6G e decarbonizzazione: un’opportunità per le aziende

Un report di Alliance for Telecommunications Industry Solutions spiega in che modo il 6G consentirebbe una maggiore efficienza energetica, permettendo di affrontare le sfide del cambiamento climatico e la necessità di ridurre l’impronta di carbonio

Immagine distribuita da CCNULL

Oggi più che mai le sfide del cambiamento climatico e la necessità di ridurre l’impronta di carbonio fanno sì che le tecnologie e le reti di prossima generazione siano più efficienti da un punto di vista energetico. Come riporta il report di Alliance for Telecommunications Industry Solutions è infatti necessario ridurre la nostra dipendenza da fonti non rinnovabili e utilizzare il più possibile fonti di energia rinnovabili e ambientali.

Il gruppo di lavoro Next G Alliance nasce proprio con lo scopo di concentrarsi su reti mobili sostenibili. “Affrontare la sostenibilità è una sfida che ci richiede di pensare oltre le energie rinnovabili” – sono queste le parole di Colleen Josephson, ricercatrice nel team Distributed Edge di VMware “Mentre il consumo di energia è un aspetto importante delle pratiche sostenibili, dobbiamo anche considerare cose come l’uso della terra e dell’acqua nonché il riciclaggio e l’approvvigionamento dei materiali utilizzati per la produzione elettronica”.

L’obiettivo del documento “The Path Toward Sustainable 6G” è proprio quello di fornire informazioni dettagliate circa tutte le attuali iniziative che sono in atto nel settore dell’ICT per affrontare il problema del cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale. Una delle possibili soluzioni che potrebbero essere integrate nelle aziende è quella del 6G, per il quale il Nord America sembra rappresentare una delle aree chiave in grado di “guidare l’innovazione 6G nelle tecnologie di conservazione dell’energia e dell’ambiente a livello globale”.

La linea tra le telecomunicazioni/reti mobili e l’industria delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nel suo complesso sta diventando sfocata. Con sempre più funzionalità di rete spostate nei data center, si prevede che la loro quota di consumo energetico della rete crescerà di quasi cinque volte. Quindi dobbiamo tenere conto dell’impronta dell’intera industria delle ICT, piuttosto che concentrarci solo sulla definizione storica dell’industria delle telecomunicazioni.

L’industria delle ICT ha un ruolo centrale nella riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo il report, le telecomunicazioni consumano circa tra il 2-3% della fornitura mondiale di elettricità e anche se questi numeri possono sembrare bassi, la digitalizzazione farà aumentare il consumo di energia da parte delle ICT al 20% entro il 2030.

Questo consumo di energia sarà dovuto principalmente all’aumento della domanda di dati causata dalla crescita della popolazione e dal suo “bisogno apparentemente illimitato di alta velocità”.

Emerge il problema di come rendere il digitale sostenibile e, allo stesso tempo, di come la sostenibilità digitale possa rendere le reti sostenibili una realtà. Per far sì che si inquini meno con il digitale bisogna infatti “evolvere ogni parte della rete” e questo è possibile grazie alla trasformazione digitale delle aziende ICT.

Già con il 5G il processo di virtualizzazione di molti elementi di rete sta avvenendo attraverso componenti software distribuiti nei data center. La sostenibilità digitale come ruolo delle tecnologie come strumenti per lo sviluppo di un futuro sostenibile, in questo caso specifico, si può rintracciare nella tendenza degli operatori di spostarsi da soluzioni hardware personalizzate a implementazioni abilitate per software ma su hardware generici. In questo modo molte aziende non si avvalgono più di hardware specifici per determinate funzioni di rete limitando dunque l’utilizzo di materiali come rame, ferro, acciaio, alluminio ecc. e riducendo i rifiuti RAEE. Infatti, oltre alla transizione verso l’uso di energie rinnovabili e miglioramenti di efficienza energetica al fine di ridurre le emissioni di gas serra, l’industria delle ICT così facendo partecipa attivamente all’economica circolare. La distribuzione di queste funzioni di rete avviene grazie all’uso di data center, cloud, edge e – nel futuro prossimo ­– del 6G.

Uno dei vantaggi delle reti definite dal software è che consentiranno un ciclo di sviluppo più rapido rispetto alle tradizionali reti mobili incentrate sull’hardware. Ciò ci consentirà di muoverci più velocemente nello sviluppo di nuove funzionalità di risparmio energetico, che abbasseranno significativamente le barriere alla diffusione”.

Per quanto riguarda la direzione da dare alla tecnologia digitale affinché sia sviluppata sulla base di criteri di sostenibilità la risposta si può trovare proprio nel white paper che formula una serie di raccomandazioni su come dovremmo dirigere l’energia nel momento in cui il 6G viene progettato come ad esempio: investire nell’innovazione di green data center, nelle tecniche di gestione della rete e “rendere il consumo di energia una metrica di prima classe quando si progetta il 6G. […] Dati accurati, ad alta fedeltà e in tempo reale/quasi in tempo reale sul consumo di energia saranno essenziali per la prototipazione rapida, l’innovazione dell’efficienza energetica e la cattura degli errori di progettazione”.

La trasformazione digitale di questo settore fa in modo che l’impresa metta al centro dei suoi obiettivi la sostenibilità, perché quando parliamo di imprese e sostenibilità dobbiamo farlo tenendo conto di due dimensioni: quella culturale e quella strategica. Al di là delle questioni ideologiche, infatti, la sostenibilità è una scelta di mercato che impone un percorso di cambiamento con scelte non irrilevanti. Se lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con quelli attuali, ed è collegato alla nostra capacità di orientare lo sviluppo, bisogna tenere conto del fatto che nessuna organizzazione da sola otterrà un impatto significativo sui cambiamenti climatici. Questa prospettiva è utile per chiarirci l’importanza delle reti mobili di prossima generazione: il loro impatto collettivo consentirebbe a milioni di imprese a livello globale di ridurre il loro impatto energetico e ambientale, avendo effetti anche sui cambiamenti climatici. La tecnologia 6G è sistemica già per le modalità con cui è progettata ma lo è anche nel momento in cui permette di parlare di sostenibilità digitale: da un lato infatti “i clienti delle imprese che utilizzano l’infrastruttura 6G saranno in grado di sfruttare gli sforzi di sostenibilità del settore per ridurre il proprio impatto ambientale” e dall’altro, il gruppo Green G riconosce che il settore delle ICT “con l’uso del 5G e delle generazioni successive, sarà cruciale per consentire ad altri nuovi settori, come l’agricoltura e i trasporti, di ridurre le loro emissioni di gas serra”.

Il 6G consentirebbe una maggiore efficienza energetica grazie ad una tecnica in grado di migliorare la separazione tra le funzioni in “modalità attiva” e “modalità inattiva” permettendo dunque un risparmio nel momento in cui i dati mobili risultano essere in stand-by. Un’altra soluzione invece è quella della modularizzazione all’interno del sistema, introducendo “un arresto dinamico ed efficiente delle funzionalità che non sono in uso e in cui nessuna parte di tali funzioni è tenuta a rimanere attiva per scopi come la segnalazione”, questo si tradurrebbe in “un alto grado di proporzionalità tra consumo istantaneo di energia e il carico di traffico istantaneo, riducendo così al minimo il consumo energetico fisso e successivamente aiutando immensamente nelle aree con forti variazioni del traffico”.

Secondo il report di ATIS le tecnologie digitali esistenti possono già aiutare a ridurre le emissioni globali di carbonio fino al 15% entro 2030, cifra che corrisponde a più delle attuali impronte di carbonio dell’Unione Europea e degli Stati Uniti messi insieme

Con l’onnipresente disponibilità di tecnologie della quarta rivoluzione industriale come Next G, IoT e AI, il ritmo della decarbonizzazione può essere accelerato. Il rapporto della tabella di marcia ha identificato il settore digitale come una “tecnologia esponenziale”. L’industria delle ICT è attualmente responsabile di circa l’1,8%-3,9% delle emissioni globali di gas serra, ma ha un’influenza fuori misura nel consentire la decarbonizzazione di settori chiave dell’economia globale. È importante tenere sotto controllo le emissioni mentre l’industria delle ICT continua a far crescere i servizi digitali che hanno la possibilità di aumentare di dieci volte la propria impronta, ridurre l’energia e i materiali in tutta l’economia e consentire direttamente un terzo delle riduzioni delle emissioni necessarie entro il 2030.

Numeri che dimostrano come nonostante il digitale sia in parte fonte di inquinamento a lungo termine possa invece diventare sostenibile digitale. La tecnologia 6G, oltre a consentire un maggiore efficientamento energetico, consentirebbe di rafforzare le tecnologie e i sistemi abilitate da queste. Lo smart working è stato abilitato anche dalle ICT e – in una dimensione di sistema – ha un impatto non indifferente sulla decarbonizzazione. È ormai appurato che le soluzioni di telelavoro possono aiutare a ridurre le emissioni di carbonio collegate ai viaggi d’affari. Se poi si considera che “quasi il 60% degli impiegati prevede un aumento permanente degli incontri online con clienti, fornitori e colleghi” è chiaro che necessiteranno di strumenti che supportino meglio il remoto. Anche la rete rientra tra gli elementi abilitanti del telelavoro.

“Si prevede che la nuova generazione di connettività e tecnologie intelligenti nel 6G farà progredire ulteriormente le tecnologie ICT e faciliterà ulteriormente il passaggio alla crescita sostenibile globale”.

Poiché anche il 6G viene progettato e implementato è fondamentale per aziende ICT, operatori di data center, reti mobili “stabilire obiettivi scientifici a breve e medio termine per la riduzione delle emissioni di gas serra in conformità con la traiettoria e le linee guida settoriali specifici concordati a livello internazionale.

Per questo è necessario – come suggerisce The Path Toward Sustainable 6G ­– concentrarsi in ricerca e innovazione che sfrutta le ICT esistenti, reti 5G comprese, “per sviluppare applicazioni concrete che consentano e amplificano l’impatto delle soluzioni di mitigazione del clima” e investire nelle tecnologie Next G per amplificare queste soluzioni di mitigazione del clima, specialmente nei settore delle reti di sensori ­– come ad esempio smart ag, fleet e building management – e IoT compatibili con il 6G, in quello delle reti intelligenti e dei data center interattivi e in “dispositivi a energia zero: una nuova opportunità nel 6G”.

Quello del report è un mondo nuovo in cui il digitale avrà sempre più un ruolo centrale nonostante il suo lato “insostenibile”. Questo dimostra che non esiste un solo modo di guardare al problema. La sostenibilità si basa sul bilanciamento dinamico di sistemi che sono fortemente interagenti tra loro. Se decidiamo che il criterio di sostenibilità sia molto forte – basandosi quindi sul concetto di preservazione estrema delle risorse per il quale le risorse non vanno toccate.

Nel caso della tecnologia 6G l’obiettivo vuole essere – come per il Decalogo della Sostenibilità Digitale della Fondazione – quello di ragionare in due direzioni: la prima quella per la quale anche il digitale ha un impatto ambientale e la seconda che vede il 6G come uno strumento funzionale al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità, “evidenziando la sua funzione centrale nella costruzione di modelli di sviluppo sostenibile nel quadro di riferimento di Agenda 2030”.

Dunque, quando parliamo di Sostenibilità Digitale stiamo portando avanti il principio per cui non bisogna guardare alle tecnologie come fonti di inquinamento, nella misura in cui dobbiamo mettere le tecnologie digitali al centro del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 o di sostenibilità. È l’uso delle tecnologie come strumenti che possono supportare il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità.

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