Tracciabilità: etichetta digitale contro le contraffazioni

La digitalizzazione ha un ruolo decisivo nella lotta alla contraffazione: un'opzione efficace in questa direzione è quella dell'etichetta digitale, asseverata dalla tecnologia blockchain

Immagine distribuita da Max Pixel con licenza CC0 (https://www.maxpixel.net/Internet-Network-Technology-Communication-5593574)

«L’aspetto più triste della vita in questo momento è che la scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza»: l’osservazione del grande Isaac Asimov concettualizza, con processo induttivo, un esempio pratico di tecnologia che va a compensare un dolo.

È fatto recente il sequestro di 10.550 ettolitri tra mosti e vini – valore 1 milione di euro – in stabilimenti delle provincie di Foggia e Bari, effettuato dall’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), uno dei maggiori organismi europei di controllo dell’agroalimentare del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Federico Persico, chief technology officer di Trackyfood

Secondo i dati EUIPO-Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, tra i settori più colpiti dalla contraffazione vi è proprio il vino, con 356 milioni di euro di vendite perse (3,3%) fino al secondo trimestre del 2019 (4,4 % delle vendite di alcolici e 2,3 % di vini). Un’opzione efficace di contrasto è il ricorso all’etichetta digitale, asseverata dalla tecnologia blockchain.

«L’Italia è l’unica nazione al mondo ad essersi dotata di un registro telematico del vino – spiega Federico Persicochief technology officer di Trackyfood – che consente il controllo degli operatori della filiera a seguito della registrazione online delle movimentazioni e delle lavorazioni dei prodotti vitivinicoli. Convinti che la digitalizzazione sia la strada maestra nella lotta alla contraffazione, abbiamo voluto dare il nostro contributo, sviluppando con Trackyfood una serie di funzionalità ad hoc per la gestione delle informazioni legate a questa filiera.»

Con estrema semplicità è possibile tracciare le informazioni, partendo dal censimento geolocalizzato dei vigneti e delle loro caratteristiche organolettiche. «Tutte le fasi ed i processi (data di vendemmia, fermentazione, affinamento, messa in botte, assemblaggio in caso di blend) vengono registrati e datati, creando così l’esatto prodotto di ogni lotto – aggiunge Persico – Il consumatore, attraverso l’etichetta interattiva di Trackyfood, può scoprire tutto sulla bottiglia che ha in mano, arrivando a visualizzare perfino la posizione esatta dei vigneti dai quali l’uva è stata raccolta».

È, inoltre, in fase di sviluppo una ulteriore innovazione per dialogare digitalmente attraverso l’impiego di macchinari dotati di sensoristica 4.0. «L’obiettivo è di integrare automaticamente, quindi in maniera ancora più veloce e sicura, riducendo ulteriormente il rischio di contraffazione, ad esempio le informazioni generate dalle macchine di imbottigliamento (data, numero di bottiglie, lotto) con le informazioni di tracciabilità».

Trackyfood nasce nel 2018 sulla scorta del know-how tecnologico acquisito negli anni con Trackysat, che dal 2017 ha sviluppato sistemi di localizzazione satellitare. La continua crescita del settore, le nuove esigenze del mercato (avvento e-commerce, valorizzazione certificazioni qualità, tracciabilità) e gli ampi margini di innovazione tecnologica possibili hanno portato Trackysat a concentrare parte delle sue attività sull’agrifood, concretizzatesi, grazie anche a percorsi di ricerca con il Politecnico di Milano, nella piattaforma Trackyfood.

Applicazioni: quali quelle ad ora realizzate e quali potenziali?

«Trackyfood è una piattaforma digitale – continua Persico – che consente agli attori della filiera alimentare (produttori, fornitori di materie prime, retailer) di registrare tutte le informazioni relative a prodotti e materie prime (ingredienti, valori nutrizionali, lavorazione, ecc.) e i dati relativi alla tracciabilità.

Fornitori, produttori e distributori possono, all’interno di un sistema centralizzato, sicuro e protetto, scambiarsi dati ed avere a disposizione, in tempo reale, tutte le informazioni, con la possibilità di decidere quali condividere con il consumatore finale, attraverso l’etichetta interattiva, che offre un’interfaccia intuitiva e user friendly attraverso smartphone.

Trackyfood è applicabile non solo per tracciabilità e controllo di filiera, ma anche per procedure di autocontrollo e sanificazione. Ad esempio, per il mondo della ristorazione offre un modulo per la gestione automatizzata e digitale di tutte quelle che sono le procedure ed i requisiti richiesti dai protocolli HACCP».

Blockchain: come garantisce lo scambio attendibile ed inoppugnabile delle informazioni?

«La tecnologia blockchain garantisce l’autenticità dello scambio di informazioni; la tecnologia, infatti, vede le sue prime applicazioni su scambi di valute. L’esposizione a rischio si circoscrive a quei processi dove le informazioni scambiate provengono da imputazioni manuali (autodichiarazioni), per questo motivo è molto importante la digitalizzazione, tramite integrazione con sensoristica o altri sistemi informativi, per rendere inconfutabili i dati raccolti».

Componente etica: come nel caso della lotta alla contraffazione, Trackyfood può avere una lettura che va oltre la tecnologia?

«Trackyfood consente alla filiera di sfruttare la tecnologia per offrire maggiore trasparenza al mercato ed al consumatore finale: una filiera controllata può diventare una filiera controllabile. Il mercato e la consapevolezza dei consumatori attuali indicano alle aziende che dovranno adottare questa visione.

Strumenti come il digitale e la blockchain possono essere un boost per condurre a tale prospettiva e mostrare cosa c’è realmente dietro ad una filiera o un prodotto; si tratta di un orientamento non solo valorizzante, ma “dovuto” al consumatore, per permettere scelte davvero consapevoli».

Agritech: quale prevedete possa essere il futuro di questo connubio?

«L’evoluzione dell’agricoltura 4.0 ha portato alla possibilità di una raccolta di informazioni molto elevate, a partire dal campo, fino all’ultima fase di logistica. La tecnologia è davvero pronta per il famoso farm-to-fork, che è sicuramente un valore aggiunto per il consumatore finale, ma anche un’opportunità per efficientare processi produttivi in termini di costi e sostenibilità ambientale.

Nel nostro caso specifico, proprio con lo sviluppo di filiere come quelle dell’allevamento animale o l’ortofrutticolo, lo scambio di informazioni con i dati di campo (agritech) diventa elemento fondamentale nel processo di controllo, sicurezza e tracciabilità».

Progetti in fieri?

«Per quanto riguarda la tracciabilità, stiamo declinando la nostra soluzione sulle esigenze specifiche delle differenti filiere. Siamo già pronti con moduli dedicati su quella dell’olio, vitivinicola, dolciaria, lattiero-casearia e stiamo proseguendo con soluzioni dedicate per il settore ortofrutticolo e della carne».

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