Saranno 16 gli esperti nominati tramite apposito decreto ministeriale, firmato dalla ministra all’Innovazione Paola Pisano, dal Guardasigilli Alfonso Bonafede e dal sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, che analizzeranno nei prossimi tre mesi il fenomeno dell’odio on line, individuando possibili proposte di contenimento e contrasto.
La task force, formata da sociologi, giornalisti, professori universitari e avvocati, e guidata da Guido Scorza, avrà il compito di individuare le caratteristiche dell’hate speech e “mappare i possibili strumenti tecnologici di contrasto, identificare le modalità con le quali i gestori delle piattaforme possono contribuire a limitarne l’impatto sulla società nel rispetto dei principi costituzionali”.
“E’ un passo in avanti importante – ha sottolineato la Ministra per l’Innovazione Paola Pisano – che testimonia l’intenzione del Governo di conoscere e studiare un fenomeno complesso prima di valutare l’opportunità di qualsiasi intervento regolamentare. Un passo necessario visto che assistiamo quotidianamente a episodi di violenza verbale online che ledono i più elementari diritti delle persone minacciando le potenzialità del web”.
A far parte del gruppo di esperti, tre soci fondatori del Digital Transformation Institute, Giovanni Boccia Artieri, Stefano Epifani e Sonia Montegiove.
“Il tema dell’odio on-line – afferma Epifani, presidente del Digital Transformation Institute e autore del libro Sostenibilità Digitale – è particolarmente delicato, in quanto si deve tutelare l’utente o la categoria oggetto delle parole d’odio senza con questo venire meno ai princìpi di libertà e di apertura, nel rispetto del diritto e dei diritti delle persone che usano la rete. Pur essendoci cause ed origini profondamente diverse nei due fenomeni, c’è uno stretto legame tra le logiche con le quali si diffondono le fake news e quelle con le quali si diffonde l’odio on-line. Così come c’è uno stretto collegamento nel modo in cui possono essere gestiti e nei modelli di responsabilità. Per questo il tema non è tanto quello di come si combatte l’odio in rete, ma come si gestisce l’informazione e la comunicazione on-line nella sua interezza”.
Gli altri esperti che faranno parte del gruppo sono Luca De Biase, Martina Pennisi, Anna Masera, Ilaria Sotis, Massimo Mantellini, Carlo Blengino, Juan Carlos De Martin, Giovanni Ziccardi, Giovanna Cosenza, Sara Bentivegna, Walter Quattrociocchi, Paolo Iabichino e Rosy Russo.
“Per definire un approccio alla gestione dei temi connessi all’odio in rete – conclude Epifani – è necessario ragionare in termini di definizione della società nella quale vogliamo vivere e nella quale vogliamo che vivano i nostri figli. È un tema che riguarda tanto la sostenibilità sociale che la sostenibilità culturale della nostra epoca, e come tale può e deve trovare una linea guida negli obiettivi di Agenda 2030. Non dobbiamo dimenticare che l’odio “in rete” non è qualcosa di “altro” rispetto all’odio al di fuori di essa. Certo, vive dinamiche peculiari inerenti le modalità con le quali si diffonde, e con le quali si può tentare di arginarlo, ma per affrontare il problema non si può non guardare alle dinamiche sociali nella loro interessa, che vedono nella rete null’altro che un – seppur potentissimo – canale di diffusione e sviluppo”.
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