Quali le sfide per un’agricoltura digitale e sostenibile in Europa?

Le sfide globali in agricoltura sono ormai largamente conosciute: l’aumento della popolazione mondiale, la pressione sulla diminuzione delle risorse naturali e della biodiversità, la necessità di aumentare del 50% la produzione entro il 2050 per nutrire la crescente popolazione ricorrendo ad un’agricoltura sostenibile, l’urgenza della lotta al cambiamento climatico rappresentano temi attuali di dibattito e sottintendono ad un’ampia presa di coscienza dei principali attori coinvolti.

Il momento attuale è caratterizzato da un notevole impulso verso la più ampia introduzione della tecnologia dell’informazione e della comunicazione nel settore agricolo, viste le potenzialità riconosciute alla digitalizzazione nell’offrire vantaggi sia ai produttori che ai consumatori.

Il termine maggiormente usato è quello di Smart Farming cioè agricoltura intelligente, con cui ci si riferisce all’applicazione delle TIC all’agricoltura. I dati raccolti e analizzati mediante tecniche TIC supportano processi produttivi efficienti e mirano a sviluppare e incoraggiare l’uso di tecnologie innovative a supporto degli agricoltori sul campo.

Come l’UE sostiene il digitale per l’agricoltura?

Secondo l’Unione Europea, le tecnologie e le tecniche più rilevanti da sfruttare appieno sono le immagini satellitari, l’uso di robot agricoli, le potenzialità di Unmanned Aerial Vehicles per immagini aeree ed un uso più ampio di nodi di sensori per raccogliere dati. Indicazioni su queste tecnologie sono contenute nella dichiarazione di cooperazione su Un futuro digitale intelligente e sostenibile per l’agricoltura e le aree rurali europee firmata nell’aprile 2019 da 24 paesi dell’UE. Secondo la suddetta dichiarazione, l’introduzione di soluzioni tecnologiche in un contesto rurale rappresenta, tuttora, una sfida ampia e diversificata.

Sfide nell’implementazione delle tecnologie digitali in agricoltura e benefici attesi dall’uso delle tecnologie digitali sono stati i temi trattati nei giorni scorsi al Parlamento Europeo di Bruxelles su iniziativa di IoF2020, Internet of Food&Farm – consorzio che racchiude 120 partner provenienti da 22 Paesi, il cui leader è l’Università di Wageningen in Olanda – che ha promosso un dibattito interattivo tra rappresentanti delle istituzioni europee ed i più importanti stakeholder del settore agro-alimentare intitolato Smart farming digitalisation of agriculture vision for the new CAP.

La Commissione Europea, intervenuta in due formazioni distinte, Direzione Generale AGRI (Agriculture and rural development) e Direzione Generale CONNECT (Communications, networks, Content and Technologies), ha tracciato un bilancio dell’impatto della digitalizzazione nel settore agricolo a partire dalle attuali criticità riferite a: mancanza di competenze digitali; limitata disponibilità di analisi costi/benefici affidabili degli impatti delle tecnologie; evidente gap digitali delle PMI e insufficienti infrastrutture di rete.

A fronte dei limiti, svariati sono invece i benefici attesi quali:

  • l’aumento dell’efficienza dell’azienda agricola, con particolare riferimento ai possibili risparmi sui costi di gestione;
  • il supporto per gli agricoltori a gestire le proprie risorse, anche attraverso il ricorso alla intelligenza artificiale e all’automazione con robot in grado di diminuire interventi umani dove le attività sono ripetitive o pericolose;
  • miglioramento della sostenibilità economica e ambientale, anche attraverso IoT e telerilevamento, in grado di ottimizzare l’uso di pesticidi, acqua e fertilizzanti;
  • miglioramento della trasparenza del mercato della catena alimentare, anche attraverso il ricorso a blockchain.

L’obiettivo della Smart Farming non dovrà essere quello di industrializzare l’agricoltura ma, piuttosto, quello di rendere l’intero processo produttivo più efficiente, sostenibile e di alta qualità, nel rispetto delle esigenze degli agricoltori e dei consumatori.

Green Deal europeo incontra Europe fit for the digital age

Le due direzioni generali che ricoprono ruoli diversi nell’Esecutivo Comunitario si sono ritrovate in maniera coordinata ed interattiva a rappresentare, davanti al mondo agricolo (COPA COGECA, CEJA, IFOAM, EIT Food, CEMA ecc.), le potenzialità derivanti dell’applicazione delle nuove tecnologie per l’ammodernamento e la sostenibilità dell’agricoltura, realizzando, pertanto, un link tra due delle Sei priorità politiche della Commissione 2020-2024: il Green Deal Europeo, la cui strategia è stata appena presentata e declina, al suo interno, ambiziosi obiettivi ambientali, produttivi, di conoscenza e di innovazione e A Europe fit for the digital age, che incoraggia un rapido e trasversale progresso tecnologico. In tal modo è stato sottolineato l’approccio sinergico tra diverse politiche europee a fronte di risorse finanziarie adeguate alle sfide proposte.

Tali sinergie, necessarie per innescare la trasformazione digitale del settore agricolo, trovano la loro pianificazione programmatica per il periodo post 2020 nei seguenti strumenti europei:

  • Politica agricola comune (PAC),
  • Orizzonte Europa,
  • Programma Europa digitale (DEP),
  • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),
  • Meccanismo per collegare l’Europa (CEF) 2,
  • Programma InvestEU.

Il compito di coloro che, a vario livello e con ruoli diversi, ambiscono allo sviluppo tecnologico nel settore agricolo, dovrebbe essere quello di favorire il superamento degli ostacoli che ancora ne limitano il potenziale di cambiamento e garantire che tali tecnologie creino un reale vantaggio per gli agricoltori. La visione del prossimo futuro che è stata immaginata riconosce la necessità che gli agricoltori siano educati alle tecnologie ed accompagnati verso una crescita globale consapevole.

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