Il mondo deve accelerare l’innovazione tecnologica per la decarbonizzazione

L’analisi a livello globale ‘Patents and the energy transition’, realizzata dall’Iea, l’International energy agency, certifica che quasi metà delle riduzioni di CO2 necessarie per raggiungere l’ambita ‘quota zero’ nel 2050 deriveranno da tecnologie che non sono ancora sul mercato

Immagine distribuita da Pixabay

Il mondo procede a rilento ed è in forte ritardo nella lotta alle emissioni di anidride carbonica, in quanto quasi metà delle riduzioni necessarie per raggiungere l’ambita ‘quota zero’ nel 2050 deriveranno da tecnologie che non sono ancora sul mercato. Quindi, si tratta di spingere sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica e digitale, per rendere possibili quei miglioramenti che per ora scienziati e specialisti stanno solo immaginando.

È un ritardo, e una lacuna da colmare, evidenziati in ‘Patents and energy transition’, un’analisi a livello globale realizzata dall’International energy agency (Iea), insieme con lo European patent office (Epo, l’organismo comunitario in tema di brevetti e innovazione). Ma dallo studio emerge anche una nota positiva: certifica, infatti, l’ottimo posizionamento dell’Italia nel settore dell’energia pulita.

Ecco i principali risultati dell’indagine: nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019, i nuovi brevetti di tecnologia energetica a basse emissioni di carbonio (tecnologie Lce, vale a dire Low-carbon energy) sono cresciuti a livello planetario del 3,3% l’anno. In questo percorso, l’Italia è il quarto operatore europeo e il nono globale per numero di brevetti in energia pulita: quasi l’8% di tutti i brevetti italiani riguarda tecnologie per la Green energy. Le specializzazioni del nostro Paese sono innanzitutto in solare termico, geotermia, combustione, costruzioni e trasporto ferroviario.

Le eccellenze nei brevetti a basse emissioni di carbonio

Il tasso di crescita medio registrato dai brevetti ‘Green’ italiani tra il 2000 e il 2019 è del 7% annuo. Fiat Chrysler, Eni, Leonardo, Magneti Marelli, Sind International sono le aziende con il maggior numero di brevetti a basse emissioni di carbonio.

Più in generale, sullo scenario internazionale e mondiale, le tecnologie innovative abilitanti la decarbonizzazione – come batterie elettriche, idrogeno, Smart grid, sistemi di cattura del carbonio – rappresentano il 34% di tutte le tecnologie di energia pulita, in pratica una su tre. L’International energy agency evidenzia anche “un’impennata delle tecnologie relative ai veicoli elettrici, stimolata in misura considerevole dai progressi nelle batterie agli ioni di litio ricaricabili”. Questa tendenza si riflette anche nella “classifica delle migliori aziende nelle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio dal 2000 in poi, che comprende sei aziende automobilistiche e sei dei loro principali fornitori di batterie”.

Le aziende e gli istituti di ricerca europei hanno primeggiato nel brevettare invenzioni energetiche a basse emissioni di carbonio, con il 28% (12% per la sola Germania) di tutte le famiglie di brevetti internazionali in queste tecnologie nell’ultimo decennio (2010-19), seguiti da brevetti giapponesi (25%), statunitensi (20%), sudcoreani (10%) e cinesi (8%).

La mappa delle nuove tecnologie per ridurre la CO2

Il rapporto ‘Patents and the energy transition’ è “un chiaro invito all’azione per intensificare la ricerca e l’innovazione in nuove tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio e migliorare quelle esistenti”, sottolinea Antonio Campinos, presidente dell’European patent office, che si occupa dei brevetti europei.

Guardando il mappamondo dell’innovazione tecnologica e Green, l’Europa è al primo posto nella maggior parte dei settori delle energie rinnovabili, ed è particolarmente forte in alcuni settori di utilizzo finale come il trasporto ferroviario e l’aviazione.

Il Giappone è leader nelle tecnologie dei veicoli elettrici, batterie e idrogeno, e gli Stati Uniti hanno un vantaggio tecnologico nell’aviazione, nei biocarburanti e per i sistemi di cattura del carbonio. I principali punti di forza della Cina e della Corea del Sud, invece, sono le batterie, la tecnologia solare fotovoltaica e l’efficienza energetica nella produzione industriale e nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Tecnologie fondamentali per tagliare l’anidride carbonica

Sfogliando il Report sui trend globali delle tecnologie per l’energia pulita, si ricava inoltre che complessivamente la quota di Ipf (International patent families) nelle tecnologie energetiche pulite generate dagli istituti di ricerca (università ed enti pubblici di ricerca) è aumentata dal 6,6% del periodo compreso tra il 2000 e il 2009 all’8,5% tra il 2010 e il 2019.

Gli istituti di ricerca sono particolarmente attivi nelle tecnologie di approvvigionamento energetico a basse emissioni di carbonio – che riguardano combustibili alternativi, energia nucleare e alcune energie rinnovabili – e nelle tecnologie abilitanti emergenti, come i sistemi di cattura del carbonio (abbreviati in Ccus, ovvero Carbon capture, utilisation and storage) e l’idrogeno.

Quindi dati e numeri dicono che la spinta – internazionale e italiana – verso l’innovazione delle tecnologie Green e per la decarbonizzazione c’è, e dà i suoi frutti, ma per poter raggiungere gli ambiziosi traguardi ‘Zero carbon’ entro il 2050 occorre fare in fretta, più in fretta, occorre accelerare. E sperare nel contributo di tutti.

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