfort, mantenendo così la leadership dell’Ue nella produzione di mezzi di trasporto e nei servizi di trasporto, e migliorando la nostra competitività globale attraverso catene logistiche efficienti e resilienti”.
Nel prossimo futuro possiamo aspettarci la comparsa e un uso più diffuso di droni (aeromobili senza equipaggio) per applicazioni commerciali, di veicoli autonomi, del sistema Hyperloop, di aeromobili a idrogeno, di veicoli aerei privati elettrici, del trasporto elettrico per vie navigabili e della logistica urbana pulita.
Fondamentale è un ‘ambiente’ favorevole per tutte queste tecnologie altamente innovative per la mobilità, “cosicché l’Ue possa diventare una destinazione privilegiata per gli innovatori”.
Sviluppare disponibilità, accesso e scambio di dati
Le Start up e gli sviluppatori di tecnologie hanno bisogno di un quadro normativo agile per sperimentare e usare i loro prodotti: “la Commissione lavorerà per facilitare le prove e le sperimentazioni e per adeguare l’ambiente normativo all’innovazione, in modo tale da sostenere la diffusione di soluzioni sul mercato”.
La trasformazione digitale del settore dei trasporti e della mobilità richiede poi ulteriori sforzi per quanto riguarda disponibilità, accesso e scambio di dati. Attualmente questi sforzi “sono spesso ostacolati da condizioni normative poco chiare”, denuncia la Commissione Ue, “dalla mancanza di un mercato dell’Ue per la fornitura di dati, dall’assenza di un obbligo di raccolta e condivisione dei dati, da norme diverse o da preoccupazioni derivanti dalla sovranità dei dati”.
La disponibilità dei dati e delle statistiche è invece determinante, in particolare per quanto riguarda i dati in tempo reale, dato che garantisce migliori servizi ai cittadini e la trasparenza delle catene di approvvigionamento nel trasporto di merci e prodotti commerciali. Insomma, i dati sono un bene fondamentale. Non a caso, infatti, sono stati definiti “il nuovo petrolio” del Terzo Millennio. E per sfruttarne l’enorme potenziale, quindi, è fondamentale che questo “petrolio” non venga contrastato e ridotto, quanto piuttosto sviluppato e condiviso: ciò significa abilitarne la raccolta, la conservazione e la condivisione, per far sì che possano realmente essere la base sulla quale costruire il cambiamento nel settore dei trasporti e della mobilità.
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