L’Intelligenza artificiale sta prendendo la guida della Future mobility

Il vero motore della Future mobility è l'Intelligenza artificiale, che nel mondo della mobilità innovativa e del futuro gioca e giocherà sempre più un ruolo chiave, aprendo nuove opportunità, di servizio e anche di utilizzo dei dati raccolti

Future mobility, Smart mobility, significa veicoli interconnessi, Hi-tech, una sorta di grandi computer mobili e su ruote. Almeno per ora su ruote, poi chissà. ‘Cervelloni’ mobili sui quali saliranno a bordo i passeggeri, merci e prodotti, e il guidatore, ovviamente. No, non tanto ovviamente. Il guidatore? I sistemi di guida autonoma dei veicoli hanno l’obiettivo dichiarato di sostituirlo, rimpiazzarlo, relegarlo a un ricordo del passato. Vedremo, per quanto tempo ci saranno ancora le ruote. E i guidatori.

È evidente che il vero motore di tutto questo è l’Intelligenza artificiale (IA), che nel mondo della mobilità innovativa e del futuro gioca e giocherà sempre più un ruolo chiave, aprendo nuove opportunità, di servizio e anche di utilizzo dei dati raccolti. Gli ambiti di impiego dell’Artificial intelligence sono già numerosi, con l’obiettivo di soddisfare – e in molti casi anticipare – i bisogni di aziende e consumatori, ostinati guidatori e passeggeri.

I dati sono i ‘pensieri’ e l’esperienza dell’Artificial intelligence

E se la mente umana funziona con impulsi, conoscenze, esperienza, informazioni elaborate dalla testa, la cosiddetta Intelligenza artificiale funziona con algoritmi sofisticati e dati in grande quantità. Ecco che la valorizzazione dei dati raccolti va di pari passo con la capacità di estrarne informazioni utili, e quindi con la capacità di far funzionare le cose. Per questo, nel mondo Automotive e della Smart mobility, si assiste allo sviluppo sul mercato di un numero crescente di soluzioni che integrano piattaforme avanzate di analisi dati e algoritmi di Intelligenza Artificiale molto evoluti.

In questo scenario, sono tre i ruoli principali che l’Intelligenza Artificiale può giocare. Innanzitutto, può agire ‘dentro’ i dispositivi, le auto e i veicoli connessi, così da migliorarne le funzionalità e di elaborare i dati direttamente in locale. Ad esempio, è il caso di un robot che autonomamente effettua la consegna di pacchi a domicilio muovendosi nel traffico cittadino, come nel caso di Yape, dell’italiana e-Novia, o Amazon Scout, e che quindi deve essere in grado di interagire con l’ecosistema circostante – percorso, semafori, ostacoli –, e rielaborare il proprio ‘comportamento’ e tragitto ogni volta che incontra un impedimento o un imprevisto sul proprio cammino.

Se sulle strade iniziano a viaggiare i robot

Oppure come nel caso di Neolix, un piccolo veicolo per le consegne urbane totalmente robotizzato, che è stato di grande utilità in Cina durante l’emergenza sanitaria per il Covid 19: le misure contro la pandemia hanno temporaneamente svuotato le strade dagli altri veicoli e, allo stesso tempo, hanno portato i consumatori a riflettere sui vantaggi nel far consegnare merci a sistemi robotici. Con le strade rimaste vuote, tra febbraio e marzo scorsi Neolix ha ricevuto più di 200 ordini di acquisto, quando negli otto mesi precedenti aveva venduto solo 125 mezzi.

Stesso trend per Starship Technologies, azienda americana che produce robot per la Smart delivery, e che ha registrato un aumento della domanda nei grandi centri urbani come New York e San Francisco. Certo, ora si tratta di far viaggiare insieme e far coesistere i nuovi mezzi e strumenti della Future mobility, ma sempre più attuale, con quei rompiscatole dei guidatori, così imprevedibili, imperfetti, spesso inaffidabili. E infatti i robot mobili – se provassero sensazioni e sentimenti – sarebbero già preoccupati.

Comandi vocali: parlare chiaro, please

Il secondo contributo importante dell’Intelligenza artificiale riguarda la possibilità di semplificare e innovare l’interazione tra l’utente – il solito guidatore ostinato – e l’auto connessa, attraverso l’uso della voce. Negli ultimi anni la capacità dei sistemi Hi-tech di comprendere il linguaggio naturale è migliorata molto – essenziale, per non ritrovarsi a Carpi anziché a Capri, per esempio –, e ciò ha permesso di introdurre gli assistenti vocali anche nel settore dell’auto. La voce può essere sfruttata come interfaccia per abilitare numerose funzionalità all’interno dell’abitacolo: dalle più classiche, come la trasmissione di informazioni sullo stato della vettura o la lettura delle e-mail, fino a quelle più innovative, come la ricerca di un ristorante in zona con le migliori recensioni o la regolazione di scenari pre-impostati all’interno dell’abitacolo in base all’umore dell’utente, come fa, ad esempio, l’Intelligent personal assistant di Bmw. E se il guidatore ostinato è nervoso, sarebbe proprio il caso che il sistema di Intelligenza artificiale non sbagliasse funzioni e comandi.
In più, con l’integrazione dell’assistente vocale a bordo vettura con quello presente nella casa Smart, è possibile regolare diversi scenari casalinghi stando comodamente seduti in auto o, viceversa, impostare parametri legati all’auto direttamente dalla propria abitazione, come fanno, ad esempio, Nissan Connect services e Google Assistant.

Guida Smart, Edge computing e IA, c’è grande fermento a bordo

Come terzo elemento di applicazione, guardando al futuro, l’Intelligenza artificiale si candida anche ad assumere un ruolo di ‘manager’ in numerosi contesti e situazioni, fornendo un supporto di tipo gestionale. Ma anche qui con effetti molto concreti. Si può immaginare, per esempio, un centro di controllo per governare il traffico in una Smart city, anche attraverso l’uso di sistemi di Edge computing, in modo da attribuire correttamente le priorità ai diversi veicoli, con l’obiettivo di prevenire il rischio di ingorghi o incidenti. Non sarebbero più, in questo caso, gli ostinati, imperfetti e imprecisi guidatori a scegliere il tragitto per arrivare alla propria destinazione, strada dopo strada, una svolta dopo l’altra, ma il computer di bordo, sempre connesso con il centro di controllo Hi-tech più vicino, potrebbe decidere in autonomia quale percorso seguire per incontrare meno traffico, e per evitare di farne parte.

E tutte queste funzioni e servizi Smart possibili possono (e devono) essere sviluppati in maniera congiunta e integrata tra loro per liberare pienamente il potenziale dell’Intelligenza artificiale nel mondo della Future mobility.

 

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