Ecco le principali incognite che potrebbero frenare il mercato delle auto elettriche

Domanda del mercato, sviluppo della tecnologia, Eco-bonus e altri scenari condizioneranno la diffusione di veicoli elettrici. Un fattore fondamentale, e decisivo, sarà rappresentato dalle scelte a livello politico

Il mercato delle auto elettriche continua a crescere in Italia: a fine anno si stima saranno circa 28mila nel Paese, quasi triplicando le vendite del 2019, anche se rappresentano ancora solo lo 0,2% del parco circolante. La mobilità elettrica sta quindi accelerando, ma ci possono essere all’orizzonte incertezze, condizioni e incognite che potrebbero frenarne lo sviluppo. Ecco quali: innanzitutto, occorre un’adeguata e diffusa rete, pubblica e privata, dei punti di ricarica, che va necessariamente sviluppata, e di molto. Una riduzione degli incentivi all’acquisto e degli Eco-bonus da parte dello Stato potrebbe causare un rallentamento delle vendite. Una volta superata la pandemia di Covid-19, un maggiore utilizzo dei trasporti pubblici e un maggior numero di corse in Sharing potrebbero ridurre la frequenza di guida in generale, e quindi anche la domanda di mobilità elettrica privata.

Le postazioni di ricarica

La diffusione dei veicoli elettrici sta crescendo a buon ritmo, per questo è necessario accompagnare lo sviluppo del mercato con una adeguata copertura infrastrutturale e con una rete dei punti di ricarica (pubblica e privata), che al momento è ancora ristretta e limitata. L’utente e l’automobilista di vetture elettriche di oggi si deve in pratica organizzare dotandosi nella maggioranza dei casi di una wallbox, ossia una postazione di ricarica. Questo fa sì che il mondo della mobilità elettrica sia ancora preferenzialmente riservato a chi ha un garage, ha la disponibilità economica per l’acquisto del veicolo elettrico e ha la possibilità di installare realmente la wallbox per la ricarica.

Per quanto riguarda i punti di ricarica attivi, su tutto il territorio nazionale oggi ce ne sono circa 16.700. Quasi il 95% delle infrastrutture hanno potenze di ricarica limitate (tra 22 e 43 kW), mentre la presenza di ricariche ad alta e altissima potenza (superiori a 100 kW) è molto bassa, soprattutto sulle autostrade. Vanno quindi sviluppate sia la rete privata (presso case, condomini, aziende), sia quella pubblica, sia i punti di ricarica fast e super fast (50-350 kW).

Il ruolo dell’ecobonus

In questi ultimi mesi le vendite di veicoli elettrici sono state sostenute e spinte anche dagli Eco-bonus governativi: c’è chi ipotizza che una riduzione degli incentivi potrebbe portare a una frenata del mercato. In questo senso, Danimarca e Paesi Bassi sono esempi di come una riduzione dei Bonus possa attenuare la domanda di veicoli elettrici. Ma bisogna anche osservare che gli obiettivi di riduzione di CO2 a livello di Unione Europea e nazionale richiedono però un’alta adozione di mezzi elettrici, per questo – secondo diversi osservatori – i vari Paesi europei difficilmente riusciranno a fare marcia indietro, secondo questa visione altri bonus non mancheranno se necessari a sostenere la domanda e la conversione dalle auto a combustibili inquinanti.

La nuova normalità

In un ritorno poi alla nuova normalità “post-Covid-19”, le città stanno potenziando le reti di trasporto pubblico e sono aumentati gli investimenti nelle aziende di trasporto su strada: secondo alcuni esperti queste tendenze in futuro potrebbero portare a una riduzione del ricorso all’auto privata in generale, almeno nelle grandi città e nei centri maggiori, anche con riferimento alle vetture elettriche.

Secondo altri osservatori, al contrario, ci si aspetta che l’adozione della mobilità in Sharing acceleri effettivamente l’elettrificazione, in quanto le modalità di utilizzo favoriscono l’economia dei veicoli elettrici. A questo si deve poi aggiungere l’effetto del “ritorno ai mezzi pubblici” rispetto all’auto privata derivante dal timore di contagio, rispetto al quale ad oggi non esistono ancora valutazioni circa il livello di resilienza dei cittadini, i tempi per un eventuale ritorno ai mezzi pubblici e l’entità di tale ritorno.

Insomma: non c’è una risposta univoca ai dubbi e alle incognite che circondano il mondo della mobilità elettrica, lo sviluppo di queste tecnologie e di queste vetture può e potrà prendere strade diverse: un fattore fondamentale, e decisivo, sarà rappresentato dalle scelte a livello politico.

La politica, le leggi, le norme e gli Eco-bonus potranno essere determinanti per la definizione dei tempi di un passaggio che, se è senz’altro indispensabile compiere, è da definire con attenzione nei modi e nei tempi.

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