Agrigenius: parte dall’Italia la rivoluzione digitale per la gestione sostenibile dei vigneti

Intervista a Eric Bas e Simone Cerutti di BASF a proposito di Agrigenius Vite, sistema di supporto decisionale per la gestione di un vigneto e la produzione della vite

Le tecnologie digitali sono utili nel rendere l’agricoltura più sostenibile, favorendo un uso mirato ed intelligente dei diversi input, tra cui quelli chimici. La protezione delle piante, infatti, fa sempre più ricorso all’agricoltura 4.0 e di precisione. Un trend questo che si sta confermando in continua crescita anche in Italia. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, nel 2019 il Belpaese ha rappresentato circa il 5% del mercato globale dell’agricoltura digitale. Ed è proprio sull’Italia che la Divisione Agricultural Solutions di BASF ha deciso di puntare come mercato chiave per il lancio di nuovi servizi digitali.

Uno su tutti: Agrigenius Vite, sistema di supporto alla decisione noto come DSS (Digital Support System) che, grazie ad algoritmi matematici e a dispositivi digitali, analizza variabili rilevanti per la gestione di un vigneto e per la produzione della vite: pioggia, temperatura, vento, oltre tutto ciò che può essere rilevante nella previsione di una determinata malattia. È un progetto che nasce dalla partnership fra BASF e Hort@, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che, ormai da diversi anni, investe in ricerca e sviluppo sui sistemi DSS.

Eric Bas, Country Manager per l’Italia di BASF Agricultural Solutions

“La sostenibilità ambientale è il risultato di un bilancio: come produrre meglio con un minore consumo di risorse. Il tutto garantendo agli agricoltori anche la sostenibilità economica, in questo caso del settore vitivinicolo”, spiega Eric Bas, Country Manager per l’Italia di BASF Agricultural Solutions: “Per noi la vite è una cultura importantissima, oltre che una coltura strategica sia in Italia che nel mondo, e Agrigenius si inserisce perfettamente nella strategia globale di BASF. Infatti questo sistema è stato sviluppato in Italia, ma verrà sicuramente implementato anche in altri Paesi, a partire da quelli dell’area mediterranea vocati alla coltivazione della vite come Spagna, Portogallo e Grecia.”

Simone Cerutti, Commercial & Digital Excellence Manager di BASF

Strumenti come Agrigenius, spiega il manager, contribuiscono a trovare l’equilibrio tra competitività, efficienza delle aziende agricole e rispetto dell’ambiente. Danno quindi la possibilità di sviluppare un’agricoltura sostenibile grazie all’integrazione fra sementi, prodotti e servizi digitali. Questo sistema è disponibile in due versioni, chiamate Agrigenus Vite Pro e Agrigenus Vite Go. “La voce Pro è il prodotto più sofisticato e complesso, quella Go è invece interessante soprattutto per la modalità di utilizzo, nel senso che è fruibile in particolare via tablet e smartphone”, spiega Simone Cerutti, Commercial & Digital Excellence Manager sempre di BASF: “La versione Pro riceve degli input da centraline meteo che rilevano la piovosità tramite un pluviometro, la temperatura, il vento ecc., con olografie che rappresentano per esempio la parte in pianura e la parte in collina. Sono centraline che possono differire numericamente in base alla tipologia dell’azienda agricola. La versione Go gli input li acquisisce invece da dati meteo principalmente satellitari e può essere agganciata anche a centraline distribuite sia in Italia che non, quindi il dato di input è leggermente diverso.”

In pratica, entrambe le versioni funzionano sullo stesso modello matematico, ma con un livello di sofisticazione diverso. Il modello Go si concentra sulla parte della difesa, quindi in questo caso su funghi e insetti, i due principali nemici della vite. Ci sono poi da considerare i cosiddetti “stress abiotici”, come gelo, temperature non ottimali o siccità. La versione Pro, invece, permette di integrare i più precisi input della centralina con un’altra parte collegata all’evoluzione della coltura. Ad esempio, grazie a questo sistema si può verificare a che punto è la crescita della pianta, o in quali condizioni è la vite, o com’è lo sviluppo della chioma e delle foglie in un determinato momento (più foglie portano più umidità); o ancora, se si è nella parte del grappolo, a che punto è la maturazione dell’uva. Gli input che arrivano al sistema, quindi, non sono solo quelli delle centraline, ma anche altri che, messi insieme, permettono all’algoritmo di lavorare in un modo diverso rispetto alla versione Go.

“Entrambi hanno un database che è lo stesso in termini di prodotti, consigli legati al prodotto e situazione”, puntualizza Cerutti: “La versione mobile Go è un supporto che si può utilizzare da smartphone o da tablet quando non si ha la possibilità di usare il pc, ma la versione Pro è davvero una dashboard che ogni mattina permette di sapere tutto quello che sta succedendo al vigneto, oltre che di gestire e registrare tutto, trattamenti inclusi, come si faceva una volta con il quaderno di campagna. Insomma, si può tenere tutto sotto controllo sul proprio desktop.” Altra cosa interessante dal punto di vista tecnologico è che questi due strumenti possono comunicare fra loro, funzionalità molto utile in termini di tempo e flessibilità di utilizzo, soprattutto nel momento in cui si hanno da gestire vigneti magari distanti fra loro e di diverse dimensioni.

Quando si parla di digitale si ha a che fare con un mondo di costanti aggiornamenti e sviluppi, di conseguenza l’obsolescenza può sopraggiungere anche in tempi rapidi. In agricoltura, inoltre, ai tempi dilatati della natura si sono aggiunti negli ultimi anni cambiamenti che vanno dal clima, con fenomeni metereologici sempre più imprevisti, fino alla comparsa di nuove malattie e nuove tipologie di insetti. È quindi previsto uno sviluppo continuo di questa piattaforma DSS, che verrà seguita attentamente sul territorio dai tecnici di entrambe le realtà coinvolte. Uno sviluppo che, assicurano i tecnici di Hort@, andrà in direzione delle reali necessità degli agricoltori. Il tutto, ovviamente, senza sostituirsi ai produttori o agli agronomi.

L’utilizzo dei sistemi di supporto decisionale in campo agronomico, infatti, viene fatto dall’agronomo o dal produttore agricolo che è anche un tecnico e che, in quanto tale, conosce la parte agronomica del suo vigneto e lo gestisce in prima persona. “Sicuramente questo è un sistema che non ti dice esattamente cosa fare, ma ti dà tutte le indicazioni su una dashboard che deve essere letta e interpretata da qualcuno che è l’essere umano”, sottolinea Simone Cerutti: “In pratica, il DSS migliora il lavoro, senza sostituirsi alle persone.” Ci sono due vantaggi dal punto di vista dell’efficienza del lavoro: “Uno è quantitativo, nel senso che permette di prendere decisioni in minor tempo e con maggiore sicurezza. L’altro è qualitativo, perché se si è tecnici agronomi le decisioni che si prendono, le prestazioni del proprio lavoro, saranno più efficienti e miglioreranno.” I DSS permettono insomma di utilizzare in modo più razionale tutti quelli che sono gli input e i fattori della produzione, però serve il tecnico agronomo, il cui ruolo resta fondamentale, che interpreti la macchina. Tecnologie digitali al servizio della persona e del suo lavoro, non il contrario.

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