Nasce Agrifood Evolution, per la sostenibilità digitale del settore agro-alimentare: il canale guidato da Andrea Bertaglio

Chi segue Tech Economy 2030 da tempo sa bene che i temi collegati alla trasformazione digitale del settore agroalimentare hanno sempre rappresentato per noi un elemento di grande interesse ed attenzione.

Non è un caso che la prima ricerca realizzata dal Digital Transformation Institute nell’ormai lontano 2017 fosse dedicata proprio al tema degli impatti della digitalizzazione sulle filiere dell’agroalimentare. Un tema del quale ancora oggi – forse – si fatica a cogliere l’importanza rispetto agli effetti che può avere nello sviluppo della nostra economia.

La filiera agroalimentare contribuisce per oltre un decimo del valore aggiunto dell’economia italiana, raccogliendo più di due milioni di imprese e dando lavoro a quasi tre milioni e mezzo di persone: oltre un quinto degli occupati dell’intero sistema economico.

Quale ruolo per la trasformazione digitale nell’agroalimentare?

Ci si potrebbe immaginare che, per un settore con questi numeri, il ruolo della tecnologia venga ormai percepito come centrale e rappresenti il centro delle strategie di sviluppo. Eppure non esiste, da parte delle Istituzioni che dovrebbero occuparsene, un approccio realmente sistematico finalizzato a supportare lo sviluppo del digitale come strumento al servizio della crescita del settore. Molti dei risultati emersi dalla ricerca realizzata dal Digital Transformation Institute ormai oltre 4 anni fa sono ancora – negli aggiornamenti annuali che sviluppiamo – drammaticamente attuali:

  • Manca una visione d’insieme e un quadro unificante delle tendenze, delle esigenze, della consapevolezza e delle competenze necessarie per sviluppare percorsi di trasformazione digitale del settore;
  • C’è una scarsissima presenza di figure qualificate in grado di guidare la trasformazione;
  • Nelle imprese, soprattutto le più piccole – che però sono la maggior parte – c’è ancora scarsa percezione del bisogno di innovazione digitale e manca un approccio di sistema alla digitalizzazione dei processi;
  • La percezione dei vantaggi della Digital Transformation c’è solo da parte di quelle aziende che investono in Digital Transformation. Il che sembra tautologico, ma implica che il delta tra aziende in grado di innovare ed aziende che non riescono a stare al passo con i tempi aumenta sempre di più;
  • L’attenzione alla Digital Transformation prevalentemente da parte di aziende di dimensione industriale rischia di trascurare la coda lunga dell’Agrifood, che però, come detto, è la parte più importante del nostro sistema economico.

Agrifood Evolution: la sostenibilità digitale come chiave di volta dello sviluppo

Eppure, pochi altri settori come quello dell’agrifood potrebbero avvantaggiarsi del valore derivante da una presenza diffusa e strutturata degli strumenti e dei modelli abilitati dal digitale.

Sembra semplicistico dire che quanta più tecnologia si riesce a mettere in campo tanta più chimica si riesce a togliere dai campi. Ma per quanto semplicistico, questo rappresenta solo il primo tassello di una serie di considerazioni che permettono di tracciare una strada che vede nel digitale uno dei più importanti strumenti a disposizione del settore per rispondere ad alcune grandi sfide che, soprattutto in Italia, dovrà affrontare. Sfide che guardano alla sostenibilità ambientale, ma anche a quella economica e sociale come obiettivi che non possono essere colti se non con un ricorso intelligente e strutturato alle tecnologie digitali. Quelle tecnologie digitali che possono fare dell’Italia un vero e proprio laboratorio di sperimentazione di eccellenze che, valorizzando una tradizione radicata nei nostri territori, li rendano competitivi senza snaturarne le caratteristiche. Il digitale consente di superare limiti intrinseci di quelle che oggi non sono altro che mode care a chi il settore non lo conosce davvero e vede in pratiche più o meno esoteriche soluzioni concrete a problemi reali (no: il corno-letame non è una soluzione). Soluzioni che invece sono rappresentate dall’utilizzo accorto di quegli strumenti digitali e dall’adozione di quei modelli verso i quali, in questo nuovo spazio, concentreremo la nostra attenzione.

Agrifood Evolution vuole diventare un riferimento nell’ambito della sostenibilità digitale applicata al settore dell’agrifood e vuole farlo evitando gli approcci banalizzanti e spesso ideologici che ancora troppo caratterizzano un settore che guarda alla tecnologia con diffidenza piuttosto che con fiducia.

Il nostro obiettivo è quello di raccontare come la tecnologia rappresenti un’alleata indispensabile nelle filiere dell’agroalimentare e come dalla capacità delle imprese del settore di sfruttarne i vantaggi non dipenda solo la loro sopravvivenza, ma una vera e propria crescita di valore dei nostri territori.

Per farlo, anche con Agrifood Evolution non saremo soli. Nelle scorse settimane abbiamo dato il via al nostro canale sul Turismo Sostenibile ed abbiamo avuto l’onore di farlo con Gianluigi Tiddia: uno dei più competenti attori del settore nel nostro Paese.

Allo stesso modo, ad accompagnarci nel viaggio di Agrifood Evolution sarà un’altra “guida” di eccellenza: Andrea Bertaglio. Ed è quindi ad Andrea, con grande entusiasmo, che passo la parola e con essa la “guida” del canale Agrifood Evolution.

Raccontiamo la sostenibilità digitale del settore agro-alimentare

Andrea Bertaglio, Responsabile del canale Agrifood Evolution

Pur essendo cresciuto in ambiti estremamente urbanizzati come quella che oggi viene definita Area Metropolitana di Milano, sono sempre stato in contatto con il mondo agricolo. Mio nonno era un contadino e da bambino avevo modo di vedere tutto l’impegno e la costanza che il lavoro nei campi richiedeva. Ricordo anche le ansie di lui e di mio zio quando in estate non pioveva, o quando qualche parassita si impossessava di questa o quella coltura. Poi, nell’arco di pochi decenni, quello che era un lavoro sfiancante, che ti portava ad alzarti nel cuore della notte per andare a risolvere qualche problema o anche solo per arare nei momenti più indicati, su trattori che (questo prima che nascessi io) non avevano non dico l’aria condizionata, ma nemmeno la cabina – cosa per cui ci si doveva munire di coperte ben pesanti, è via via diventato un lavoro sempre più “di precisione”, più “sostenibile”, con un sempre minore bisogno di forza e lavoro fisico. E, cosa ancora più importante, con un sempre minore uso di sostanze chimicheper avere buone rese.

In questi ultimi anni, come giornalista e come comunicatore, ho avuto modo di entrare in contatto con molti soggetti operanti nel mondo agro-alimentare, scoprendo da una parte che settori come quello agricolo o quello zootecnico stanno facendo enormi passi avanti a livello di sostenibilità, ma anche che  se vi fossero competenze diffuse (che sono presenti nelle eccellenze) potrebbero essere tra quelli maggiormente innovativi. L’agricoltura 4.0, quella di precisione, così come gli allevamenti più avanzati (esatto, quelli denigrati a priori in quanto “industriali” o “intensivi”) stanno facendo cose molto importanti per impattare meno sugli eco-sistemi. In loro aiuto in questo senso è arrivata la tecnologia, che attraverso metodi come appunto il precision farming sta contribuendo a ridurre l’uso di pesticidi e diserbanti, o a trattare e curare meglio gli animali da allevamento. Sì, per quanto a molti non piaccia sentirselo dire, l’agro-alimentare sostenibile non è rappresentato solamente da quello “bio”, o da quello “estensivo”, ma è fatto da molteplici sfaccettature, e da una combinazione di tutte le migliori tecnologie ed applicazioni disponibili.

Quando Stefano Epifani, fondatore e direttore di Techeconomy2030, qualche tempo fa mi ha chiesto di avviare un canale dedicato a questi temi e quindi al legame tra innovazione, digitale e mondo agricolo, ho subito accettato con piacere. Da una parte perché ammiro lui, il suo lavoro, quello degli scorsi anni di Techeconomy e quello del Digital Transformation Institute; dall’altra perché le cose da raccontare su questi temi sono molte, interessanti e da comunicare al pubblico in maniera equilibrata. Ci sono troppi miti che girano sul mondo agricolo, sia positivi che negativi: ad una visione eccessivamente romantica e bucolica di questo mondo (in cui sono cascato per anni anche io), si contrappone una costante accusa di insostenibilità che, molto spesso, va ben oltre la realtà dei fatti. Serve ritrovare un equilibrio nell’informare su quello che riguarda la sostenibilità del settore agrifood e sul ruolo enorme che le tecnologie, a partire da quelle digitali, stanno offrendo in termini di riduzione dell’impatto ambientale ed aumento delle rese – in un pianeta che, non dimentichiamolo, arriverà molto presto a dover sfamare dieci miliardi di individui.

È quindi con enorme piacere ed un certo orgoglio che inizio questa nuova avventura con Stefano Epifani, Sonia Montegiove, Gianluigi Tiddia e gli altri collaboratori di Techeconomy2030. Lo facciamo oggi, 11 novembre, anche per il valore simbolico di questa data: San Martino, giornata in cui il mondo agricolo festeggia la sua “estate”. Tempo di “ringraziamento”, ma anche e soprattutto inizio della nuova annata agraria. Agrifood Evolution sarà un canale che darà notizie, ma anche spunti di riflessione. Si parlerà di agricoltura, zootecnia, acquacoltura, viti-vinicolo e molto altro ancora, dando una chiave di lettura alternativa e di sicuro innovativa: quella che permette di capire come il problema non siano le tecnologie in ambito agro-alimentare, ma l’utilizzo che se ne fa.

 

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