Città più Green e Low carbon significa città più tecnologiche, innovative, efficienti

Le città e metropoli del mondo provocano oltre il 40% di tutte le emissioni di carbonio, innanzitutto con gli edifici, il consumo di energia e i trasporti. Il rapporto 'Net Zero carbon cities: an integrated approach' del World Economic Forum mette sotto i riflettori le minacce per la salute e l'ambiente, ma anche le possibili contromisure e soluzioni

In tutto il mondo, città, metropoli e megalopoli sono responsabili di gran parte delle emissioni di carbonio, di altri gas a effetto serra e del consumo di energia: mentre le città coprono soltanto il 3% della superficie terrestre, provocano oltre il 40% di tutte le emissioni di CO2, innanzitutto con gli edifici, il consumo di energia e i trasporti.

In più, a oggi circa il 55% della popolazione mondiale abita, vive e lavora in città, ma il fenomeno dell’urbanizzazione è previsto in costante crescita, e questa percentuale, secondo le proiezioni, salirà al 68% entro il 2050.

Ciò significa che le città già inquinano molto e immettono nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, e con la continua crescita dell’urbanizzazione queste tendenze e questi effetti sono destinati ad aumentare ulteriormente, se non verranno realizzate politiche, iniziative su vasta scala e azioni concrete nella vita di tutti i giorni, per la decarbonizzazione e la riduzione degli altri inquinanti.

È uno scenario allarmante, messo in evidenza anche dal rapporto ‘Net Zero carbon cities: an integrated approach’, realizzato dal World Economic Forum a gennaio 2021, che mette sotto i riflettori le minacce per la salute e l’ambiente, ma anche le possibili contromisure e soluzioni. Per correre ai ripari – rimarca il Report – si può e si deve intervenire quindi sugli edifici e sul ‘sistema città’, oltre che su mobilità e trasporti.

Edifici e città al centro delle strategie per la decarbonizzazione

“Gli edifici e le città devono essere al centro delle strategie per la decarbonizzazione”, sottolinea l’analisi del World Economic Forum, e per invertire la rotta e realizzare uno sviluppo sostenibile e green – anche e innanzitutto nelle metropoli abitate da miliardi di persone in tutto il mondo – quello delle nuove tecnologie è un ruolo centrale e insostituibile: la digitalizzazione nel mondo dell’energia, dei trasporti, dell’abitare, degli stili di vita, può portare più efficienza, meno consumi e meno sprechi.

Per esempio, le Smart grid possono razionalizzare e contenere un consumo energetico che costa e inquina; l’Internet of Things, sensori, Big data e intelligenza artificiale possono e promettono di rendere le metropoli più funzionali e sostenibili.

A Singapore, per esempio, dove l’inquinamento atmosferico e i relativi costi sanitari sono particolarmente elevati, un team di ricercatori ha studiato la possibilità di combinare la potenza delle tecnologie dell’IoT e l’intelligenza artificiale per ottenere dati ambientali buoni per costruire politiche migliori e più ecologiche. In particolare, attraverso l’analisi in tempo reale dei dati atmosferici e dei valori inquinanti, catturati attraverso sensori IoT, si possono creare delle mappe di calore e della qualità dell’aria. E i punti più critici per l’inquinamento possono essere determinati con l’aiuto di algoritmi di machine learning. Tutti questi dati e informazioni confluiscono nei server e nei database dell’amministrazione locale, che può quindi usarli per verificare e migliorare le proprie politiche e azioni sul territorio.

Smart home, Smart city, Smart mobility

Un altro importante contributo alla decarbonizzazione può venire da elettrodomestici ‘intelligenti’ e più efficienti: è il campo della domotica, della Smart home, Smart grid e lettori digitali – elettrodomestici connessi, più facili da ‘leggere’, gestire, programmare, in modo da consumare meno, senza rinunciare al comfort. Aumentare la diffusione degli elettrodomestici intelligenti e meno energivori è senz’altro un’altra direzione da percorrere.

C’è poi tutto il capitolo che riguarda mobilità e trasporti: le politiche nazionali e locali devono incentivare l’uso dei veicoli a basse e zero emissioni, anche con sinergie tra settori diversi, ad esempio con pianificazione e regolamenti edilizi per supportare l’installazione di punti di ricarica elettrici, e poi occorre sovvenzionare, cofinanziare e sponsorizzare la transizione e il passaggio dalla mobilità più inquinante a quella sostenibile e green: per fare tutto ciò serve anche un grande sforzo in nuove infrastrutture, nuove competenze, per un cambiamento a livello di sistema.

L’App Ecomobility sviluppata dall’Università Cà Foscari di Venezia

Un’idea smart di mobilità si pone l’obiettivo di offrire diverse soluzioni, riducendo i costi, i tempi di attesa, il traffico urbano e l’inquinamento atmosferico. Come? Per esempio privilegiando reti di sharing – bike sharing e car sharing – ma anche proponendo mezzi pubblici elettrici che, oltre a non inquinare, consentono di accedere alle Ztl e ai centri storici.

Anche in questo ambito le tecnologie digitali hanno un ruolo centrale: sono già diffuse e piuttosto popolari le varie app collegate al sistema dei trasporti, pubblici e privati. Sistemi di rilevamento del traffico e algoritmi di intelligenza artificiale possono poi elaborare in tempo reale mappe della situazione, indicando sugli smartphone degli automobilisti i percorsi più vantaggiosi e meno trafficati. In questo modo, si può anche spostarsi in città seguendo la qualità dell’aria, ed evitando le aree più inquinate: è il caso di un progetto, con relativa app che è stata chiamata Ecomobility, realizzato dall’Università Cà Foscari di Venezia.

Più digitalizzazione e meno anidride carbonica

Decarbonizzare le città europee, attraverso iniziative di efficienza, sfruttando la digitalizzazione, accelerando la transizione alla mobilità elettrica e a sistemi di riscaldamento decarbonizzati, può produrre benefici significativi da qui al 2030: secondo gli analisti del World Economic Forum questo sviluppo di efficienza può portare a una riduzione pari a 260 milioni di tonnellate nelle emissioni di CO2 in Europa. Tutto ciò significa anche che i benefici per la salute degli europei porterebbero a risparmi nel settore medico e sanitario pari a 36 miliardi di dollari.

Il Report ‘Net Zero carbon cities: an integrated approach’ volge poi lo sguardo alle prospettive anche negli Stati Uniti. “Replicando le politiche e i livelli di investimento realizzati dal Recovery Act americano del 2009, gli Stati Uniti potrebbero continuare lo sviluppo di edifici intelligenti e infrastrutture a minore impatto energetico, mantenendo bassi i costi energetici per i consumatori”, auspica il Report sulla decarbonizzazione delle città mondiali: “combinando tutto ciò con il rafforzamento dei trasporti meno inquinanti, si possono ottenere riduzioni nelle emissioni di anidride carbonica pari a 110 milioni di tonnellate l’anno entro il 2025”.

Insomma, città più green e low carbon significa città più tecnologiche, innovative, efficienti. Da realizzare e sviluppare a ogni latitudine, da Singapore a Venezia.

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