Il 27 e 28 ottobre, a Bologna, si è svolta la seconda edizione degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, la Community costituita dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale – la più importante Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale – che conta ad oggi oltre 100 top manager – tra CIO e CINO – delle più importanti imprese pubbliche e private del nostro Paese.
Quello di quest’anno è stato un incontro particolarmente importante, nel corso del quale si è messo al centro la condivisione delle esperienze e la definizione di un percorso comune di sviluppo della sostenibilità digitale. L’obiettivo che ci si è posti è stato quello di sviluppare percorsi condivisi per una gestione strategica e integrata delle risorse digitali aziendali attraverso:
- la presentazione del DiSI Corporate, l’indice che misura il livello di sostenibilità digitale delle imprese sul quale si basa la prassi UNI/PdR 147:2023, sviluppata con UNI da Fondazione ed i suoi partner. Nel corso degli Stati Generali, inoltre, sono state individuate in maniera condivisa le migliori strategie implementative della prassi, prima in Europa nel suo genere.
- la creazione di una strategia, di strumenti operativi e di una visione condivisa in vista dell’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che dall’anno prossimo sarà obbligatoria per tutte le grandi imprese e che dal 2026 lo sarà per le PMI quotate.
- l’identificazione di progetti cardine rispetto ai quali tutte le imprese rappresentate nel consesso potranno allearsi e, attorno ai quali, potranno lavorare per creare best practice da mettere a disposizione di tutti i membri degli Stati Generali e a cui tutti potranno fare riferimento. Un vero e proprio “toolbox”, una cassetta degli attrezzi di esperienze condivise e sviluppate con l’apporto dei membri della comunità.
“La collaborazione tra i top manager degli Stati Generali porta molti vantaggi a chi oggi si occupa di gestire le strategie di innovazione e di trasformazione digitale delle grandi imprese: dall’ottimizzazione dei tempi e dei costi, all’aumento dell’efficacia delle azioni intraprese, alla creazione di processi comuni e standardizzati, al moltiplicarsi delle possibilità di confronto, di aiuto tra pari e, quindi, una maggiore incisività. Il tutto guardando a come trasformazione digitale e sostenibilità debbano diventare veri e propri driver di sviluppo per le aziende italiane, e non essere, semplicemente, degli “obblighi” ai quali adeguarsi” – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
DiSI Corporate: l’indice che misura il livello di sostenibilità digitale delle imprese
Nel corso della due giorni, ampio spazio è stato dedicato alla presentazione del DiSI Corporate, il primo e più importante strumento europeo attraverso il quale le aziende potranno valutare la propria sostenibilità digitale rispetto agli obiettivi di Agenda 2030.
Al centro della discussione della community c’è stata la Prassi UNI/Pdr 147 2023, il documento sviluppato a partire dal DiSI Corporate dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e UNI con il supporto di enti e aziende, tra le quali Enel, ACI Informatica, CISCO, Bludigit – Italgas, MM. La Prassi prende in considerazione undici dei diciassette Sustainable Development Goals (SDG) di Agenda2030 e consta di 58 indicatori (KPI), applicabili a tutte le fasi del ciclo di vita di un progetto: dall’avvio, alla pianificazione, all’esecuzione e al monitoraggio. Gli indicatori possono essere aggregati e valutati secondo i Sustainable Development Goals (SDG) per rappresentare quanto il progetto implementi il digitale nel rispetto dei criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale di Agenda2030 e, allo stesso tempo, lo usi come strumento per perseguirli al meglio.
Per facilitare l’implementazione della Prassi, la Fondazione ha realizzato la DiSI Corporate Platform: la piattaforma sviluppata e messa a disposizione per supportare le aziende che vogliono implementare i propri progetti facendo della sostenibilità digitale una leva di valore, a partire dalle indicazioni fornite nella prassi UNI appena rilasciata. Sono previsti, inoltre, dei servizi a supporto, che la Fondazione per la Sostenibilità Digitale sta finalizzando per consentire alle imprese di utilizzare al meglio sia la Prassi che la DiSI Corporate Platform. Si tratta principalmente di servizi di formazione e di affiancamento ai partner, ai soci e ai membri della Community degli Stati Generali per supportarli nella pianificazione strategica del ruolo del digitale come strumento di sostenibilità.
Il DiSI Corporate sarà fondamentale per tutte le aziende del Sistema-Paese Italia, poiché consentirà loro di raggiungere, attraverso l’alleanza sugellata durante questa edizione degli Stati Generali, non solo la compliance con la normativa europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) – che si estenderà all’intera catena di fornitura a monte e a valle dell’impresa – ma anche un nuovo modello di sviluppo basato su collaborazione e condivisione tra tutte le imprese e gli enti pubblici che operano nei diversi settori di mercato.
CIO toolbox: dai CIO strumenti “in a box”, per i CIO
Tra i principali risultati della nuova edizione degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale c’è stata poi la definizione di un CIO toolbox, un insieme di attività e best practice pronte da usare, progettate utilizzando la competenza e l’esperienza della vasta community degli Stati Generali. Una “cassetta degli attrezzi” che include modelli di business, metodologie di sviluppo e gestione dei progetti, framework per la valutazione e la selezione delle tecnologie, approcci per la gestione del cambiamento e strategie per promuovere la collaborazione e l’innovazione all’interno delle organizzazioni. Tutto ciò è stato definito durante i due giorni di attività, nell’ambito dei quali è stato dato vita a tavoli di lavoro che nei prossimi mesi attiveranno i soci ed i partner della community per la realizzazione di iniziative comuni. In questo contesto, la Fondazione agisce il suo ruolo istituzionale di strumento a supporto delle aziende pubbliche e private che la compongono per “facilitare” lo sviluppo della sostenibilità digitale come leva di crescita.
Dialogo e collaborazione con le associazioni di categoria delle medie e piccole imprese
Nel corso dei prossimi mesi nasceranno dei gruppi di lavoro focalizzati sulla creazione di specifici tool da condividere non solo con gli altri membri degli Stati Generali, ma con tutte quelle imprese che vorranno utilizzarli, a partire dalle Piccole e Medie Imprese (PMI) che, a Bologna, sono state rappresentate da Confcommercio.
“C’è molto interesse nelle PMI verso la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile. Le dimensioni di queste aziende e la loro struttura organizzativa spesso non consente loro di intraprendere un percorso di sostenibilità per la mancanza delle necessarie risorse organizzative ed economiche. Poter strutturare un modello di collaborazione condiviso con le grandi aziende del Paese ed utilizzare strumenti già sviluppati e disponibili, facili e più veloci da implementare, significherà per tutto il comparto delle PMI poter accelerare il processo di trasformazione digitale nella direzione della sostenibilità e poter essere compliant alla nuova normativa europea CSRD. Diversamente, le PMI italiane rischierebbero di rimanere isolate ed impossibilitate ad indirizzare le proprie forniture verso le altre imprese italiane ed europee”, ha spiegato Luciano Gaiotti, Direttore Centrale Politiche e Servizi per il Sistema di Confcommercio.
Digital Sustainability Paper: a che punto siamo?
Continuano inoltre i dialoghi avviati negli ultimi mesi presso il Governo Italiano, il Parlamento e le altre Istituzioni per l’accreditamento della Fondazione e per la presentazione del Digital Sustainability Paper, il documento programmatico nato nel corso della prima edizione degli Stati Generali e lanciato a luglio di quest’anno che identifica e delinea i modi in cui le tecnologie digitali possono essere un concreto supporto a persone, società e ambiente per centrare appieno gli obiettivi fissati dal PNRR. Il documento è stato accolto con grande interesse da parte delle più importanti Istituzioni italiane: sono in corso interlocuzioni con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e con alcune Commissioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
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