Condiviso, sostenibile e digitale: le preferenze dei consumatori guidano il futuro della mobilità

I consumatori italiani mostrano un crescente interesse non solo verso soluzioni di mobilità alternative, che mettono in dubbio il futuro concetto di “proprietà” dell’automobile, ma anche verso sostenibilità e digitalizzazione che, quando devono acquistare, considerano fattori decisivi per la propria scelta: lo rileva il report “The Future of Mobility” realizzato da Deloitte

Immagine distribuita da PxHere con licenza CC0

Secondo un recente studio di Deloitte, intitolato “The Future of Mobility”, le nuove abitudini e le nuove preferenze dei consumatori italiani rappresentano – e rappresenteranno – una grande forza innovatrice per il settore automotive.

Ciò significa che è necessario, oggi, un radicale ripensamento del ruolo stesso dell’automobile, la cui oramai riduttiva funzione di “mobilità” può essere soddisfatta da una sempre più ampia offerta di soluzioni alternative, riconducibili sotto l’ombrello della shared mobility: soluzioni che, infatti, incontrano un interesse crescente tra gli utenti italiani, e che contribuiscono al cambiamento della concezione dell’auto da una logica di proprietà pluriennale ad una di utilizzo maggiormente flessibile, sulla base delle specifiche esigenze. Tutto questo porterà alla necessità di un ripensamento dei modelli di business da parte degli operatori del settore, per intercettare i nuovi bisogni di un utente che, inoltre, anche quando vuole acquistare un veicolo, considera la sostenibilità e la digitalizzazione come fattori sempre più rilevanti per la sua scelta.

Il ruolo del digitale nel superamento del concetto di “proprietà” dell’automobile

Il ricorso a forme di mobilità condivisa, incentivato anche dalle innovazioni sul fronte Mobility-as-a-service, in cui l’integrazione fluida ed efficiente tra mezzi di trasporto alternativi consente di soddisfare numerose esigenze di mobilità, avrà dunque un ruolo importante nella definizione della mobilità del futuro, soprattutto in relazione agli interessi degli utenti finali. Un futuro che è in realtà già molto “presente” considerando che, come emerge dai dati dell’edizione 2022 del Global Automotive Consumer Study di Deloitte, un italiano su due ha dichiarato la propria intenzione di utilizzare app multimodali in grado di offrire diverse soluzioni di mobilità – come car-sharing, bike-sharing e via dicendo – per lo stesso viaggio, e che solo il 28% degli italiani intervistati ha affermato di non ricorrere mai a forme di trasporto multimodale nel corso dello stesso itinerario.

Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte

Dati, questi, che portano a ipotizzare un futuro in cui, come detto, potrà essere superato il concetto di “proprietà” dell’automobile, in un processo di cambiamento nel quale il digitale ricoprirà un ruolo di primaria importanza. “Il digitale è certamente un abilitatore per l’adozione di formule sempre più flessibili di mobilità e per un progressivo passaggio da una logica di ‘proprietà’ ad una di ‘utilizzo ad-hoc’ del veicolo a seconda delle esigenze di trasporto, e ciò riguarda sia l’utilizzo privato, come il car-sharing, sia l’utilizzo in condivisione con altri utenti, come ad esempio il car-pooling”, ha dichiarato Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte, a Tech Economy 2030. “Una delle ragioni è che il digitale stesso rappresenta uno strumento essenziale per usufruire al meglio di questi servizi dando, per esempio, informazioni in tempo reale sulla disponibilità e sulla geolocalizzazione della flotta di veicoli in sharing, o la possibilità di effettuare un pagamento contactless e/o automatico tramite app.

Inoltre, in prospettiva, la connettività digitale a bordo dei veicoli consentirà di personalizzare sempre di più l’esperienza d’uso ‘spot’ del veicolo: basti pensare alla possibilità di rilevazione di dati biometrici per l’ottimizzazione del comfort e dell’esperienza d’uso del veicolo. Ma non solo. Il digitale consentirà anche di ottimizzare i costi per i fornitori stessi del servizio di utilizzo/condivisione del veicolo, ad esempio tramite l’adattamento delle polizze assicurative o delle politiche di pricing sulla base dello storico e delle abitudini di guida, dei chilometri percorsi, della frequenza di utilizzo del servizio grazie ai dati puntuali su ciascun cliente”.

Se questo rappresenta un trend rilevante per il futuro della mobilità, lo è altrettanto quello della cosiddetta “Servization”, che implica – si legge nel rapporto – il ripensamento del valore dell’auto in un’ottica di “bene di consumo durevole”, con “nuovi modelli B2C che spostano il focus dalla vendita del ‘prodotto auto’ all’offerta di un ‘ecosistema di servizi’ altamente flessibili e personalizzati”. Rientrano in questo campo, tra le possibili soluzioni rilevate dal report, delle formule in abbonamento che, con un prezzo fisso periodico, consentono agli utenti di accedere nel tempo a diversi modelli dello stesso brand, o a diversi brand nella stessa categoria di veicoli: prospettiva che, dai dati, interessa al 36% degli italiani intervistati.

Un’auto del futuro più sostenibile e digitale

Cresce l’interesse dei consumatori italiani verso modelli più ecologici e tecnologicamente all’avanguardia. Questi, come evidenziano i dati dello studio di Deloitte, mostrano infatti una preferenza per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi (69%): tra le motivazioni principali c’è la volontà di ridurre le emissioni inquinanti limitando l’impatto ambientale (63%), i minori costi di alimentazione (55%), le preoccupazioni legate alla salute personale (51%) e la presenza di incentivi governativi ed ecobonus (45%).

Queste nuove sensibilità dei consumatori rappresentano un driver fondamentale non solo per far sì che l’auto del futuro possa essere sempre più green, ma anche più smart. Come sottolineato dal rapporto, infatti, “i benefici della sostenibilità ambientale possono essere ulteriormente arricchiti e potenziati dall’integrazione di tecnologie digitali sempre più sofisticate a bordo dei veicoli”, e queste incontrano sempre più il favore degli utenti: il 63% dei consumatori intervistati, ad esempio, si è dichiarato interessato ad una condivisione dei dati che consenta di ridurre la congestione del traffico migliorando la viabilità stradale, oltre che di minimizzare i consumi e la manutenzione del veicolo (62%).

L’adozione di tecnologie 4.0 e di connettività rappresenta dunque un importante fattore distintivo sul quale puntare per le case produttrici, soprattutto per ottimizzare le performance dei veicoli: sfruttare, ad esempio, sensori avanzati di sicurezza e assistenza alla guida (“ADAS”) sarebbe un vantaggio, in considerazione del fatto che, come rilevato dal rapporto, l’86% dei consumatori italiani intervistati sarebbero disposti a pagare un premium price per tecnologie di sicurezza più avanzate.

La progressiva evoluzione del livello tecnologico a bordo genererà benefici sotto molteplici punti di vista”, ha commentato Giorgio Barbieri. “Anzitutto, in termini di sostenibilità ambientale, le nuove tecnologie consentiranno un’ottimizzazione dei consumi e del risparmio energetico del veicolo sulla base di preferenze e abitudini di guida, come ad esempio commuting o tempo libero, e di fattori contingenti, come tratte urbane o extra-urbane. Inoltre, la tecnologia, soprattutto tramite il progressivo miglioramento dei comparti ADAS, consentirà di migliorare sempre più anche la sostenibilità sociale della mobilità in termini di sicurezza, usura e manutenzione preventiva dei veicoli, sia per sé stessi che per gli altri: il miglioramento tecnologico, infatti, dovrà spingersi nella direzione di rendere le auto non solo sempre più ecologiche, ma anche più ‘smart’, migliorando la capacità dei veicoli di comunicare e interagire sia fra loro che con l’ambiente esterno. Il duplice obiettivo della sostenibilità ambientale e sociale, poi, potrà essere raggiunto anche grazie al progressivo sviluppo della guida autonoma, che potenzialmente migliorerà sia i servizi di condivisione, sia l’utilizzo privato dei veicoli”.

Insomma, i nuovi interessi e le nuove abitudini dei consumatori pongono importanti sfide che gli operatori del settore devono cogliere non solo per intercettarli, ma anche per adattarsi ad un contesto in cui nuove soluzioni, come quella del Maas, trovano grandi consenti tra gli utenti. Siamo dunque di fronte ad un’importante evoluzione del settore che, trainata dai consumatori stessi, apre la strada per un futuro della mobilità caratterizzato da una maggiore condivisione, sostenibilità e digitalizzazione.

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