Goho: l’app tecno-solidale che offre e-learning gratuito per il futuro agricolo dello Zimbabwe (e non solo)

Per supportare e tutelare le riserve agricole dello Zimbabwe, l’intraprendente imprenditore Admire Moyo ha creato l'app di e-learning mobile “Goho”, i cui contenuti vanno ad approfondire le pratiche agricole tradizionali per istruire a gestire gli effetti dei cambiamenti climatici ed affrontare il mercato con maggior cognizione

Immagine distribuita da Flickr con licenza CCO

Ex-colonia britannica un tempo chiamata Rhodesia, lo Zimbabwe si trova in Africa meridionale; non ha sbocchi sul mare, ma ciò non preclude la sua spettacolare natura (un esempio su tutti, le cascate Vittoria sul fiume Zambesi), tutelata da riserve e zone safari. L’agricoltura è la principale risorsa, come ricorda la FAO. Per supportarne lo sviluppo, l’intraprendente imprenditore Admire Moyo ha creato l’app di e-learning mobile “Goho” – “raccolto” in lingua Shona – i cui contenuti vanno ad approfondire le pratiche agricole tradizionali per istruire a gestire gli effetti dei cambiamenti climatici ed affrontare il mercato con maggior cognizione.

L’esperienza di Admire si è costruita all’interno di una comunità agricola, di cui nel tempo ha rilevato le criticità che ne impedivano l’evoluzione: quelle che ora, attraverso la sua app gratuita, cerca di risolvere. Goho aggiorna sui prezzi di Mbare Musika – il più grande mercato commerciale di frutta e verdura a Mbare, quartiere di Harare, capitale dello Zimbabwe – e offre informazioni sulle tecniche migliori per le coltivazioni, oltre ad una guida all’esportazione dei prodotti. Una sorta di tutor digitale per ottimizzare i raccolti ed incrementare l’economia individuale e territoriale.

In Zimbabwe, paese membro della FAO, lo scorso 12 ottobre il Ministero dell’Ambiente, del Clima, del Turismo e dell’Ospitalità (MECTHI), la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), i partner per lo sviluppo e più di 80 esperti del settore della gestione ambientale, insieme alle autorità locali, si sono riuniti per lanciare il progetto Global Environmental Facility (GEF-7), che mira a rafforzare la resilienza dell’ecosistema attraverso la gestione sostenibile delle foreste e del territorio nei paesaggi delle zone aride nel basso Veld sudorientale del Paese.

«Il degrado delle risorse forestali e territoriali – ha affermato Patrice Talla, coordinatore subregionale FAO per l’Africa australe e rappresentante FAO in Zimbabwe – è stato a lungo identificato come i principali ostacoli allo sviluppo sostenibile in Zimbabwe. Il modo in cui utilizziamo e sfruttiamo le risorse naturali contribuisce al loro degrado, a causa di attività come la coltivazione eccessiva, il pascolo eccessivo, il taglio e il disboscamento. Per affrontare queste sfide, investire in un approccio integrato One Health riequilibrerà e ottimizzerà in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi, senza lasciare nessuno indietro». Nel contesto, il governo ha presentato una panoramica della situazione del degrado del suolo in Zimbabwe come motivazione della necessità di tale intervento e della sua importanza.

In prospettiva, inoltre, della quindicesima conferenza delle parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite riguardo la diversità biologica (CBD COP-15), prevista per dicembre 2022 a Montreal, in Canada, lo Zimbabwe ha sottolineato la necessità di convocare consultazioni nazionali per sensibilizzare, costruire posizioni comuni e definire un’agenda nazionale. Il governo ha preso atto del numero crescente di obiettivi relativi alla biodiversità per l’alimentazione e l’agricoltura, integrati nella bozza del Quadro Globale per la Biodiversità post-2020, e condivide l’urgenza di adottare internazionalmente misure per garantirne la realizzazione quanto più possibile.

Piccole ma importanti innovazioni digitali come la app Goho sono un tassello importante in questo fondamentale percorso.

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