Rompiamo le scatole, non solo a scuola

Rompiamo le scatole non solo è un invito alla riscoperta della consapevolezza, ma anche il nome del progetto di educazione digitale promosso da Aci Informatica e da Digital Transformation Institute nell’ambito delle iniziative promosse da Repubblica Digitale.

Partito il 3 marzo con i primi laboratori in presenza, presso l’Istituto Margherita di Savoia di Roma, era stato sospeso a seguito della chiusura delle scuole, ma è prontamente stato rimodulato in emergenza COVID utilizzando quegli stessi strumenti digitali che, usati in modo opportuno, il progetto dimostra possono essere opportunità per i ragazzi.

Perché ROLS?

Obiettivo del progetto quello di “Accompagnare il processo di trasformazione digitale con una serie di azioni di inclusione digitale finalizzate ad abbattere ogni forma di divario di carattere culturale”, così come richiesto da Repubblica Digitale, e che per gli studenti si è tradotto nella possibilità di avere supporto nel processo di creazione di consapevolezza digitale attraverso il ricorso a tecniche di hacking e OSINT (open source intelligence, attività di raccolta di informazioni mediante la consultazione di fonti aperte), finalizzate a favorire l’approccio critico agli strumenti digitali utilizzati dagli utenti.

Repubblica Digitale è un progetto fondamentale in un Paese che negli ultimi anni ha fatto di tutto per trasmettere il concetto che la tecnologia fosse un mezzo da utilizzare come un autobus e non, per citare Pirsig, una motocicletta da manutenere” – afferma Mauro Minenna, Direttore Generale di Aci Informatica. “Se sei il passeggero di un autobus, per certo non avrai nessuna consapevolezza del viaggio, nessuna possibilità di immaginare viaggi differenti e, peraltro, correrai il rischio di trovarti parecchio lontano dalla destinazione che desideravi. In questo contesto, “Rompiamo le scatole” vuole, in sostanza, invitare i nostri ragazzi a sperimentare la possibilità di essere liberi (come in “libero pensiero” non come in “ingresso libero”, per parafrasare Stallmann), individuando nell’uso creativo delle tecnologie, da hacker, e nella loro buona volontà gli strumenti per avviare questa rivoluzione. D’accordo con la dirigente scolastica del Margherita di Savoia, Noemi Fiorini, abbiamo voluto concludere il progetto, nonostante il momento di lockdown, affinché i ragazzi potessero sperimentare in concreto quanto il digitale può essere ”.

Come rompere le scatole?

Rompiamo le scatole, che ha coinvolto oltre trenta ragazzi nel primo ciclo di laboratori, ha visto la realizzazione di laboratori pratici e challenge rivolti agli studenti delle classi quarte e quinte superiori nell’ambito delle attività previste nel contesto dell’alternanza scuola-lavoro, svolti in parte in presenza e in parte a distanza. I docenti del Digital Transformation Institute e alcuni specialisti di Aci Informatica formati come formatori hanno affrontato con i ragazzi i temi della consapevolezza nell’uso degli strumenti e dei contesti di comunicazione digitale (media literacy), andando ad approfondire strumenti, tecniche, dinamiche, regole e contesti sottesi ai social media e ai temi sollevati dalla sempre maggiore diffusione delle tecnologie leading edge e le loro conseguenze (dai big data all’intelligenza artificiale e blockchain, dalla privacy alle fake news ed i deep fake). Il tutto con l’obiettivo non solo di comprendere come muoversi in questo contesto da semplici utenti passivi, ma di diventare protagonisti consapevoli del cambiamento.

Viviamo nella convinzione che i nativi digitali siano, per semplice condizione di nascita, in grado di comprendere un mondo in cui la tecnologia è sempre più pervasiva. Eppure non è così” – afferma Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute. “Saper utilizzare strumenti che sono stati progettati appositamente per essere utilizzati con grande semplicità non basta. È anzi particolarmente rischioso, perché fa sì che si confonda tale capacità con competenza e consapevolezza. Per questo dobbiamo ‘rompere le scatole’, ossia uscire dagli schemi comportamentali indotti dalle piattaforme e capire come esse possano offrire grandi opportunità: purché siamo noi ad utilizzarle, e non siano loro ad utilizzare noi. In questo progetto vogliamo quindi ragionare con gli studenti per spingerli a non essere dei semplici utenti di sistemi disegnati da altri, ma ad essere essi stessi protagonisti delle loro esperienze, comprendendo opportunità e rischi dei sistemi ai quali accedono. Rompere le scatole vuole essere un modo per ragionare su cose che troppo spesso vengono date per scontate, come l’impatto di social media, motori di ricerca e strumenti simili nelle nostre vite. È un tema di vera e propria sostenibilità sociale che con sempre più forza si afferma nella società. Per essere cittadini consapevoli ed esercitare compiutamente i nostri diritti, agire nella direzione dell’integrazione e della parità, per esercitare il proprio diritto di cittadinanza in un mondo sempre più digitale, in altre parole, dobbiamo preoccuparci di comprendere le dinamiche del digitale e diventarne protagonisti, più che utenti passivi.

Perché rompere le scatole a scuola?

I due percorsi laboratoriali, strutturati in modo modulare al fine di potersi arricchire con altri argomenti nel corso dei prossimi mesi, sono stati realizzati facendo largo ricorso alla gamification, proponendo ai ragazzi vere e proprie “missioni” da compiere, utilizzando gli strumenti digitali e tecniche OSINT e hacking che consentono loro, di volta in volta di “attaccare” o “difendere” un obiettivo.

Il grazie del Margherita di Savoia va ad Aci Informatica e DTI per aver offerto ai nostri ragazzi la possibilità di partecipare alla prima edizione di ROLS” – afferma Noemi fiorini, dirigente scolastica del Margherita di Savoia. “L’attività ha consentito agli studenti di intraprendere un percorso finalizzato all’uso consapevole di Internet e alla comprensione delle modalità di costruzione delle fake news. Da fruitori passivi del web a navigatori consapevoli: questo l’obiettivo del progetto centrato perfettamente attraverso le attività a distanza e in presenza. La speranza per il futuro è che l’esperienza possa ripetersi e diventare un importante tassello nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento: che sempre più ragazzi riescano a declinare le competenze digitali in competenze trasversali per l’esercizio della cittadinanza“.

Il progetto pilota proseguirà con l’attivazione di nuovi laboratori nelle altre due scuole individuate, ovvero l’Istituto Tecnico Industriale Statale Armellini e il Liceo Classico Pilo Albertelli di Roma.

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