#IoE e agrifood: il caso Penelope

grano

Penelope nasce come start up e si lega in modo forte a Cisco attraverso un innesto tra competenza nel settore agroalimentare, IoE, tecnologia a valore aggiunto e infrastrutture. “L’incontro fortunato con Cisco – racconta Francesco Marandino, amministratore unico di Penelopeè avvenuto 5 anni fa quando noi avevamo necessità di ampliare e testare sul campo la nostra intuizione che aveva dato vita ad un sistema di tracciamento e garanzia dei prodotti e Cisco cercava una tecnologia in grado di completare la sua offerta in un settore nuovo”.

Ibridazione quindi e non solo scouting, scambio di competenze e non “acquisto” di piccole start up da fagocitare, crescita reciproca e non solo incubatore o business angel. Un lavoro di sei mesi fianco a fianco per integrare competenze di comparto e tecnologia. Questa la particolarità del rapporto che ha legato una grande multinazionale come Cisco a quella che era una piccola realtà, come Penelope, che oggi può vantare un posizionamento invidiabile sul mercato. “Mai avrei creduto – continua Marandino – di poter mantenere il nostro marchio valorizzando ciò che eravamo e che siamo. Ritengo che questo dipenda da una solida etica di fondo di Cisco, una vera eccezione in un mondo che non sempre tiene conto delle persone. Del resto, quando ci siamo incontrati, noi eravamo una scialuppa rispetto ad una portaerei”.

La tecnologia ValueGo

Francesco Marandino, amministratore unico Penelope
Francesco Marandino, amministratore unico Penelope

ValueGo è un sistema integrato che consente di tracciare l’intera filiera di un prodotto agroalimentare, a supporto del processo logistico e decisionale delle imprese oltre che a tutela e garanzia del consumatore che può avere così completa trasparenza circa la provenienza di ciò che mette in tavola. “L’obiettivo della nostra piattaforma tecnologica – afferma Francesco Marandino – è quello di valorizzare le eccellenze italiane contrastando tentativi di contraffazione e concorrenza sleale oltre che massimizzare la sicurezza alimentare”. Ma per fare questo c’è bisogno di IoE e di governance del dato in modo da documentare tutti i passaggi compiuti lungo la filiera: dall’origine, alla distribuzione, alla vendita. “Cisco ha messo a disposizione le sue competenze in networking, cloud e big data analysis – continua Marandino – per poter controllare in tempo reale i dati che arrivano da ogni componente del prodotto”. E grazie all’infrastruttura l’esperimento Penelope-Cisco ha abbattuto le limitazioni geografiche dando la possibilità di monitorare prodotti provenienti da ogni parte del mondo.

I vantaggi di ValueGo

Un’azienda che adotta la piattaforma tecnologica dimostra attenzione per la trasparenza rispetto al consumatore che, attraverso una etichetta intelligente, riesce a ricostruire la storia di ciò che mangia. Consente, inoltre, una migliore organizzazione dei processi produttivi e un più efficace coordinamento dell’intera filiera. “Adottare questo sistema – continua l’amministratore di Penelope – è imprescindibile per le aziende che investono sulla protezione e valorizzazione del marchio e puntano alle certificazioni di qualità e di origine”. Tanto che la prima applicazione sperimentale di Penelope è stata sulla filiera di produzione della mozzarella di bufala.

L’estensione della tecnologia: Safety4Food

In occasione di Expo 2015 Cisco e Penelope coinvolgono Barilla e Ntt Data per un “esperimento” di tracciabilità fatto su una edizione limitata di farfalle e sugo al basilico in vendita nel Future Food District della fiera milanese. Nella frase Barilla “Date da mangiare alle persone ciò che dareste ai vostri figli” sta forse l’essenza del progetto che sostiene salute e sostenibilità ambientale e che si è concretizzato in un QR Code presente al centro della scatola di pasta che consente di scoprire l’intera filiera. Attraverso l’app, fotografando il codice, si inizia un vero e proprio viaggio che parte dal campo, con tutte le informazioni sulle aziende agricole che hanno prodotto il grano necessario per la produzione. Dal campo si passa alla selezione del grano duro con la spiegazione del processo, la scheda delle imprese che partecipano a questa fase e il profilo dell’impianto ambientale e dell’impronta ecologica. Dal grano si arriva alla semola, si entra nel mulino, per arrivare alla produzione e alla descrizione dei processi, fino all’ingresso in produzione con la descrizione dei processi, del confezionamento e del magazzinaggio. “Il prodotto si racconta da solo – afferma Marandino – dando la sensazione di totale controllo su ciò che si sta mangiando. Due anni fa lo abbiamo fatto ricostruendo durante un Cisco live il processo produttivo di una cantina: dalla vigna alla bottiglia. Ricordo lo stupore di quanti si aspettavano di vedere switch e vedevano invece un’applicazione concreta del sostegno che la tecnologia può dare al settore agroalimentare”.

I progetti futuri

Partendo dal fatto che questo progetto è unico ed è italiano, si sta lavorando alla sua internazionalizzazione oltre che alla sua applicazione in altri contesti. “Dobbiamo puntare – afferma Marandino – sulla certificazione di qualità e sul controllo per esempio del biologico per poter riaffermare l’importanza del nostro Paese, che è patria dell’agroalimentare”. E che, in questo caso ha l’onore di essere patria di un progetto unico che fonde digitale e agrifood.
Occorre sostenere il settore che rappresenta il 17% del PIL italiano – continua Marandino – e che ha bisogno non solo di finanziamenti ma anche di formazione e sostegno alla diffusione dei propri mercati B2C e B2B”. Ed è questo che si sta facendo con l’ultimo annuncio in questi giorni di un protocollo d’intesa tra UniCredit e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali finalizzato a sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle imprese operanti nel settore agroalimentare italiano. Il progetto “Value for Food”, che ha visto unirsi Unicredit a Cisco e Penelope, è rivolto a finanziare e realizzare programmi di evoluzione tecnologica delle aziende agroalimentali affinché possano coniugare le esigenze di comunicazione e marketing territoriale, efficientamento e automazione dei processi di filiera, dematerializzazione e digitalizzazione degli asset informatici.

E Penelope, simbolo da sempre di capacità di aspettare con pazienza, è così diventata il simbolo di chi l’innovazione la fa per poi aspettare una giusta occasione di contaminazione e condivisione che porta a diffondere quanto di buono si è costruito.

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