Report Città MEZ 2021: la mobilità a emissioni zero è già realtà

Rispetto al 2019, sono state vendute il 20% di auto in meno, ma è cresciuto significativamente il mercato della mobilità elettrica, con un 500% in più di auto elettriche vendute. Gli e-bus, però, sono ancora troppo pochi: lo rileva il rapporto Città MEZ 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Motus-E

Immagine distribuita da Pixabay

Il Report Città MEZ 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Motus-E, e dedicato alle abitudini dei cittadini e alla trasformazione del mercato nella fase post-Covid, quest’anno ci svela che la mobilità a emissioni zero è già realtà nelle grandi città, soprattutto in quelle dotate di linee ferrate, metropolitane e treni urbani. Ma c’è ancora molto da fare nel trasporto pubblico locale. In particolare sono state prese in esame le città di Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari, scelte per la Clean Cities Campaign, la campagna europea alla quale aderisce Legambiente insieme ad altre associazioni dell’Unione, per spronare al cambiamento e aiutare le persone a vivere meglio nelle aree urbane. Tra gli obbiettivi, il miglioramento della qualità dell’aria delle nostre città, la ridistribuzione dello spazio urbano e la conversione del trasporto pubblico in elettrico.

Sono state vendute il 20% di auto in meno rispetto al 2019, ma cresce significativamente il mercato della mobilità elettrica, con addirittura un 500% in più di auto elettriche vendute

In seguito alla pandemia che stiamo tuttora affrontando, sono molto cambiate le nostre abitudini ed il mercato della mobilità in Italia e in Europa. Secondo il report sono state vendute il 20% di auto in meno rispetto al 2019, nonostante gli incentivi elargiti, mentre cresce significativamente il mercato della mobilità elettrica, che vede addirittura un 500% in più di auto elettriche vendute. In Italia sono stati spesi in due anni quasi 2 miliardi di bonus per auto nuove, più della Germania in rapporto alla popolazione, ma nonostante gli incentivi anche verso diesel e benzina, ad oggi sono presenti su strada quasi 200.000 auto a batteria, di cui oltre 100.000 mila elettriche pure, contro il milione della Germania. Secondo lo studio, forse è stato proprio il lockdown, senza automobili inquinanti in strada, a determinare questo cambiamento nel mercato della mobilità, perchè c’è maggior consapevolezza e voglia di impegnarsi per rendere l’aria delle nostre città più pulita e respirabile.

Il 2021 si rivela quindi come l’anno dell’elettrico, con un boom di mezzi leggeri come scooter, ciclomotori e mezzi senza targa, come bici e monopattini, con almeno un milione e mezzo di cicli elettrici a giugno 2021. Di questi oltre 1,2 milioni sono e-bike, aumentate di 450 mila dal 2019, e almeno 300 monopattini, per citare solo alcuni dei dati che emergono dal report. Questa impennata dei mezzi elettrici leggeri viene incontro anche alle esigenze di una mobilità più agile in città, evitando il tipico congestionamento del traffico nelle ore di punta.

Ma sono ancora troppo pochi gli e-bus. Il Trasporto Pubblico Locale (TPL) infatti non è in grado di coprire tutti i tragitti, facendo ancora ricorrere al mezzo privato. Per questo occorre incoraggiare una migliore combinazione tra TPL e le diverse forme di sharing, spostamenti sicuri in bici, monopattini e a piedi. È però necessario dotare la flotta del TPL con mezzi elettrici ai fini della transizione ecologica verso la Mobilità a Emissioni Zero entro il 2030. Rendere efficiente l’elettrificazione del TPL è imprescindibile ai fini della totale decarbonizzazione dei trasporti. Basti pensare che solo nel 2020 in Europa, con l’uso di mezzi pubblici elettrici si è evitato di bruciare 279.000 barili di diesel al giorno, equivalenti al consumo della Grecia.

In Italia, nonostante lo stanziamento di ingenti risorse con il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile per il ricambio della flotta, solo il 5,4% delle immatricolazioni di autobus nel 2019 ha riguardato l’elettrico

L’Italia è però molto indietro nella conversione a una mobilità più sostenibile nel campo del trasporto pubblico elettrico. Il Belpaese è tra i maggiori acquirenti di autobus in Europa insieme a Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia, e con il 70% dei bus urbani europei acquistati, la diffusione di bus a emissioni zero è ancora molto lenta, con un impatto altissimo per l’ambiente. Nonostante lo stanziamento di ingenti risorse con il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile per il ricambio della flotta, solo il 5,4% delle immatricolazioni nel 2019 ha riguardato l’elettrico, mentre in Europa nel triennio 2018 – 2020 il numero di ordini è triplicato. È la Germania ad essere all’avanguardia, con l’80% degli investimenti sui mezzi pubblici dedicato a mezzi elettrici a batteria. Con la nuova direttiva “Veicoli puliti”, recepita a ottobre 2021, almeno il 22,5% dei nuovi autobus acquistati dovranno essere a emissioni zero entro il 2025 e almeno il 32,5% entro il 2030. Oggi siamo solamente a un misero 0,6%, con Torino e Milano che prevedono un trasporto pubblico locale a emissioni zero entro il 2030.

“Ecco che si fa strada, per coprire le ultime miglia, la sharing mobility, la mobilità alla domanda, la MaaS, Mobility as a Service”, dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente: “Il Comune di Bologna e quello di Milano stanno lavorando per offrire soluzioni integrate sia ai cittadini che alle imprese, scuole e Università. Il trasporto pubblico e la mobilità alla domanda, la sharing mobility, sono già oggi a emissioni zero in quote rilevanti: l’offerta TPL, nelle città considerate, è già totalmente elettrica tra il 17 e il 76%. La sharing mobility a emissioni zero tra il 70 e il 100%. Le auto e le moto private sempre sotto l’1%. La brutta notizia è che nel 2020 si sono acquistati meno autobus del 2019 e degli anni precedenti. La pessima notizia è che stiamo usando l’auto convinti che sia il mezzo più sicuro durante la pandemia: convinzione ingiustificata leggendo sia i dati ufficiali delle autorità sanitarie europee e della letteratura scientifica”.

“Lo spirito con cui abbiamo promosso l’aggiornamento di Città MEZ quest’anno è un invito a cooperare, a fare esperienza insieme a fornitori e operatori, a realizzare nuove soluzioni che in Italia ancora non sono consuete, ma che ci porteranno a una maggiore efficienza del sistema del trasporto pubblico locale e a una offerta ai cittadini decisamente più moderna e ambientalmente più sostenibile”, spiega Francesco Naso, segretario generale di Motus-E: “Da questi presupposti abbiamo creato, insieme ai nostri associati, produttori di mezzi, di infrastrutture di ricarica e fornitori di servizi, un nostro vademecum, un documento che vuole mostrare agli operatori TPL e a tutti i cittadini interessati che è possibile adottare queste soluzioni”.

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