Gli investimenti energetici globali dovrebbero rimbalzare di circa il 10% nel 2021

Le stime per l’anno in corso dell’Agenzia internazionale per l'energia indicano una ripresa che inverte la frenata e lo stallo causati dalla pandemia nel 2020. Le energie rinnovabili dominano gli investimenti nella nuova generazione di energia, e si prevede che rappresenteranno il 70% dei 530 miliardi di dollari spesi in totale per tutta la nuova capacità di generazione

Immagine distribuita da Pixabay

L’energia è un fattore di primaria importanza nella spinta mondiale verso lo sviluppo sostenibile, quella Green è fondamentale per la decarbonizzazione del Pianeta, e quest’anno sul settore soffia un vento di moderata ripresa – dei consumi, della spesa, degli investimenti – che dovrebbe in buona parte creare un effetto rimbalzo dalla frenata e dallo stallo causati dalla pandemia.

Mentre nel 2020 gli investimenti energetici globali sono rimasti piuttosto stabili, dovrebbero crescere di circa il 10% nel 2021, per oltre 820 miliardi di dollari, come stima il rapporto World Energy Investment dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie l’abbreviazione italiana, Iea – International energy agency – quella inglese).

Le prospettive di investimento sono nettamente migliorate insieme alla crescita economica, sebbene vi siano significative variazioni da Paese a Paese. La domanda globale di energia è destinata ad aumentare del 4,6% nel 2021, più che compensando la contrazione del 4% nel 2020.

Le energie rinnovabili dominano gli investimenti nella nuova generazione di energia, e “si prevede che rappresenteranno il 70% dei 530 miliardi di dollari spesi in totale per tutta la nuova capacità di generazione nel 2021. Gli investimenti in reti e stoccaggio costituiscono il resto”, rimarca il Report World Energy Investment. Che sottolinea: “grazie ai rapidi miglioramenti della tecnologia e alla riduzione dei costi, un dollaro speso per l’utilizzo di energia eolica e solare fotovoltaica si traduce oggi in quattro volte più elettricità di un dollaro speso per le stesse tecnologie dieci anni fa”.

Gli investimenti in energia pulita sono in lieve ripresa, ma occorre fare di più

L’analisi di scenario realizzata dall’Iea fa anche notare che “la prevista ripresa degli investimenti nel 2021 è una combinazione di una risposta ciclica alla ripresa e uno spostamento strutturale dei flussi di capitale verso tecnologie più pulite. Ma, nonostante l’urgente necessità di passare a un percorso energetico più sostenibile, le emissioni globali di anidride carbonica sono di nuovo in aumento, dopo il più grande calo annuale mai registrato nel 2020”.

Gli investimenti in energia Green e Low (o Zero) carbon dovrebbero raddoppiare per mantenere la temperatura media mondiale ben al di sotto di un aumento di 2 gradi centigradi

Gli investimenti in energia pulita sono in moderata ripresa, ma restano ben lontani da quanto sarà necessario per evitare gravi impatti dei cambiamenti climatici. I 750 miliardi di dollari che dovrebbero essere spesi per le tecnologie energetiche pulite e l’efficienza in tutto il mondo nel 2021 rimangono molto al di sotto di quanto richiesto negli scenari guidati da logiche e strategie di decarbonizzazione su vasta scala e miglioramento delle prospettive sul clima, contro il surriscaldamento globale.

Gli investimenti in energia Green e Low (o Zero) carbon “dovrebbero raddoppiare per mantenere la temperatura media mondiale ben al di sotto di un aumento di 2 gradi centigradi”, fanno notare gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia, “e più che triplicare per mantenere la porta aperta per una stabilizzazione in media di 1,5 gradi. Il passaggio a un percorso energetico allineato al clima dipende da un’ampia gamma di azioni dei governi nazionali e degli organismi internazionali”.

Puntare a nuove risorse come l’idrogeno a basse emissioni di carbonio

La spesa per il miglioramento dell’efficienza energetica – prevede ancora l’analisi dell’Iea – è destinata ad aumentare nel 2021 di quasi il 10%, come conseguenza della rinnovata crescita economica e degli effetti iniziali dei programmi di ripresa avviati dai vari governi nazionali.

La spesa per il miglioramento dell’efficienza energetica è destinata ad aumentare nel 2021 di quasi il 10%, come conseguenza della rinnovata crescita economica e degli effetti iniziali dei programmi di ripresa avviati dai vari governi nazionali

Tuttavia, “in un contesto di prezzi del carburante relativamente bassi, la crescita è fortemente concentrata in mercati e settori con politiche governative chiare, come il settore edilizio in Europa. Le politiche e la spesa pubblica stanno stimolando progetti in nuove aree come l’idrogeno a basse emissioni di carbonio e l’utilizzo e lo stoccaggio della cattura del carbonio (Ccus)”.

Nonostante questi segnali incoraggianti, la spesa di stimolo per le tecnologie energetiche pulite è ben al di sotto di quanto necessario per garantire una ripresa sostenibile dalla crisi di Covid 19. Molti Paesi in via di sviluppo non dispongono dei mezzi per perseguire strategie di ripresa espansive, e i primi segnali di inflazione in alcune economie portano a chiedersi quanto durerà l’attuale contesto di bassi tassi di interesse.

Il sostegno all’innovazione è un pilastro fondamentale dei piani Low e Zero carbon

Il sostegno all’innovazione è un pilastro fondamentale dei piani Low e Zero carbon, ma il 2020 ha visto tendenze divergenti tra la spesa dei governi e delle aziende in ricerca e sviluppo nel settore dell’energia.

I segnali per gli investimenti nell’innovazione energetica a basse emissioni di carbonio all’inizio del 2021 “sono ampiamente positivi”, rileva l’International energy agency: “le principali economie hanno evidenziato l’innovazione e l’aumento dei finanziamenti come parte della loro spinta all’azzeramento delle emissioni nette. In totale, stimiamo che fino al 2030 potrebbero essere disponibili oltre 50 miliardi di dollari di fondi pubblici per importanti progetti dimostrativi di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio su larga scala, inclusi Ccus e altri modi per mitigare le emissioni industriali”.

Un’altra fonte di ottimismo è “la resilienza osservata nel 2020 dei finanziamenti di capitale di rischio in fase iniziale per le tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio”.

Mancano progetti di alta qualità per l’energia pulita e la decarbonizzazione

La comunità finanziaria in molte economie avanzate si è mobilitata attorno alla finanza sostenibile, lanciando fondi e iniziative per incanalare il crescente interesse dei mercati di capitali.

L’emissione di debito sostenibile è cresciuta rapidamente, raggiungendo la cifra record di 600 miliardi di dollari nel 2020, e lo sviluppo dei Green bond è sempre più accompagnato da nuove tipologie di titoli e strumenti basati sulla performance per supportare transizioni più complesse.

E l’Iea rimarca: “anche se la spesa per l’energia pulita è destinata ad aumentare nel 2021 di circa il 7%, i flussi finanziari sono cresciuti più rapidamente delle effettive spese in conto capitale. C’è una carenza di progetti di alta qualità per l’energia pulita e la decarbonizzazione. A ciò si aggiungono canali inadeguati per indirizzare i fondi disponibili nella giusta direzione, e la mancanza di intermediari in grado di far incontrare il capitale disponibile con le esigenze di sostenibilità delle imprese e dei consumatori”. In pratica, c’è ancora molto da fare e da sistemare anche all’interno del mondo finanziario per cogliere e sviluppare tutte le potenzialità dell’energia Green, della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile.

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