Con il Decalogo della Sostenibilità Digitale, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha aderito all’iniziativa “M’illumino di Meno”, promossa da Rai Radio 2, Caterpillar e Rai per il Sociale. Il decalogo si inserisce nell’ambito della attività di ricerca e guida che la Fondazione – la prima riconosciuta in Italia sui temi della sostenibilità digitale – porta avanti, supportando così istituzioni, politica e sociale nella costruzione di ecosistemi normativi coerenti con la sostenibilità digitale.
Una serie di pochi e semplici consigli che hanno l’obiettivo di fornire un supporto attivo a giovani e famiglie su come fare del digitale un elemento di trasformazione dell’ambiente e uno strumento per la costruzione di un futuro migliore.
L’edizione della celebre campagna radiofonica quest’anno rappresenta la maturità circa la consapevolezza scientifica che il pianeta vive una drammatica urgenza ambientale. Nonostante ciò, gli studi portati avanti dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale “evidenziano che in generale gli italiani sono piuttosto privi di consapevolezza rispetto alle relazione tra sostenibilità e digitale” – come afferma Stefano Epifani, Presidente della Fondazione.
“Il 59%, ad esempio, è convinto che il digitale abbia un impatto energetico forte, ma la maggior parte di questa percentuale, oltre il 70%, ne sottostima l’impatto effettivo. Allo stesso tempo, ancora oggi ben il 65% degli italiani è d’accordo nel ritenere che lo sviluppo tecnologico sia fonte di diseguaglianze, perdita di posti di lavoro ed ingiustizia sociale, non vedendo in esso uno strumento che, al contrario, può contribuire a migliorare la vita delle persone”.
Per questo il decalogo mira a sottolineare nuovamente la funzione centrale del ruolo delle tecnologie digitali nella costruzione di modelli di sviluppo sostenibile anche nel quadro di riferimento di Agenda 2030, e a tracciare due direzioni: la differenza d’uso tra tecnologia come strumento abilitante della trasformazione digitale e come fattore di inquinamento ambientale.
+10 punti alla sostenibilità (digitale)
Così il silenzio energetico simbolico che parte da un semplice gesto di spegnimento della luce, in grado però di fare da trainante ad altre azioni che contribuiscono ad una “radicale transizione energetica”, diventa la metafora adatta ad esprimere al meglio le idee e la visione della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: la trasformazione digitale infatti offre, tra le varie opportunità, anche quella di acquisire nuovi comportamenti per salvaguardare il pianeta. Per questo motivo la tecnologia non deve essere demonizzata: così l’elemento essenziale del decalogo è rappresentato proprio dal fatto che “istruzioni per l’uso” in grado di consentire un corretto utilizzo del digitale, consentono di abbattere significativamente la quota di emissioni di CO2 prodotte dalle tecnologie stesse.
“Una distinzione essenziale – sostiene Epifani – perché oggi spesso il digitale viene demonizzato in quanto inquinante, ma non se ne evidenziano abbastanza i benefici nella lotta all’inquinamento. Perché se è vero che è responsabile di una quota significativa delle emissioni di CO2 – c’è chi parla del 4, chi addirittura del 6% delle emissioni – è anche vero che un suo corretto utilizzo può consentirci di abbatterle significativamente, facendo sì che il bilancio energetico della digitalizzazione sia fortemente positivo. Non si può parlare, senza il digitale, di smart grid così come di economia circolare e di tutto ciò che rappresenta un’opportunità per lo sviluppo sostenibile”.
La campagna promossa da Caterpillar e Rai Radio2 con Rai per il Sociale ci dice che “si possono migliorare i propri stili sprecando meno risorse, si può diminuire l’impatto ambientale delle proprie abitazioni tramite l’efficientamento energetico, si può passare alle fonti di energia rinnovabili”, temi di cui la Fondazione già si occupa, attraverso la lente della sostenibilità digitale. È necessario dunque fare informazione per aumentare la consapevolezza e la responsabilità dei cittadini: da un lato ricordando di non sostituire il proprio smartphone ogni anno (digitale sostenibile) ma dall’altro incentivando ad esempio all’utilizzo di app per la raccolta differenziata.
Così applicazioni, piattaforme e tecnologie – attraverso i comportamenti individuali – abilitano l’economia circolare, migliorando con il digitale (per la sostenibilità) il futuro delle generazioni.
Come ricorda Simone Pastorelli, responsabile comunicazione della Fondazione: “Con il Decalogo della Sostenibilità Digitale abbiamo voluto elencare alcune semplici cose da fare e quelle da evitare. Piccoli gesti quotidiani che possono però migliorare il nostro presente e quello delle generazioni future”.
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