Mobilità aerea urbana: ai cittadini europei piace, ma deve essere sicura e sostenibile

La Mobilità Aerea Urbana potrebbe diventare presto una realtà in Europa, già entro i prossimi 3 o 5 anni. Ma cosa ne pensano i cittadini di questa nuova modalità di trasporto urbano? Le risposte in questo studio realizzato dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA)

Fonte: vog.photo (https://www.flickr.com/photos/arselectronica/47949995547)

Quello del congestionamento stradale causato dal traffico, e l’inquinamento che ne è una diretta conseguenza, rappresenta uno dei problemi principali per le città dell’Unione europea, che sta portando alla ricerca di nuove soluzioni in grado di rendere il trasporto urbano più “intelligente” e sostenibile. In Europa, in questo senso, sono in corso diversi progetti e, tra i più interessanti, ci sono senza dubbio quelli che rientrano nel campo della cosiddetta Urban Air Mobility (UAM): velivoli ad atterraggio e decollo verticale – il cui sviluppo è favorito dal miglioramento delle tecnologie delle batterie e della propulsione elettrica, così come da maggiori investimenti nelle startup – per il trasporto nelle aree urbane e limitrofe di merci e persone, e che potrebbe diventare una realtà già entro i prossimi 3-5 anni.

Certo, la fiducia da parte dei cittadini europei per questa nuova modalità di trasporto sarà fondamentale per il suo sviluppo e la sua piena affermazione. Per questo motivo, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha condotto uno studio per esaminare gli atteggiamenti, le aspettative e le preoccupazioni dei cittadini dell’UE – nelle cinque città europee di Barcellona, Budapest, Amburgo, Milano, Parigi e la regione transfrontaliera dell’Öresund – nei confronti della UAM.

La mobilità aerea urbana tra vantaggi e rischi

La dimensione stimata del mercato della UAM in Europa, tra cui Ricerca e Sviluppo, produzione di veicoli, operazioni e costruzione di infrastrutture, sarà di circa 4,2 miliardi di euro nel 2030 e, sempre secondo le stime, sarà in grado di creare 90mila posti di lavoro nello stesso anno: un impatto, quindi, decisamente rilevante sia dal punto di vista economico che da quello sociale.

La dimensione stimata del mercato della UAM in Europa, tra cui Ricerca e Sviluppo, produzione di veicoli, operazioni e costruzione di infrastrutture, sarà di circa 4,2 miliardi di euro nel 2030 e, sempre secondo le stime, sarà in grado di creare 90mila posti di lavoro

Uno dei principali vantaggi per gli utenti per questa nuova modalità di trasporto sarà quello del risparmio di tempo. Ad esempio, si legge nel report, un trasferimento dalla città all’aeroporto in “aerotaxi” a Parigi potrebbe essere dalle 2 alle 4 volte più veloce rispetto a un viaggio in auto il giovedì sera durante l’ora di punta. Ma non solo, anche il trasporto medico di apparecchiature o altro potrebbe risultare il 73% più veloce utilizzando un drone piuttosto che un’ambulanza, prendendo in esame un viaggio a Berlino un giovedì sera nell’ora di punta.

Tuttavia, al di là dei vantaggi che ne potrebbero derivare, occorre prendere in considerazione anche l’esistenza di rischi legati all’implementazione dell’UAM in Europa. Questi, in particolare, sono relativi alla sicurezza, al rumore dei velivoli, alla privacy – gli aerotaxi o i droni potrebbero volare sopra o vicino i luoghi di residenza –, all’inquinamento visivo e agli aspetti ambientali, fino alla possibile perdita di posti di lavoro e all’accessibilità.

Percezioni positive, soprattutto per i casi d’uso di pubblico interesse

All’inizio del sondaggio, è stato quindi chiesto ai partecipanti di indicare quale sarebbe la loro percezione complessiva se le soluzioni di mobilità aerea urbana fossero introdotte nelle loro città. Nel complesso, i risultati hanno dimostrato una percezione positiva: la maggior parte (83%), infatti, si è dichiarata molto o piuttosto positiva rispetto all’introduzione dell’UAM. In particolare, il 64% sarebbe interessato ad utilizzare la consegna tramite drone, e poco meno della metà, il 49%, ad utilizzare un aerotaxi; il 43% sarebbe invece interessato ad utilizzare entrambi i servizi, mentre il 29% non li userebbe se fossero disponibili nelle rispettive città.

Inoltre, è stato indagato il livello di sicurezza percepito dai pedoni rispetto all’idea di droni di consegna e aerotaxi in volo, con e senza equipaggio: un fattore fondamentale per ritenere accettabile o meno questa nuova modalità di trasporto. In questo senso, la percentuale di persone che ha dichiarato di sentirsi più al sicuro, in quanto pedoni, con aerotaxi con equipaggio in volo sopra di essi (70%) è stata di gran lunga maggiore rispetto a quelli senza equipaggio (44%). Non sorprende, quindi, che le percezioni da pedone siano simili a quelle da passeggeri: infatti, il numero di coloro che probabilmente proverebbe un aerotaxi con equipaggio (75%) è risultato di molto superiore rispetto a coloro che ne proverebbero uno senza equipaggio (43%).

I casi d’uso di interesse pubblico, in particolare relativi alla sicurezza e alla salute, sarebbero accettati meglio rispetto a quelli volti a soddisfare esigenze individuali

Sono risultati però evidenti alcuni casi d’uso, in particolar modo, che gli intervistati ritengono essere maggiormente utili e che pertanto, si legge nel report, riceveranno probabilmente la massima approvazione da parte dei cittadini. In cima a questa “classifica” c’è il trasporto di feriti in ospedale (41%) con la stessa percentuale della consegna di forniture mediche agli ospedali tramite droni, seguiti dal trasporto di personale medico d’emergenza (36%) e dall’uso di droni per la gestione di disastri (28%). Altri casi d’uso, come il volo da un punto all’altro della città o le visite turistiche in aerotaxi, sono invece stati considerati meno utili: questi dati, quindi, indicano con chiarezza che i casi d’uso di interesse pubblico, in particolare relativi alla sicurezza e alla salute, sarebbero accettati meglio rispetto a quelli volti a soddisfare esigenze individuali.

Il problema dell’impatto ambientale

Quando è stato chiesto agli intervistati di evidenziare le principali preoccupazioni relative all’utilizzo dei droni e degli aerotaxi, i risultati complessivi hanno indicato principalmente la sicurezza, la protezione e l’impatto ambientale. A queste va aggiunto anche il problema relativo al rumore, che si colloca al secondo posto tra le preoccupazioni riguardanti gli aerotaxi.

In particolare, quella dell’impatto ambientale è stata la seconda maggiore preoccupazione espressa dai cittadini. I primi tre rischi evidenziati, rispetto all’utilizzo di droni di consegna e aerotaxi, sono risultati li stessi: quasi due intervistati su tre (62%) temono un impatto negativo sugli animali da parte dei droni, e il 56% teme lo stesso per quanto riguarda gli aerotaxi. Al secondo posto, sia per i droni che per gli aerotaxi, c’è l’inquinamento acustico per più della metà degli intervistati, seguito al terzo dalle preoccupazioni relative all’impatto ambientale e climatico della fabbricazione e produzione dei veicoli e delle loro batterie.

A questo proposito, per cercare possibili soluzioni, è stato chiesto agli intervistati di indicare se, secondo loro, l’impatto ambientale delle operazioni di mobilità aerea urbana debba essere valutato dalle autorità e reso pubblico, ad esempio attraverso un marchio di qualità ecologica: una soluzione, questa, che mostrerebbe i suoi vantaggi per la grande maggioranza dei partecipanti (74%).

Per una UAM accettabile e sostenibile

In conclusione, i risultati dello studio evidenziano che la mobilità aerea urbana beneficia di un’immagine positiva e potrebbe essere accettata da parte dei cittadini dell’UE, aperti alla possibilità di nuove soluzioni che possano migliorare la qualità della vita nelle città. Tuttavia, è risultato con altrettanta chiarezza che l’accettarla o meno è vincolato al rispetto di alcune condizioni, volte a garantire adeguati livelli di protezione, di sicurezza e tutela ambientale, e che i cittadini non subiscano un inadeguato disturbo da parte dell’UAM.

Quindi, sottolinea il report, spetta adesso agli attori interessati, ed in particolare alle autorità di regolamentazione a tutti i livelli, costruire su queste prime premesse positive e adottare delle misure in grado di soddisfare le aspettative dei cittadini, per fare in modo che questo atteggiamento iniziale di apertura possa tradursi in adozione da parte dei futuri utilizzatori, e in accettabilità da parte dei residenti delle città.

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