La sicurezza energetica aumenta con le tecnologie digitali

La digitalizzazione offre molte opportunità per migliorare la sicurezza energetica, ma comporta nuovi rischi, a partire da quelli informatici. Lo rimarca il Report ‘Security of clean energy transitions’, realizzato dall’International energy agency

Immagine distribuita da Pixabay

I sistemi energetici globali, nella loro transizione verso un’energia più decarbonizzata e green, devono anche affrontare rischi – di approvvigionamento e fornitura – crescenti, tra cui il cambiamento dei modelli climatici, eventi meteorologici estremi, le minacce informatiche e la disponibilità di minerali rari e critici.

L’elettricità sta diventando il vettore principale delle transizioni verso l’energia pulita e la sicurezza della sua fornitura è essenziale. Lo stesso concetto di sicurezza energetica sta diventando oggi più ampio e dinamico che in passato: garantire forniture di energia ininterrotte e affidabili, e materie prime critiche legate all’energia a prezzi accessibili, rimane un obiettivo politico fondamentale.

Basta guardare a cosa sta succedendo in Italia e in Europa in questo periodo, con il preventivato rincaro delle principali forniture energetiche fossili – petrolio e gas naturale – che rischia di mandare in tilt i prezzi di mercato, e i costi delle bollette per gli utenti finali, con i vari governi chiamati a intervenire per tamponare in qualche modo l’incombente ondata di rincari.

Anche nell’ambito della sicurezza energetica, la digitalizzazione offre opportunità per migliorarla ma comporta nuovi rischi, sottolinea il Report ‘Security of clean energy transitions’ realizzato dall’Iea (International energy agency), che spiega: “la digitalizzazione supporta una migliore pianificazione energetica, fa monitoraggio in tempo reale, facilitando l’uso di risorse energetiche distribuite per fornire servizi ai sistemi di alimentazione e anche in risposta a situazioni critiche”, per questo, fa notare, “i governi devono garantire che le capacità di preparazione e risposta alle emergenze energetiche continuino a essere solide in un sistema più digitalizzato ed elettrificato”.

La digitalizzazione sta trasformando i sistemi energetici

La digitalizzazione sta trasformando rapidamente i sistemi energetici. Può accelerare la transizione all’energia pulita e Low carbon, sbloccando maggiori opportunità di risposta alla domanda di consumo, integrando quote di energie rinnovabili variabili e il bilanciamento intelligente delle forniture di energia e della domanda, come la ricarica intelligente dei veicoli elettrici.

Le catene di approvvigionamento dei combustibili fossili sono già state altamente automatizzate con le tecnologie digitali, e gli investimenti nell’espansione e nella digitalizzazione delle reti intelligenti “devono aumentare in linea con gli obiettivi di transizione dell’energia pulita”, sottolineano gli osservatori dell’International energy agency.

In parallelo, l’aumento della connettività e dell’automazione aumenta i rischi di sicurezza dei cyberattacchi. Un attacco maligno potrebbe innescare la perdita di controllo su dispositivi e processi nei sistemi energetici, causando a sua volta danni fisici e interruzioni di servizio diffuse.

“La continua espansione dei dispositivi connessi e delle risorse energetiche distribuite accresce le preoccupazioni per la sicurezza informatica”, rilevano gli esperti del settore, e “mentre la prevenzione totale dei cyberattacchi non è raggiungibile, i sistemi energetici possono diventare più resilienti al fine di resistere, adattarsi e recuperare rapidamente da incidenti e attacchi, preservando la continuità delle operazioni delle infrastrutture critiche”.

Obiettivo: migliorare sicurezza energetica e resilienza digitale

In questa prospettiva, i vari governi nazionali sono fondamentali per migliorare la resilienza digitale. Un obiettivo che si può raggiungere attraverso sensibilizzazione e consapevolezza generale su questi temi e aspetti, apparentemente lontani e invece molto importanti e concreti, e poi occorre lavorare con tutte le parti interessate per identificare, gestire e comunicare le vulnerabilità e i rischi emergenti.

“Le politiche nazionali per la sicurezza energetica dovrebbero facilitare partnership e collaborazioni a livello settoriale, sviluppare programmi di scambio di informazioni e sostenere iniziative di ricerca”, auspicano i rappresentanti dell’International energy agency.

I governi nazionali possono costruire e rafforzare la resilienza digitale attraverso una serie di politiche e approcci normativi, prendendo misure concrete per istituzionalizzare le responsabilità; identificare, gestire e mitigare i rischi; monitorare i progressi; rispondere e recuperare dalle eventuali interruzioni nella disponibilità e fornitura di energia.

“Sono disponibili numerosi strumenti di gestione del rischio, quadri di sicurezza, misure tecniche e approcci di valutazione, che i Paesi possono utilizzare e adattare alle circostanze particolari”, rileva il Report ‘Security of clean energy transitions’. “La sicurezza energetica collettiva dovrebbe essere potenziata dalla cooperazione internazionale, ad esempio a livello di G20 nella condivisione delle informazioni sugli allarmi di incidenti e degli standard per le migliori pratiche”. Questo potrebbe includere “meccanismi per la sicurezza della catena di fornitura e di hardware e software che supportano le infrastrutture per il trasporto di petrolio, gas ed elettricità, come ad esempio una certificazione uniforme e basata su standard internazionali”.

Sette principi chiave per la sicurezza verso l’energia pulita

Intanto, evidenzia l’Agenzia internazionale per l’energia, i governi del G20 devono ampliare la loro sicurezza energetica e la loro preparazione attraverso sette principi chiave per la sicurezza delle transizioni verso l’energia pulita:

 

  1. Dare priorità all’efficienza energetica.
  2. Realizzare un’integrazione sicura dell’eolico e del solare fotovoltaico nei sistemi energetici. Garantire il miglior uso delle fonti di flessibilità energetica esistenti, e sviluppare reti intelligenti e digitali efficaci.
  3. Sviluppare e distribuire un portafoglio di fonti di generazione a basse emissioni di carbonio, per aumentare la diversità dell’alimentazione e proteggersi dai rischi di fornitura.
  4. Garantire l’uso efficiente in termini di costi dell’infrastruttura energetica esistente, per un percorso energetico accessibile, sicuro e pulito.
  5. Modernizzare i sistemi di sicurezza petrolifera e promuovere mercati dell’energia trasparenti, aperti e competitivi per soddisfare i problemi di sicurezza energetica tradizionali ed emergenti.
  6. Prepararsi a rischi nuovi ed emergenti per la sicurezza energetica. Aumentare la resilienza delle catene di approvvigionamento globali, anche per i minerali critici. Promuovere la sicurezza digitale e la resilienza climatica delle infrastrutture energetiche.
  7. Promuovere un approccio incentrato sulle persone e inclusivo per garantire l’accesso all’energia, promuovere la diversificazione economica nelle economie dei produttori.

 

Sulla via della decarbonizzazione e con l’obiettivo Zero carbon, la sicurezza energetica “non farà che aumentare d’importanza”, sottolinea l’International energy agency, “i Paesi che provocano il 70% delle emissioni globali di anidride carbonica si sono impegnati a portare le emissioni nette a zero entro la metà del secolo o subito dopo”, e l’efficienza energetica “è il ‘primo carburante’ per realizzare transizioni energetiche pulite in modo sicuro. Gli sforzi per rafforzare ed espandere tecnologie e pratiche efficienti devono essere aumentati in modo significativo, poiché il risparmio energetico e i relativi cambiamenti comportamentali sono stati finora molto più lenti del necessario”.

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