La #DigitalTransformation in PA e in azienda vista da Sergio Colella

Facile parlare di digital transformation di Pubbliche Amministrazioni e imprese senza portare esempi concreti. Sergio Colella, Vice President & General Manager, Enterprise Services EMEA South HPE, oltre che fare una riflessione generale su opportunità e rischi accompagna in un viaggio di esperienze utili a comprendere nel concreto il valore del digitale quando questo trasforma in meglio le realtà che incontra.

Quali sono le opportunità del digitale per le PMI ancora non colte e perché?

Sergio Colella, Vice President & General Manager Enterprise Services EMEA South HPE
Sergio Colella

La digital transformation è un’opportunità per tutte le organizzazioni, siano esse pubbliche o private. Molte aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, ancora faticano a comprendere il reale valore di un processo che richiede capacità di innovare progressivamente diverse aree aziendali. Tra le sfide percepite dalle organizzazioni troviamo il troppo rapido cambiamento delle funzionalità delle applicazioni, la necessità di garantire sicurezza, di analizzare e capire i tanti dati prodotti e ricevuti in ottica di data driven decision, che richiedono infrastrutture agili e veloci. Le aziende in sostanza non sempre in grado di comprendere i benefici della digital transformation e, quando invece hanno ben chiaro il loro valore, non sempre sono in grado di intraprendere processi di trasformazione in modo veloce e agile. E’ fondamentale continuare a fare cultura in questo senso, con casi concreti che illustrino opportunità e vantaggi di un percorso di digital transformation per le piccole e medie aziende, attraverso soluzioni e servizi on demand, commisurati alle reali necessità e capacità di spesa e al contempo scalabili.

Quali gli ostacoli per l’innovazione della PA e come superarli?

Il rapporto tra IT e PA è un elemento chiave nel percorso d’innovazione del nostro Paese: un’amministrazione pubblica digitale si traduce in una maggiore efficienza dei servizi pubblici e nella semplificazione dei contatti tra cittadino ed enti. Molti sono stati i progressi compiuti in termini di implementazione dell’agenda digitale – si pensi a Spid, il sistema di login per l’accesso con un’unica identità digitale a tutti i servizi online di pubbliche amministrazioni e imprese aderenti – ma la strada è ancora lunga e serve un’accelerazione. Oggi l’evoluzione dell’IT nella PA deve rispondere in maniera flessibile alle esigenze di un New Style of Business incentrato sulla trasformazione all’insegna della velocità, elemento determinante per diminuire il time to value.

Quali le esperienze HPE che facciano comprendere in concreto il valore della digital transformation?

HPE è impegnata nella trasformazione digitale di molte importanti realtà nel nostro Paese e a livello  internazionale. In generale, la trasformazione digitale è spinta da diversi fattori tra i quali la necessità di innovare prodotti/servizi per ampliare la quota di mercato e rispondere a nuove abitudini dei consumatori e il bisogno di disporre di modelli di business più agili e performanti, in termini di costi, produttività e tempi di risposta. Oggi, per esempio, sono molti i progetti volti ad ottimizzare i servizi nell’ambito della Pubblica Amministrazione, in particolare i servizi online per il cittadino. A tal proposito, è significativo il progetto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) realizzato in collaborazione con HPE che ha fornito a istituti scolastici statali e paritari, centri di formazione professionale e cittadini innovative procedure informatiche per l’automatizzazione della fase di ricerca e iscrizione scolastica per scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado. Di altrettanto rilievo è il progetto realizzato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” dal MIUR e dal MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico), in collaborazione con HPE, volto a innovare gli ambienti di apprendimento, i linguaggi della scuola, gli strumenti di lavoro e i contenuti, per favorire il passaggio dalla classe “analogica” a quella “digitale” negli istituti scolastici, Enti di formazione professionale, Pubbliche Amministrazioni e cittadini della Regione Puglia. Maggiore qualità dei processi di formazione e istruzione; sviluppo di competenze; riduzione di tempi, errori e costi dei processi educativi; efficienza nel  rispondere alle esigenze degli utenti sono i benefici raggiunti nell’ambito di questo prestigioso progetto. Casi rilevanti di trasformazione digitale sono in atto anche nel settore bancario, dove al costante cambiamento delle attese dei clienti si accompagna una grande complessità operativa delle aziende, che assorbe gran parte delle risorse disponibili, inibendo di fatto l’ innovazione. A questo proposito, un progetto di significativa portata è quello di Deutsche Bank, che vede HPE impegnata in un ambizioso programma di trasformazione digitale di lungo respiro, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione, in particolare l’agenda digitale della banca, che aspira a diventare “the leading client-centric global universal Bank”; garantire una capacità operativa e una struttura di costi coerenti con un mercato molto volatile e ridurre la complessità, favorendo la diffusione di processi di business omogenei a livello globale.
Sempre in ambito bancario, in Spagna, Banc Sabadell è stata protagonista di un’importante fase di concentrazione del mercato, raddoppiando la sua dimensione in pochi anni attraverso una serie di acquisizioni. Per raggiungere un risultato di tale portata, Banc Sabadell ha avuto la necessità di creare un ambiente di lavoro digitalizzato, con piattaforme virtuali facilmente implementabili ed integrabili all’interno delle banche acquisite dal Gruppo. La virtualizzazione delle piattaforme di lavoro all’interno delle filiali, grazie alle potenzialità del cloud computing,  ha permesso a Banc Sabadell di realizzare con rapidità ed efficienza l’integrazione delle banche acquisite e di diventare la prima “pc-free bank” in Spagna.
Anche nel settore pubblico vi sono molti esempi di trasformazione digitale di successo che hanno visto HPE in prima a fila a fianco di istituzioni internazionali, come il programma di implementazione dell’identità digitale in Belgio MAGDA (Maximum Data Sharing between Administrations and Agencies) che ha permesso di chiedere ai cittadini le informazioni “una volta sola” federando i dati distribuiti in più di 70 organizzazioni amministrative, semplificando e digitalizzando 42 milioni di transazioni con un risparmio di 97 milioni di euro l’anno.
Altro esempio internazionale riguarda la sanità spagnola (Galizia – Servizio Galego de Saude) che, grazie alla digitalizzazione, è riuscita a ridurre in modo “intelligente” la spesa sanitaria. L’implementazione di un sistema di prescrizioni elettroniche associato a soluzioni di “advanced analytics” ed alla condivisione delle informazioni con medici, farmacisti e pazienti, ha infatti permesso di individuare tempestivamente le spese anomale, prevenire abusi e generare comportamenti virtuosi.
Il risultato è stato una riduzione di spesa di circa il 9%, minimizzando l’impatto sui pazienti.

Il ruolo dei CIO e dei comparti IT si sta trasformando. Quali sono gli impatti maggiori e come affrontarli?

Il CIO si interfaccia oggi con un numero ampio di interlocutori, in modo continuo e con maggiore intensità rispetto al passato. È un CIO sicuramente più vicino al cliente e al mercato perché più a contatto con le funzioni Marketing/Vendite/Gestione Clienti. Si relaziona di più con l’Organizzazione perché più frequenti sono gli interventi di revisione dei processi, di ruoli/funzioni, correlati alle evoluzioni tecnologiche. L’intensità della relazione è elevata con l’area Vendite per il 71% dei CIO, con il Marketing per il 58,9% dei CIO, con la Gestione Clienti per il 54,5% e con l’Organizzazione per il 50%.
Un approccio evoluto alla Digital Transformation comporta un’evoluzione nella gestione dell’IT: il 42% dei CIO mette in discussione scelte tecnologiche e organizzative fatte in passato e adotta già un modello di IT bimodale, il 22% lo farà entro il 2016, il 14% non prevede di considerarlo.
La Digital Disruption genera la necessità di nuove competenze e nuovi profili. I CIO sono consapevoli di non avere competenze adeguate in alcuni ambiti tecnologici – Data Science/Analytics (74,6%), programmazione e sviluppo Mobile (49,1%), IoT (43,6%), IT security (38,2%), Enterprise Architecture (38,2%), Cloud Computing (36,2%). Ma vanno rafforzate anche le competenze di ICT Governance (30,9%), nelle strutture di Project Management e Demand Management. Questo vuol dire che non sono sufficienti competenze tecniche, occorrono anche soft skill, come problem solving, multitasking, gestione dei rapporti interpersonali, team working.

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